Non c'è solo Kostas tra i successi di questo inizio di stagione televisivo per la rete ammiraglia Rai. La affianca Brennero, ogni lunedì in prima serata, che come si intuisce dal titolo è ambientata nel Südtirol e proprio come la sua "cugina" di palinsesto vede le location diventare protagoniste al pari dei due detective interpretati da Elena Radonicich e Matteo Martari, la PM Eva Kofler e il poliziotto Paolo Costa, che danno la caccia ad un pericoloso serial killer soprannominato il Mostro di Bolzano, che è tornato a colpire dopo anni. Andiamo allora alla scoperta dei luoghi (e storia vera) della fiction, girata proprio lì per dare maggior realismo al racconto, cercando di evitare l'effetto cartolina.
I luoghi di Brennero
Le riprese si sono svolte nel 2022 dall'inizio dell'anno fino alla fine dell'estate. Più che i paesaggi naturali e innevati di fiction come Un passo dal cielo e Rocco Schiavone, o film come Le otto montagne, appartenenti alla Val d'Aosta, Brennero ci porta tra le strade di Bolzano, capoluogo di provincia dell'Alto-Adige che conta poco più di 105.000 abitanti. Una città di confine che ben rappresenta lo scontro tra culture - italiana e austriaca, presente anche nei cartelli stradali e nelle scritte in doppia lingua - localizzate lì da secoli ma che ancora non hanno trovato un modo per stare insieme. Tanto più che il killer sembra colpire proprio tedeschi colpevoli secondo lui di aver trattato con inferiorità i "conviventi" italiani.
Tra le location che vediamo nella fiction Rai ci sono: Via della Mostra; Viale Venezia, realizzato negli anni '20 e dall'estetica influenzata sia dalla tradizione bizantina che rinascimentale. Altri luoghi storici presenti nella serie sono: il moderno Ponticello Museion, la Segheria Gasser - divenuta un cascinale abbandonato - e Casa Markus, ovvero l'abitazione di Helmut Fischer alias il Mostro.
Le Terme di Merano, il Palazzo del Ghiaccio di Collalbo al centro di uno dei casi così come il centro commerciale Centrum di Bolzano e l'Hotel Europa Splendid a Merano su Corso della Libertà. E ancora Via Rasmo e Via Carrettai (per i trasportatori di merci all'interno della cittadina), ora chiamata Via Dr. Joseph Streiter (il poeta e giurista anche sindaco di Bolzano per un periodo), sede del vecchio Municipio della città e dell'Amministrazione locale dal 1455 al 1907, circondato dall'antico fossato medievale (con tanto di Mura, andate distrutte nel 1200) che collegava il borgo alla città attraverso Via Portici. Qui si dà il via alla storia col primo omicidio del serial.
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Le piazze al centro della fiction Rai
Piazza Walther è la più famosa della città, sede dei mercatini più importanti nel corso dell'anno (come quelli di Natale, attirando turisti da tutta Europa) e suo cuore pulsante, realizzata nel 1808 da Re Massimiliano di Baviera, per unire lo stile architettonico italiano a quello tedesco. Location che sullo schermo diventa la sede dell'incontro finale tra Eva e Mathilde, una giovane artista a cui sembra fin troppo legata inizialmente.
Il nome deriva dalla statua posta al centro e dedicata a Walther von der Vogelweide. Lì vicino si possono visitare il Duomo e i negozi centrali. C'è poi Piazza del Grano, che ospitava il Castello dei principi vescovi di Trento che la fondarono, unendo il passato medievale del borgo al nucleo commerciale presente (ora il Castello non c'è più); infine Piazza delle Erbe, dedicata al mercato dei prodotti locali.
Ponti e funivie: i collegamenti all'interno di Brennero
Il Ponte Talvera - con i giardini - sovrasta l'omonimo fiume che scorre dalla Val Sarentino all'Adige, collegando il centro storico a Piazza della Vittoria: come spesso capita con questo tipo di strutture, non ha solamente una funzione di passaggio ma anche di vista panoramica. Perfetto per la regia di Giuseppe Bonito e Davide Marengo, che si aggira tra i vicoli e le stradine di Bolzano ma ne mostra anche il respiro paesaggistico, pur rimanendo volutamente molto claustrofobica. Fin dalle prime scene, i personaggi utilizzano la Funivia del Renon che porta i suoi avventori da Bolzano all'altopiano del Renon.
La casa dei Kofler si trova a Caldaro (Castel Giovanelli), fuori Bolzano, dove hanno girato tra gli altri anche il film delle festività La befana vien di notte. A Merano invece c'è la casa di Mathilde, per la precisione in piazza della Rena. Infine il Mostro si nasconde nel Castello di Monticolo (Seeschlössl), eretto nel 1888 nei dintorni del lago omonimo, ad Appiano sulla Strada del Vino.
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La storia (quasi) vera che ha ispirato la serie Rai
Brennero colpisce proprio perché non è una storia vera ma potrebbe tranquillamente esserlo. Eppure ci sono ben due casi di cronaca nera realmente accaduti che l'hanno ispirata: il primo risale alla notte tra l'11 e il 12 giugno 1961 ed è conosciuto come la Notte dei Fuochi (nominata anche nella fiction, tra l'altro). In quell'occasione un gruppo di attivisti sudtirolesi, per attirare l'attenzione internazionale sulla questione dell'autonomia dell'Alto Adige - ovvero riannettere il Südtirol alla parte austriaca, staccandosi così dall'Italia - provocò danni alle infrastrutture energetiche del territorio con una serie di attentati dinamitardi.
Il Mostro, che dal nome richiama quello di Firenze, va a colpire non a caso proprio uno dei punti deboli del luogo: la convivenza "forzata" tra culture. Esiste un altro riferimento però: c'è stato davvero un Mostro, Marco Bergamo, colpevole di aver ucciso tra il 1985 e il 1992 cinque donne, di cui tre prostitute: lì si trattava di una forma di controllo patriarcale sull'altro sesso e di paura dello stesso. Qui invece tutto si ricongiunge all'identità culturale.