Con umorismo ed eleganza Brad Pitt sale sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles. Tra le mani non stringe un semplice premio Oscar, ma la consacrazione di una carriera lunga trentatré anni. Un viaggio nel mondo della Settima arte capace di barcamenarsi tra i generi più disparati, dal kolossal, al biopic, passando dagli action movie alle commedie sentimentali, come vedremo di seguito, parlando dei suoi migliori film. Un treno che corre a mille miglia, affiancato da una vita privata costantemente posta sotto la luce dei riflettori. Sembra che conosciamo tutto di Brad Pitt; il suo fascino travalica i tempi rimanendo costante, immutato, mentre il suo talento ha saputo modellarsi tra le mani dei registi che l'hanno diretto, crescendo e migliorandosi (sebbene non tutte le sue performance risultino impeccabili), per poi sfociare nel ruolo da produttore dal fiuto infallibile (si pensi al primo Oscar ottenuto per 12 anni schiavo). In occasione del suo trionfo agli scorsi premi Oscar per C'era una volta a Hollywood, ripercorriamo la carriera di Brad Pitt con i suoi 10 migliori film.
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1. Intervista col vampiro (1994)
È dai tempi di Bram Stoker e del suo Dracula che l'aura del vampiro si alimenta di fascino sublime e terrore attrattivo. Figlio di una tradizione prima letteraria e poi cinematografica, Intervista col vampiro esce nelle sale nel 1994. Diretta da Neil Jordane tratta dall'omonimo romanzo di Anne Rice del 1976, la pellicola è un affresco gotico, suggestivo, con sfumature violente lanciate con forza ambigua e per questo attrattiva sullo schermo. Colonna portante di questo tempio decadente e romantico è la figura di Louis, uomo che non vuole cedere alla natura di mostro che nel corso dei secoli si insinua nella sua anima tormentandolo e soffocandolo. Guardandolo con il senno di poi, sembra che lo stesso Pitt sia stato morso da Lestat (Tom Cruise); non si spiegherebbe altrimenti quel fascino immortale, che ha lasciato a bocca aperta orde di ammiratrici di tutte le età una volta salito sul palco degli Oscar.
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2. Se7en (1995)
Era l'uomo accattivante, affascinante, bello, impossibile e dannato il Brad Pitt del 1995. Ma a David Fincher quella corazza estetica non interessava. Erano i demoni, le paure, le imperfezioni che abitano nel cuore di un giovane detective pieno di ambizioni ciò che ricercava il regista di Denver. Non sono più sguardi ammiccanti, o primi piani seducenti quelli che riempiono lo schermo; quello di Brad Pitt in Se7en è un viso irrigato di lacrime sospinte da forze violente e disperate, oppure colto mentre si lascia vincere dalla paura e dalla sconfitta. Troppo scaltro John Doe. Troppo (imperfettamente) umano il detective David Mills. Il resto è una discesa negli inferi della mente umana a colpi di riferimenti danteschi e omicidi efferati.
3. L'esercito delle dodici scimmie (1995)
Viaggi nel tempo e virus da debellare. Ispirato a La jetée del francese Chris Marker, L'esercito delle dodici scimmie è un universo costruito su una fantascienza solida, visionaria e cupa; una macchina ben congegnata guidata da eroi inconsapevoli della loro portata imprescindibile all'intercorso della storia, e da corpi sporchi, infetti, annientati da epidemie. Brad Pitt vince il suo primo Golden Globe per la sua profonda e schizzata interpretazione di Jeffrey Goines, paziente affetto da una grave forma di schizofrenia paranoide e rinchiuso nello stesso manicomio criminale in cui viene portato James Cole, protagonista del film di Terry Gilliam e interpretato da Bruce Willis.
4. Fight Club (1999)
Prima regola del Fight Club, non parlare mai del Fight Club. Dovremmo pertanto chiudere qui questo spazio dedicato a uno dei film più iconici e cult di David Fincher, ma così non sarà perché è impossibile tacere di fronte alla complessità di un film come questo, fischiato alla sua presentazione alla Mostra del cinema di Venezia e adesso venerato da schiere infinite di cinefili. Lasciarsi vincere dalla violenza per stare meglio e ritrovare se stesso, liberarsi dai propri demoni pestando la parte di sé che disconosciamo ma da cui siamo sublimemente attratti: è questo il messaggio profondo del film uscito nelle sale nel 1999. E quale attore migliore di Brad Pitt per dar vita a Tyler Durden, doppio enigmatico, affascinante, alimentato di bile, rimpianti e sangue del protagonista del film tratto dal cult letterario di Chuck Palahniuk?
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5. Snatch - Lo strappo (2000)
È un treno lanciato ad alta velocità quello diretto da Guy Ritchie. Una bomba a orologeria, alimentata da battute al vetriolo e un sarcasmo caustico. Snatch - Lo strappo è una galleria di personaggi stralunati, eccessivi, che compaiono per poi uscire, ma sempre offrendo qualcosa di loro all'intreccio narrativo. Tra questi uno dei più completi nella sua caratterizzazione è Mickey O'Neill, lo zingaro interpretato da Brad Pitt. Dotato di una parlantina incomprensibile, e di una straordinaria forza, Brad mostra qui un talento sopraffino, che gli permette di caratterizzare personaggi dai tratti sopra le righe. Un esercizio di stile e una palestra performativa che lo aiuterà nel tratteggiare in seguito un personaggio come Chad in Burn After Reading - A prova di spia dei fratelli Coen.
6. L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (2007)
Jesse James si può facilmente annoverare tra i banditi più temuti e conosciuti della storia americana. Una figura emblematica a cui nemmeno il cinema è riuscita a sfuggire, dando vita nel 2007 a L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford per la regia di Andrew Dominik. A incarnare il mitico fuorilegge è un Brad Pitt perfettamente in equilibrio tra le due anime del suo personaggio; il suo Jesse James oscilla tra calma apparente e schizofrenica ferocia melanconica. Sebbene quello interpretato da Pitt sia solo il comprimario di un film dedicato alla figura del suo seguace (e poi carnefice) Bob Ford (un eccezionale Casey Affleck) l'attore riesce comunque a infondere quella imperfetta completezza attrattiva che seduce Ford, e che lo porterà a uccidere il suo mito dopo essere stato acciecato da invidia e rancore.
7. Burn after reading -a prova di spia (2008)
Strampalato, goffo, ingenuo eppure imprescindibile allo scorrere degli eventi: è un Brad Pitt esilarante e iperbolico dal punto di vista interpretativo quello che si offre ai propri spettatori in Burn after reading - a prova di spia. Il suo Chad Feldheimer è una tessera rara in quella galleria di loser un po' ipodotati intellettualmente che vanno a costituire il film diretto dai fratelli Coen nel 2008. Il suo personaggio è la miccia che accende la bomba pronta a deflagrare un microuniverso abitato da gente impulsiva che agisce dimenticandosi delle probabili conseguenze. È un Brad Pitt inedito, eppure perfettamente in parte quello di Burn after reading; un interprete capace di regalare una delle sue migliori performance della carriera, forte anche delle direttive registiche dei due fratelli Coen.
8. Bastardi senza gloria (2009)
Il cinema è un inchiostro che tutto prende e tutto riscrive, illudendoci che quella da lui narrata sia l'esatta versione della Storia. Brad Pitt nei panni di Aldo Raine è diventato il simbolo del ribaltamento storico, della convinzione che anche l'emblema del terrore come il tenente nazista Hans Landa (Christoph Waltz) possa soggiogare sotto la lama del coltello dei Bastardi. In Bastardi senza gloria, un dei suoi migliori film, Brad Pitt si fa capo di una banda di vendicatori relegata nei confini del sogno; diretto da Tarantino l'attore dà vita a uno dei più iconici personaggi della sua filmografia, complici anche sequenze ad alto tasso sarcastico in un contesto di terrore, come quella ambientata al cinema in cui Raine e parte della sua banda si devono fingere italiani.
9. The Tree of Life (2011)
La vita, la morte, l'origine, la potenza generatrice della natura e quella disperante dell'essere umano. L'albero della vita di Terrence Malick è riassumibile qui, in quel filosofico e continuo alternarsi di immagini oniriche attaccate all'universo naturale, e quello di una famiglia sull'orlo di un tracollo dopo la notizia della morte del secondogenito. Tra implosioni ed esplosioni, il perno attorno a cui ruotano i tre micro-film racchiusi in quello principale di The Tree of Life è Jack O'Brien (Sean Penn nella versione adulta) che nasconde in lui il riflesso speculare del padre autoritario, interpretato con introspettiva profondità da Brad Pitt. Il resto è uno dei migliori film (c'è chi lo epiteta addirittura come un capolavoro) degli ultimi decenni.
10. C'era una volta a... Hollywood (2019)
Nel corso del suo ringraziamento, Brad Pitt dedica il premio Oscar appena vinto come miglior attore non protagonista a tutti gli stuntmen, il cui lavoro non è sempre riconosciuto come dovrebbe. E in effetti a riscrivere la storia sotto lo sguardo attento di Quentin Tarantino in C'era una volta a... Hollywood è il suo Cliff Booth. Lui, stuntman di un interprete di serie B (Leonardo DiCaprio) che salva - nella frazione di una proiezione cinematografica - la vita di attori di pellicole da serie A (Sharon Tate, interpretata da Margot Robbie) che abitano a pochi metri da loro. Brilla di luce propria Brad Pitt nel film di Quentin Tarantino (qui la nostra recensione di C'era una volta a... Hollywood). Ruba la scena non solo mostrando un fisico impeccabile, ma dando vita a una delle scene più indimenticabili di un film poetico, dichiarazione d'amore del suo creatore al mondo che lo ha cresciuto come quello del cinema.