Neppure True Detective, la più clamorosa novità televisiva dell'ultima annata, è riuscita ad arginare ieri notte il trionfo di Breaking Bad. La serie capolavoro di Vince Gilligan, che in questi anni ha riscosso un consenso di critica e di pubblico paragonabile solo a quello di Mad Men, ha salutato definitivamente i propri spettatori lo scorso autunno.
La giuria degli Emmy ha deciso di celebrare l'addio di Walter White ricoprendo di statuette anche la seconda parte della quinta stagione di Breaking Bad, che aveva già fatto incetta di premi nell'edizione del 2013. Ecco di seguito il nostro resoconto completo dei vincitori della 66° edizione degli Emmy Award, tra conferme (molte) e qualche sorpresa, soprattutto nel settore delle miniserie e dei film TV...
Pioggia di Emmy per Breaking Bad, Cranston sconfigge i true detective
Forte di sedici nomination, Breaking Bad si è aggiudicata un totale di ben sei Emmy Award, fra cui miglior serie drammatica (la sua seconda vittoria dopo l'anno scorso), miglior sceneggiatura (Moira Walley-Beckett per l'episodio Declino) e miglior montaggio, oltre ai trofei per il terzetto di attori. La grande sorpresa, infatti, è arrivata nella categoria per il miglior attore protagonista, dove Bryan Cranston, magistrale interprete del professore di chimica Walter White, trasformatosi in un sovrano del narcotraffico, ha superato a sorpresa il favoritissimo Matthew McConaughey, in corsa per True Detective, e si è portato a casa il quarto Emmy della sua carriera. Aaron Paul, suo comprimario nel ruolo di Jesse Pinkman, ha conquistato il suo terzo Emmy come miglior attore supporter, mentre Anna Gunn, interprete di Skyler White, la moglie di Walter, ha vinto per il secondo anno consecutivo come miglior attrice supporter. La prima stagione di True Detective, il serial della HBO di Nic Pizzolatto, già diventato un cult, ha collezionato cinque Emmy Award su dodici nomination: miglior regia per Cary Fukunaga grazie all'episodio Who Goes There?, che ha sbalordito gli spettatori grazie ad un lunghissimo e sensazionale piano sequenza, oltre ai premi tecnici per miglior fotografia, casting, trucco e design dei titoli.
Nelle categorie principali, nessuna statuetta per la quarta stagione de Il trono di spade; la popolarissima serie fantasy della HBO, con un totale di diciannove nomination, si era aggiudicata una settimana fa quattro Emmy tecnici per miglior scenografia, costumi, effetti speciali e trucco prostetico. La strepitosa Julianna Margulies ha ottenuto l'Emmy Award come miglior attrice per il suo ritratto dell'avvocato Alicia Florrick in The Good Wife (la Margulies aveva già vinto un Emmy per il ruolo di Alicia nel 2011 e un altro nel 1995 come miglior attrice supporter per E.R. - Medici in prima linea), grazie a una quinta stagione che ci ha regalato inaspettati colpi di scena e una significativa evoluzione del personaggio principale. Rimane ben poco, invece, per gli altri show in lizza quest'anno. La seconda, applauditissima stagione di House of Cards, a dispetto delle sue tredici nomination, ha dovuto accontentarsi di un premio per il sonoro, mentre la quarta stagione di Downton Abbey si porta a casa un Emmy per le acconciature su dodici nomination; fumata nera infine per la settima stagione di Mad Men (otto nomination), in attesa forse di rifarsi l'anno prossimo.
Modern Family surclassa Orange Is the New Black
Si presentava ai nastri di partenza con dodici nomination e con un consenso in grado di trasformarla automaticamente nell'indiscusso frontrunner del 2014, invece a sorpresa ieri notte è rimasta al palo: stiamo parlando di Orange Is the New Black, dramedy di ambientazione carceraria targato Netflix, che una settimana fa aveva vinto tre Emmy per il casting, il montaggio e l'attrice guest star Uzo Aduba, ma che ieri notte nulla ha potuto contro il predominio del "solito" Modern Family. Il mockumentary della ABC trionfa per il quinto anno consecutivo nella categoria per la miglior serie comica, un autentico record, ottenendo anche gli Emmy per la regia di Gail Mancuso e per l'attore supporter Ty Burrell, già premiato nel 2011 per la parte di Phil Dunphy.
Quest'anno più che mai, la giuria degli Emmy ha confermato il proprio "tradizionalismo" per quanto riguarda il settore delle commedie, dove ormai è sempre più frequente assistere a una ripetizione quasi automatica delle vittorie delle edizioni precedenti (una caratteristica che ha suscitato spesso scetticismo e polemiche). A tal proposito, tornando a collezionare statuette Jim Parsons nei panni di Sheldon Cooper in The Big Bang Theory (sette nomination e un secondo Emmy per il montaggio), arrivato addirittura al suo quarto trofeo, e Julia Louis-Dreyfus per la parte del Vice-Presidente Selina Meyer in Veep (nove nomination); per la Louis-Dreyfus si tratta del terzo Emmy per Veep e del quinto della sua carriera, dopo quelli per Seinfeld e La complicata vita di Christine. Allison Janney, che la settimana scorsa aveva vinto un Emmy come guest star per Masters of Sex, si è aggiudicata ieri notte un altro Emmy come miglior attrice supporter per la parte di Bonnie Plunkett in Mom, mentre Louis C.K. mette a segno il trofeo per la sceneggiatura della quarta stagione di Louie (cinque nomination).
Film e miniserie: premiati la coppia Cumberbatch / Freeman e la "strega" Jessica Lange
Con ben sedici nomination, si preparava a fare la parte del leone The Normal Heart, il film di Ryan Murphy tratto dal dramma teatrale di Larry Kramer, che ricostruisce la diffusione dell'AIDS nei primi anni Ottanta e le reazioni della comunità gay; invece il TV-movie della HBO ha vinto soltanto due Emmy, come miglior film televisivo e per il miglior trucco. La "doccia fredda" è arrivata in particolare per i ben sei attori candidati per The Normal Heart, tra cui i favoritissimi Mark Ruffalo, Matt Bomer e Julia Roberts. A prevalere su Ruffalo e Bomer sono stati invece altri true detective, ovvero Sherlock Holmes e John Watson, impersonati rispettivamente dai lanciatissimi Benedict Cumberbatch e Martin Freeman, nel terzo episodio della terza stagione di Sherlock, L'ultimo giuramento. Su dodici nomination, Sherlock ha messo a segno ben sette Emmy Award: miglior attore (Benedict Cumberbatch), miglior attore supporter (Martin Freeman), miglior sceneggiatura (Steve Moffat), miglior colonna sonora, miglior fotografia, miglior montaggio e migliori effetti sonori.
Quest'anno, a differenza delle ultime edizioni, il regolamento degli Emmy ha previsto di tornare alla vecchia divisione tra film e miniserie. Nella rinnovata categoria per la miglior miniserie, come previsto, ad aggiudicarsi l'Emmy è stata Fargo, nuova serie creata da Noah Hawley per la FX e basata sul film dei fratelli Coen, che ha vinto tre Emmy Award su diciotto nomination: miglior miniserie, miglior regia (Colin Bucksey) e miglior casting. Mentre Ryan Murphy, premiato per The Normal Heart, può ritenersi più che soddisfatto anche per il risultato ottenuto da Coven, terza stagione dell'angosciante serial American Horror Story, che su diciassette nomination si è aggiudicato ben quattro Emmy: dopo i premi tecnici per i costumi e le acconciature, ieri notte sono arrivati infatti anche gli Emmy per la miglior attrice a Jessica Lange, splendida interprete della Strega Suprema Fiona Goode, e per la miglior attrice supporter a Kathy Bates nei panni della ferocissima e sadica Delphine LaLaurie. Per la Lange, ex star del cinema diventata ormai a tutti gli effetti una primadonna della TV, si tratta del terzo Emmy in pochi anni, dopo quelli come miglior attrice nel 2009 per Grey Gardens e come miglior attrice supporter nel 2012 per la prima stagione di American Horror Story.