The Bourne Identity
Immaginate di svegliarvi su un peschereccio con due fori di pallottola nella schiena e immaginate di non ricordare nessuna informazione personale, nome, età, data di nascita, nazionalità. Allo stesso tempo siete in grado di parlare molteplici lingue straniere e avete il numero di una cassetta di sicurezza impiantato sotto la pelle. Non vi resta che mettere la testa tra le mani e sperare che qualcuno, miracolosamente, vi spieghi esattamente cosa stia succedendo, oppure, se siete Matt Damon in The Bourne Identity, vi mettete in viaggio per la Svizzera per vedere un po' cosa vi aspetta in questo conto numerato a Zurigo. Da questa premessa nasce la saga di Jason Bourne, superspia della CIA, che può rivaleggiare tranquillamente con James Bond; Il primo film, arrivato nelle sale italiane il 15 novembre 2002, è diretto da Doug Liman su una sceneggiatura di Tony Gilroy e W. Blake Herron. Lo script è un libero adattamento del romanzo firmato da Robert Ludlum, Un uomo senza volto, pubblicato nel 1980. La trama segue le gesta di Jason Bourne tra la Svizzera e la Francia, mentre cerca di racimolare informazioni sul suo passato e scoprire la sua vera identità. Durante la sua ricerca fa conoscenza di Marie (Franka Potente) che decide di aiutarlo a fare luce su questo mistero. Purtroppo i due si rendono conto fin da subito che il passato e l'identità di Jason sono collegati a qualcosa di losco e devono fare fronte a una serie di situazioni disperate dove assassini professionisti cercano instancabilmente di eliminarli. Alla fine del film Jason è riuscito a ottenere quello che vuole, di essere lasciato in pace dalla CIA, e di avere l'opportunità di una vita normale con Marie, della quale si è innamorato. Nel cast troviamo anche Chris Cooper, Clive Owen, Brian Cox e Julia Stiles.
Il regista è stato un fan di Ludlum sin dai tempi del liceo e ha deciso di portare un adattamento del romanzo sul grande schermo durante la produzione del film Swingers. Dopo due anni di trattative per assicurarsi i diritti dalla Warner Bros, la produzione della pellicola ha avuto finalmente inizio. Liman tuttavia ha deciso di seguire delle linee generiche per quanto riguarda la sceneggiatura, impedendo a Tony Gilroy di leggere il romanzo per non farsi influenzare. Molti degli aspetti riguardanti l'organizzazione segreta che dà la caccia a Jason, arrivano dall'esperienza personale di Liman, il cui padre ha lavorato alla NSA (National Security Agency) durante l'era reaganiana. Liman ha valutato diversi attori per il ruolo di Bourne, incluso Russell Crowe, Brad Pitt e Sylvester Stallone, ma alla fine ha scelto Matt Damon per il suo approccio al personaggio: l'attore ha colpito il regista con il suo interessamento all'aspetto umano della vicenda, piuttosto che a quello spettacolare. Tuttavia Damon, che era al suo primo ruolo action, si è impegnato al 100% ed ha espresso il desiderio di poter filmare le scene di lotta personalmente. Grazie al training con il coreografo Nick Powell e all'istruttore di arti marziali Jeff Imada, con tre mesi di intenso allenamento Matt ha potuto eseguire personalmente la maggior parte delle scene d'azione e dei combattimenti corpo a corpo. La scena dell'inseguimento tra la Mini Cooper rossa e le auto della polizia nelle strade di Parigi è stata giudicata come uno degli inseguimenti più belli della storia del cinema. La pellicola ha riscontrato il favore del pubblico e della critica, incassando un totale di oltre 200 milioni di dollari.
The Bourne Supremacy
Al termine della produzione di The Bourne Identity non era stato previsto un sequel per l'action-spy movie, inoltre i disaccordi tra il regista Doug Liman e la Universal Pictures rendevano le possibilità ancora più scarse. Tuttavia il successo ottenuto al botteghino spronò gli Studios a continuare con la saga, considerato anche il materiale a disposizione grazie ai romanzi di Robert Ludlum. Il punto di partenza della trama per The Bourne Supremacy arriva dalla minaccia che Jason fa al personaggio di Chris Cooper nel primo film, e cioè quella di una vendetta personale se la CIA avesse nuovamente cercato di fare del male a lui o a Marie. Tuttavia la sceneggiatura di Tony Gilroy, che è basata molto alla lontana sulla trama del secondo libro, Doppio Inganno, è stata riscritta il 14 novembre 2003 da Brian Helgeland, che però non è stato citato nei credits. Le differenze tra il libro e la sceneggiatura di Gilroy erano notevoli, ma quest'ultimo aveva di fatto affermato di aver dato vita a un re-imagining della trama usando i personaggi chiave del libro. Anche la stesura di Helgeland si discosta dal romanzo, ma sopratttutto per ragioni stilistiche visto che il libro è stato pubblicato nel 1986, creando quasi un ventennio di intervallo tecnologico tra le ambientazioni e i gadget di cui Jason usufruisce durante sue avventure. La seconda pellicola inizia con Marie e Jason in India, dove vivono tranquillamente, purtroppo il loro idillio è interrotto dall'arrivo di un killer (Karl Urban) che durante un inseguimento uccide Marie. Lo stesso sicario, di nome Kirill, ha fatto in modo di implicare Jason in un duplice omicidio e furto avvenuti durante un'operazione della CIA. Jason tiene fede alla sua parola e parte in missione per vendicare la morte della sua compagna, al tempo stesso l'agenzia si mette nuovamente a caccia della ex-spia perchè lo ritiene responsabile del fallimento della missione. Anche stavolta l'elemento action è ben bilanciato dallo sviluppo del personaggio, scopriamo nuovi dettagli su Jason, che in realtà si chiama David, e al termine della pellicola sembra proprio che Jason abbia chiuso i suoi conti con i fantasmi del suo passato. In questo capitolo viene introdotto il personaggio chiave di Pamela Landy (Joan Allen), mentre ritornano Julia Stiles, stavolta con più screen time, e Franka Potente.Il regista, Paul Greengrass, è stato scelto dalla produzione grazie a un suggerimento di Gilroy e al suo lavoro con Bloody Sunday; Greengrass, ha girato il film quasi come se fosse un documentario, usando camere manuali per creare un senso di partecipazione da parte del pubblico, e una palette di colori desaturati, virati in grigio. Inoltre ha evitato, quanto più possibile, l'uso della computer grafica, preferendo girare dal vivo anche le sequenze più spettacolari. Due settimane prima dell'arrivo del film nelle sale il regista convocò Matt Damon per girare un nuovo finale. All'epoca l'attore era impegnato nelle riprese di Ocean's Twelve e il costo delle riprese si sarebbe aggirato intorno ai 200.000 dollari. La produzione accettò l'idea a malincuore, ma gli screen test con il campione di pubblico risultarono un successo. La pellicola ha avuto un riscontro positivo al botteghino, con un totale di 288.500.217 dollari di incasso e una buona risposta dalla critica che ha giudicato il film un ottimo sequel.
The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo
Ancora una volta il team di produzione non riteneva possibile l'idea di un ulteriore sequel, di fatto la scena finale di The Bourne Supremacy era stata girata per concludere definitivamente la saga ma quando la Universal ha dato l'ok per il terzo capitolo, gli autori hanno dovuto implementare la scena all'interno della trama per il nuovo capitolo. Lo script si basa molto genericamente sul terzo romanzo di Ludlum ed è sempre a opera di Tony Gilroy che ha usato il finale del secondo atto per costruire un esteso flashback che dà inizio al terzo capitolo, The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo. Paradossalmente il sottotitolo italiano è completamente sbagliato in quanto "lo sciacallo" si riferisce all'antagonista di Bourne nei romanzi di Ludlum, non al protagonista. Jason, che al termine di The Bourne Supremacy sembrava aver chiuso con la CIA, l'operazione Treadstone e il suo passato, sta in realtà cercando le prove definitive per ricostruire la storia che si cela dietro le immagini violente che lo tormentano. L'azione si svolge a Mosca, Parigi, Torino, Londra e Madrid fino ad arrivare a New York, dove al termine delle sue avventure il nostro eroe si trova faccia a faccia con l'uomo che è stato artefice del suo destino. Nel nuovo installment ritroviamo Nicky (Julia Stiles) e Pamela Landy nei ruoli di alleate di Jason, mentre arrivano nel cast David Strathairn nel ruolo di Noah Vose, colui che presiede alla caccia all'uomo condotta per catturare Bourne, Scott Glenn nei panni del direttore della CIA e Albert Finney in quelli di Albert Hirsch, il dottore a capo dell'esperimento Treadstone. Le riprese sono iniziate nell'ottobre del 2006 e la pellicola è arrivata sugli schermi americani il 4 agosto del 2007 e il 1 novembre in Italia. Gilroy ha firmato la prima stesura della sceneggiatura, tuttavia l'autore, che intendeva sottolineare e dare enfasi all'evoluzione emotiva di Bourne, al suo percorso di accettazione e pentimento per i suoi crimini, ha commentato che l'opera finita non riscontrava affatto le sue aspettative. Scott Z. Burns e George Nolfi compaiono nei credits come co-autori, mentre Tom Stoppard che ha scritto una sua versione dello script, ha in seguito affermato che "Non credo ci sia una singola parola che mi appartenga nel film".Durante il commento del regista registrato per l'homevideo, Paul Greengrass ha confermato che un certo numero di scene è stato girato in modo da ricordare alcune scene dei capitoli precedenti o del film TV del 1988: quando Jason informa il fratello di Marie della morte di quest'ultima e delle sue intenzioni di vendicarla, la scena ricorda il finale di The Bourne Supremacy, Nicky si taglia i capelli e li colora come Marie in The Bourne Identity, la scena dell'inseguimento è simile a quella di The Bourne Supremacy, uno dei files contiene la foto di Richard Chamberlain che ha recitato nel film TV nei panni di Jason Bourne e infine l'ultima inquadratura con Jason richiama l'opening dell'inizio della saga, quando Bourne è in acqua dopo essere stato ferito. Il film è stato accolto con entusiasmo dalla critica, che lo ha definito un film intelligente e di grande intrattenimento, con un'eccellente performance degli attori e una regia tale da farne il miglior film della saga, ma i consensi sono arrivati anche dal pubblico, con un incasso al boxoffice di oltre 440 milioni di dollari; inoltre la pellicola ha vinto tre Academy Awards nelle categorie di Miglior Montaggio, Miglior Sound Mixing e Miglior Montaggio Sonoro.