In un prossimo futuro dai tratti marcatamente distopici, la città è controllata dalla crudele dittatrice Hilda Van Der Koy, che ogni anno organizza una selezione di dodici individui, accusati ingiustamente di vari crimini, che saranno poi assassinati brutalmente in diretta televisiva. In questa realtà dominata dalla violenza si aggira Boy, un ragazzo sordomuto che ha intenzione di vendicarsi della despota, colpevole di aver ucciso a sangue freddo sua madre e sua sorella.
In Boy Kill World il protagonista è stato allevato fin da bambino da uno sciamano esperto di arti marziali, che lo addestra per trasformarlo in un guerriero implacabile e indistruttibile. Boy è ora pronto finalmente a mettere in atto il suo piano per avere giustizia e al contempo rovesciare quel governo-fantoccio che sta dietro agli ordini di Hilda, da anni sparita dalla scena pubblica. Ma nella sua pericolosa missione, dovrà fare i conti con insidie e rivelazioni inaspettate...
Senza limiti
Il difetto principale di un'operazione come Boy Kills World è che non appena compresa la formula alla base il risultato è quello di non farsi sorprendere più da nulla, con la reiterazione di questa violenza action e ultrapop a caratterizzare le quasi due ore di visione. Visione dal ritmo incessante e frenetico, nel quale si alternano coreografie marziali in serie - tra slow motion assortiti e pose plastiche d'ordinanza - all'insegna di una mattanza dal taglio splatter, che cerca sempre di unire quell'ironia necessaria ai kg di frattaglie che invadono lo schermo. Se lo spettatore accetta di stare al gioco, il divertimento fa sicuramente capolino. Per l'appunto però bisogna chiudere un occhio e mezzo su una sceneggiatura a dir poco derivativa e gratuita, con tanto di assurdo colpo di scena nella fase finale che rischia di ribaltare parzialmente le carte in tavola. A proposito, non chiudete la trasmissione dopo i titoli di coda (nella prima parte accompagnati da ispirati disegni che ritraggono le figure principali) dato che compare una breve scena al termine dei suddetti.
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Mondi e mondi
La narrazione come detto non eccelle, basti pensare che per contestualizzare il relativo background ci si affida a otto estenuanti minuti di voice-over iniziali, nei quali il personaggio principale racconta le varie fasi della propria esistenza che l'hanno condotto dove si trova adesso. La voce fuori campo che espone i pensieri del protagonista è una costante anche per via del fatto che il Nostro è appunto affetto da mutismo, una situazione che vede nuovamente Bill Skarsgård a dover calcare la sua espressività oltre il consentito, con risultati a tratti tragicomici. Il cast è eterogeneo al punto giusto, con Jessica Rothe quale atletica avversaria e Famke Janssen nelle vesti di psicopatica villain, Sharlto Copley come istrionica guest star e soprattutto Yayan Ruhian a figura di criptico mentore: l'interprete marziale indonesiano, lanciato dalla saga di The Raid, è forse in uno dei ruoli migliori della sua carriera hollywoodiana.
Corri ragazzo laggiù
Boy, un nome un programma le cui origini nebulose si nascondono nella sorprendente rivelazione pre-conclusione, vede il fantasma della sorellina che lo accompagna durante i suoi combattimenti e se ne esce spesso con battute sarcastiche e citazioniste. Come quando pronuncia un caustico Fatality, richiamante per l'appunto l'iconica sentenza di Mortal Kombat, ennesimo richiamo al mondo videoludico di un film che sembra d'altronde la rappresentazione live-action di un picchiaduro sui generis. Il regista Moritz Mohr, anche autore del soggetto, è qui al suo debutto dietro la macchina da presa e mette in mostra un buon dinamismo nella verve ludica del film, tanto da rendere avvincenti anche le sequenze potenzialmente più confusionarie, che vedono diverse comparse in azione. Proprio la buona messa in scena e l'anima piacevolmente "cazzona" mettono in secondo piano i pur evidenti limiti, facendone di Boy Kills World un gradevole - mai memorabile - divertissement per gli appassionati.
Conclusioni
Un futuro distopico, una cattiva che più cattiva non si può e un ragazzo, per giunta sordomuto, in cerca di vendetta. Boy Kills World non va per il sottile già dalle premesse e infatti la sceneggiatura non eccelle in sfumature e finezze varie, tanto che sembra di assistere all'adattamento per il grande schermo di un videogioco che...non esiste. Tra citazioni proprio ad alcuni famosi picchiaduro, una violenza esagerata ma ironica e personaggi sopra le righe - ben interpretati dal variegato cast - il film è un intrattenimento usa e getta meno peggio di tanti altri.
Perché ci piace
- Veder combattere Yayan Ruhian è sempre un piacere per gli appassionati.
- Scene d'azione ben coreografate, tra ironia e violenza.
- Efficaci scelte di casting.
Cosa non va
- Durata eccessiva.
- La sceneggiatura, seppur volutamente, è a tratti troppo semplice e derivativa.