Brave New World, la recensione: la felicità utopistica arriva su StarzPlay

La recensione di Brave New World, la serie tratta dall'omonimo romanzo di Aldous Huxley con protagonisti Alden Ehrenreich, Jessica Brown Findlay e Harry Lloyd su StarzPlay dal 20 dicembre con appuntamento settimanale.

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Brave New World: una foto di scena della serie

Christopher McCandless, per bocca di Emile Hirsch che lo interpretava nel film Into the Wild, diceva che "la felicità non è reale se non è condivisa". Come cercheremo di spiegare in questa recensione di Brave New World, questa massima la potremmo applicare anche ai protagonisti della nuova serie in arrivo dal 20 dicembre con appuntamento settimanale su StarzPlay. Il serial, basato sul romanzo omonimo di Aldous Huxley, e composto da nove episodi, è il primo show originale di Peacock, il servizio streaming di NBCUniversal, e purtroppo è stato già fermato dopo una sola stagione.

NUOVO MONDO UTOPICO O DISTOPICO?

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Brave New World: una scena della serie

Il Brave New World del titolo è New London, una società utopica che ha raggiunto la pace e la stabilità attraverso il divieto della monogamia, della privacy, del denaro, della famiglia e della Storia stessa. Vietando qualsiasi distrazione e soprattutto qualsiasi pretesto di possibili conflitti, si pensa di raggiungere la felicità permanente. Non esiste il nucleo familiare, ci si riproduce solo tramite scelta di embrioni a cui vengono scientificamente assegnate delle caste, tramite quello che potremmo definire un algoritmo. All'occorrenza ci sono i soma, delle pasticche colorate che i personaggi devono avere sempre con se come scorta e masticarne una per raggiungere la pace desiderata, se qualche emozione o livello nel sangue inizia a traballare.

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Brave New World: in una scena della serie

Protagonisti della storia sono Bernard Marx (Harry Lloyd) e Lenina Crowne (Jessica Brown-Findlay), cittadini di New London, che da sempre rispettano il rigore sociale, almeno finché non fanno una vacanza nelle Terre Selvagge, che sarebbero la nostra Terra al di fuori di New London, che esiste ancora come "Parco dei Divertimenti" per chi è migrato nel Nuovo Mondo. Lì vengono coinvolti in una violenta e straziante ribellione, salvati da John "il Selvaggio" (Alden Ehrenreich) e dalla madre di lui (Demi Moore). Il ragazzo fugge con loro a New London e il suo arrivo nel Nuovo Mondo sconvolgerà gli equilibri e l'ordine sociale, mostrando a Bernard e Lenina un nuovo punto di vista e facendoli mettere in discussione tutto ciò in cui credono.

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NON C'È "IO" A NEW LONDON

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Brave New World: Jessica Brown Findlay nella serie

Ciò che la serie tiene a sottolineare è che l'infelicità è importante quanto il suo opposto, perché provare la prima, insieme alla noia, la rabbia, la gelosia, ti fa apprezzare davvero la seconda. Non esiste mondo e vita senza dolore alcuno, perchè attraverso di quello che gioiamo dei momenti meno bui, che sono gioiosi e pieni di speranza. Un concetto ottimamente espresso anche nell'anime Harmony, uscito quest'anno su Amazon Prime Video e che raccontava di un mondo simile ma visivamente più futuristico. La patina fantascientifica che racchiude tutta Brave New World richiama il genere, ma utilizza un efficace equilibrio delle scenografie che mescola tecnologia e eleganza, facendo contrastare le luci e i colori della New London sede di (apparente) serenità, alla vivacità visiva delle Terre Selvagge fonte di (apparente) libertà.

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Brave New World: Alden Ehrenreich in una scena della serie

Brave New World ci ricorda come non ci sia spazio per l'individualità e l'egocentrismo in questo Nuovo Mondo, che pensa al bene comune più di ogni altra cosa eppure ha costruito una società - anche se non ci è dato sapere perché - totalmente fredda, asettica, proprio come il bianco che pervade tutta New London. Anche l'atto sessuale, pubblico e di gruppo, è un mero atto meccanico. Un piacere fine a se stesso e senza legami monogami. Questo almeno finché arriva John, e Bernard e Lenina dentro di loro non mettono in discussione ciò in cui hanno sempre creduto. Il concetto del libero arbitrio è però già stato sciorinato da altre serie di genere e non, prima fra tutti la più recente Westworld.

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Brave New World: una scena del pilot della serie

A colpire nel cast - oltre a una Demi Moore forse un po' sprecata - è soprattutto Il Bernard Marx di Harry Lloyd che assomiglia moltissimo al suo personaggio di Counterpart (purtroppo inedita in Italia) e in parte a Viserys de Il Trono di Spade: è incapace di prendere davvero delle decisioni e di dimostrare autorità, è costantemente in balia degli eventi e per una serie di fortuite coincidenze riesce a sopravvivere e cavarsela. Forse è proprio lui l'emblema della società "arrangiata" odierna, in cui conta l'apparire e non l'essere. E allora qual è la chiave della felicità? Purtroppo questa serie non ha avuto il tempo di riuscire a spiegarlo ma ha sicuramente posto interessanti basi, anche se sviluppate in modo altalenante.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Brave New World combattuti sul responso. Una serie che partiva da un’ottima premessa ma che forse non l’ha sviluppata a dovere, facendo entrare i personaggi in alcuni circoli viziosi e ripetitivi a livello narrativo. Colpiscono Harry Lloyd, anche se sembra oramai abbonato a un certo tipo di ruolo, e la rappresentazione scenica del Nuovo Mondo raccontato. Meno gli schemi e le “etichette” in cui si muovono i personaggi.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Harry Lloyd, come li fa lui i personaggi timidi e incompetenti, ma che sanno sopravvivere, nessuno.
  • La rappresentazione in CGI di New London e delle sue location.
  • La storia e i personaggi hanno una premessa interessante…

Cosa non va

  • …purtroppo però rimasta troppo “asettica” come il mondo raccontato e non sviluppata a dovere, preda di alcune ripetizioni narrative.