Tre Golden Globe vinti, cinque nomination agli Oscar dove in varie categorie domenica notte parte favorito, Orso d'Argento a Berlino e pioggia di premi in tutto il mondo: Boyhood è stato davvero un film-fenomeno, che sta raccogliendo meritatamente gli sforzi di oltre dodici anni di lavoro. Già, perché Richard Linklater ha fatto un'impresa epocale, confezionando un capolavoro unico e intriso di poesia e vita vera, il tutto con un budget ridottissimo. Il regista ripercorre la storia di una famiglia narrata in una prospettiva molto particolare, in pratica in tempo reale, con gli attori chiamati ogni anno per qualche giorno a girare un altro segmento di vita e di questo percorso di crescita.
In particolare il protagonista è Mason, interpretato da un Ellar Coltrane che iniziamo a conoscere da bambino di sei anni e finiremo a osservare giovane appena maggiorenne lanciato verso la vita. Accanto a lui la sorella Samantha (Lorelei Linklater, figlia del regista) e i genitori separati interpretati da Patricia Arquette e Ethan Hawke, che durante la dozzina di anni cambieranno via via lavori, look e compagni di vita. A colpire è soprattutto la coerenza del racconto, sembra quasi di non avvertire il passare degli anni, tutto avviene in modo naturale come la vita stessa. E naturalmente il fatto che in scena siano sempre gli stessi attori invecchiati naturalmente, amplifica questa sensazione di verità.
Un video naturale, come dodici anni di vita vera
Un film così importante come Boyhood, purtroppo non molto visto nelle sale, era ovviamente attesissimo all'approdo in homevideo. L'uscita in alta definizione dell'edizione Universal soddisfa le attese solo in parte, a causa di un reparto extra deludente. Sul fronte del video, invece, bisogna naturalmente fare i conti con un lavoro lungo dodici anni, con tutte le conseguenze sul piano tecnologico che questo comporta. Proprio per questo Linklater ha girato coerentemente tutto in pellicola. La resa visiva del blu-ray non è sicuramente di quelle che colpiscono e meravigliano per nitidezza e dettaglio, ma brillano però anch'esse per naturalezza, proprio come l'evolversi della vita di Mason e compagni. Va detto infatti che la discontinuità temporale, il look del film e forse anche il budget ridotto, si ripercuotono su un quadro che è molto altalenante e soprattutto diverso dai recenti prodotti a base digitale nitidi e cristallini. La fotografia pertanto è molto naturale, con una gamma cromatica sobria e mai vistosa. Di conseguenza il dettaglio è morbido, mentre la grana naturale affiora qua e là ma è sempre gestita in maniera ottimale grazie a una buona compressione, garantita da un alto bitrate del resto necessario per un film di quasi tre ore. Non tutto però fila liscio, anche se a parte qualche piccola spuntinatura, le sbavature sono dovute in gran parte al girato. La resa come detto è un po' altalenante, ma l'aspetto più fastidioso è la flessione del quadro nelle (per fortuna poche) scene scure: qui infatti i neri non appaiono solidi ma un po' impastati e tendono a inghiottire i dettagli e annacquare un quadro che fra l'altro diventa rumoroso e poco solido: basti pensare alla scena notturna del ritiro del libro di Harry Potter. Ma per fortuna lungo i 163 minuti del film queste scene sono davvero poche, per cui il giudizio sul video resta ampiamente positivo.
Audio buono, per gli extra un'occasione sprecata
Per quanto riguarda l'audio, la traccia italiana è in un DTS 5.1 half-rate di buon livello, che considerato il tipo di film delega quasi interamente il lavoro al fronte anteriore, comunque aperto e frizzante. I dialoghi sono sempre puliti, ma è ovvio che su questo fronte l'ascolto nella lingua originale è consigliato per apprezzare al meglio le performance del cast e la trasformazione delle voci dei protagonisti man mano che il tempo passa (un aspetto comunque ben curato anche nel doppiaggio). Quando gli effetti ambientali lo richiedono, ad esempio in occasione della partita di baseball o al bowling, anche i rear entrano a fare la loro parte, mentre il sub è chiamato in causa davvero raramente.
L'aspetto più avvolgente del reparto arriva sicuramente dalla bella colonna sonora, che esce corposa e calda dai diffusori con indubbia efficacia. Ed eccoci all'unica delusione dell'edizione, ovvero il reparto dei contenuti speciali: quando apriamo infatti l'annunciato documentario speciale del dietro le quinte, troviamo una featurette simpatica, ma dalla durata di poco più di due minuti. E gli extra finiscono qui. Un vero peccato, sia perché considerata la particolare tipologia del film gli approfondimenti sarebbero stati quanto mai interessanti, sia perché nell'edizione americana questo contributi esistono, e sono un documentario di 20 minuti e un corposo botta e risposta con regista e cast di quasi un'ora.