"Essere genitori oggi con Martin Freeman" sembra il titolo di un reality show con l'ex interprete de Lo Hobbit e del fido Watson in Sherlock. E invece è il titolo della nostra recensione di Breeders, la nuova comedy che dal 14 luglio arriva su Disney+ Star con la prima stagione completa. Si tratta di uno spaccato moderno sulla genitorialità, condita dell'umorismo british e di quello irriverente di FX.
ESSERE GENITORI OGGI
Breeders è appunto una dramedy sopra le righe e senza peli sulla lingua ideata da Martin Freeman, insieme a Chris Addison e Simon Blackwell. Freeman interpreta anche il ruolo del protagonista Paul insieme a Daisy Haggard, che è Ally, la sua compagna. I due devono vedersela con l'essere genitori di due bambini piccoli, Luke e Ava, affrontando le piccole grandi sfide quotidiane e le iper stimolazioni che oggi i più giovani ricevono e mettono in pratica nella quotidianità. I bambini oggi sono molto più attenti, curiosi, intelligenti e furbi e allo stesso tempo iper attivi. Tutto viene affrontato con un umorismo tipicamente british, cinico e composto e allo stesso tempo dissacrante e scorretto, tipico delle comedy FX. Breeders infatti negli Usa è stata la prima serie tv ad andare sul canale via cavo il giorno dopo la programmazione sul servizio streaming HULU. In parte il racconto è ispirato all'esperienza dello stesso Freeman come genitore nella vita reale, un po' come gli autori di Modern Family fecero con la loro comedy di successo.
SAPER DIRE NO
Ogni episodio curiosamente si intitola "no" unito a qualcos'altro, che diventa il tema della puntata. Questo per ricordare quanto l'essere genitori tolga (ore di sonno, rinunce lavorative, e così via), ma senza dimenticare quanto di più dia in cambio alla fine. Breeders non ha paura di affrontare anche temi seri come la morte e l'assistenza sociale (quando ad esempio per una serie di sfortunati eventi Paul e Ally finiscono sotto controllo poiché Luke è stato varie volte al pronto soccorso per degli incidenti domestici). Importante è la catena genitoriale per la coppia protagonista, che ovviamente commenta e critica le altre coppie quando è da sola senza i bambini intorno. Spesso si dice che siamo ciò che siamo in seguito a ciò che sono stati i nostri genitori e questo vale anche per Paul e Ally. Il padre di Ally, Michael, ha infatti abbandonato la famiglia quando era piccola e ora si ripresenta per recuperare il rapporto, mostrando le falle e la ricerca di stabilità economica ed emotiva della giovane donna. I genitori di Paul, al contrario, sono affettuosi a loro modo (sempre british, composto e distaccato) e sono sempre stati presenti, anche se ora iniziano a perdere qualche colpo e non vorrebbero essere di incomodo a Paul.
Star: il sesto brand di Disney + pensato per un pubblico più maturo
IL MESTIERE PIÙ DIFFICILE AL MONDO
Il ritmo della comedy è fresco e accattivante. Non si perde in chiacchiere, a meno che non si tratti di battute pungenti e taglienti, per un racconto onesto e senza peli sulla lingua che non ha paura di dire quello che pensa. Essere genitori vuol dire a volte anche sfogare le proprie frustrazioni sui figli, anche se non si dovrebbe fare, e altri errori lungo il percorso. Questo perché oltre ad essere il mestiere più difficile al fondo, si impara soprattutto sbagliando, è un continuo work in progress, anche quando i figli sono adulti. Al contrario di un'altra dramedy sullo stesso tema di Apple Tv+, Trying, che parla del percorso verso la genitorialità sempre in salsa british, qui abbiamo due genitori che devono, come dice il titolo del serial, "allevare" i propri figli facendo del proprio meglio e sperando in bene, e il punto di vista rimane il loro più che quello dei bambini. Breeders è insomma una comedy da vedere e che fa risaltare tutta la bravura - se mai ce ne fosse ancora bisogno - anche comica di Martin Freeman, non solo davanti alla macchina da presa ma anche alla scrittura. Non si può non riconoscersi in almeno uno dei comportamenti di Paul e Ally, del loro micro-universo, dei loro amici e della loro famiglia.
Martin Freeman a Giffoni: "Camminerei sui vetri rotti per trovare storie nuove"
Conclusioni
Alla fine di questa nostra recensione di Breeders cosa rimane? Il consiglio per una comedy che trova nuovi e interessanti modi di raccontare la genitorialità oggi, andando però oltre la family comedy generalista, e proponendone piuttosto una onesta, sincera, senza peli sulla lingua e con un ottimo umorismo british, grazie ovviamente al carisma di Martin Freeman ma anche degli altri protagonisti, bambini compresi.
Perché ci piace
- La scrittura e l’interpretazione guidate da Martin Freeman, convincente anche in ruolo comico, per uno spaccato sincero sull’essere genitori oggi.
- Una comedy familiare che va oltre la visione generalista per essere irriverente nello spirito di FX.
- L’umorismo british dato anche dal casting degli altri personaggi, in primis i bambini.
Cosa non va
- Proprio questo suo essere “senza peli sulla lingua” potrebbe urtare chi cerca una comicità più morbida.