Bocche inutili, la recensione: L’Olocausto e la femminilità negata, orrore nell’orrore

La recensione di Bocche inutili: esce come evento in circa 40 sale dal 25 al 29 aprile il film di Claudio Uberti che racconta una storia inedita di annientamento dell'identità e di ogni umanità, ma visto dal punto di vista femminile.

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Bocche inutili: una scena del film

25 aprile: è la Festa della Liberazione dal Nazifascismo. Ed è anche, non può essere altrimenti, una giornata della Memoria. Per questo esce come evento in circa 40 sale il 25, 26, 27, 28 e 29 aprile il film che vi raccontiamo nella recensione di Bocche inutili, opera di Claudio Uberti che racconta una storia inedita di annientamento dell'identità e di ogni umanità avvenuta durante l'Olocausto, ma visto dal punto di vista femminile. Bocche inutili è interpretato da Margot Sikabonyi, Lorenza Indovina, Nina Torresi, Morena Gentile, Anna Gargano, Sara Zanier, Lavinia Cipriani con la partecipazione di Patrizia Loreti. La storia prende spunto da testimonianze di donne sopravvissute all'Olocausto, e ci racconta la vita di Ester, ebrea italiana di 40 anni che viene lasciata sola dopo che la sua famiglia è stata radunata e portata via, e si ritrova in un campo di concentramento insieme ad altre donne. Bocche inutili è una storia che, nel solco dei film sull'Olocausto, trova un punto di vista forte e originale. Al netto di una certa impostazione teatrale nel testo, e di una confezione televisiva, ha un messaggio che arriva forte e potente, e attrici completamente in parte e calate nel ruolo. Da vedere, per non dimenticare.

La storia di Ester

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Bocche inutili: una foto

Ester, ebrea italiana di 40 anni, viene lasciata sola dopo che la sua famiglia è stata radunata e portata via. Al campo di transito di Fossoli fa amicizia con Ada. Ma di lì a poco viene mandata in un altro campo, evitando il convoglio verso Auschwitz che l'avrebbe portata alla morte. Con Ada hanno una missione: salvare il bambino che Ester sta portando dentro di sé.

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Ci brutalizzano in quanto donne

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Bocche inutili: Morena Gentile in una scena del film

"Ci brutalizzano in quanto donne, perché donne. Colpiscono le donne fino ad annientarle, per porre fine alle generazioni". Un personaggio di Bocche inutili, all'inizio del film, lo dice chiaramente. La storia dell'Olocausto viene vista da un punto di vista diverso. Il tema della femminilità negata è interessante, è attuale - si ricollega al discorso odierno della lotta alla violenza sulle donne - pur rimanendo legato a un tempo passato e orribile. Il fatto di annientare le donne, in quanto portatrici della vita, per estinguere un popolo, è un altro segno di un disegno diabolico. Un altro segnale che, in quei tempi, l'umanità era scomparsa e la coscienza obnubilata. Sembra assurdo, eppure il Nazismo non ha avuto pietà neanche per l'altra metà del cielo, quella più fragile, quella più preziosa. Le violenze che abbiamo visto in tanti film, viste sulle donne sono ancora più intollerabili. E sembrano ancora più assurde, se pensiamo che, tra le aguzzine, ci sono proprio delle donne.

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Bocche inutili: un'immagine

Dal limbo all'inferno

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Bocche inutili: un'immagine del film

Bocche inutili si svolge, per la prima parte, in una camerata, in un piccolo campo di transito, una sorta di limbo, una camerata in cui l'attesa, l'ignoto, il senso di importanza e di frustrazione pervadono l'animo di queste donne. Ma è solo l'anticamera dell'inferno, non c'è possibilità di uscita. Le donne vengono deportate nel campo d concentramento di Ravensbruck. Ed è terribile il momento in cui devono deporre i vestiti, che significa perdere ogni rapporto con il mondo esterno. il corpo non apparteneva più a queste donne. Venire private della propria identità. del loro ruolo, è una violenza terribile. Qui alcune donne si confidano tra loro, ed escono così le diverse storie, le diverse vie - che viviamo attraverso dei flashback - alternate alle terribili immagini del campo di concentramento. Una delle location principali del film è il campo di prigionia e concentramento di Fossoli, vicino Carpi, allestito dagli italiani nel 1942 e oggi Museo-Monumento del Deportato, visitato da più di 30mila visitatori l'anno. Il fatto di girare in uno dei veri luoghi di prigionia della Storia dà un senso di realtà in più al film.

Margot Sikabonyi e Lorenza Indovina, interpretazioni che lasciano il segno

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Bocche inutili: Lorenza Indovina in una scena del film

Bocche inutili vive di alcune interpretazioni notevoli. Su tutte quelle di Margot Sikabonyi, che tutti ricordiamo come la ragazzina di Un medico in famiglia, e qui regala un'interpretazione matura, sentita. L'espressività e l'aderenza al ruolo sono aiutate da un trucco che mortifica la sua bellezza, e quella delle altere donne, e mette in evidenza l'occhio affebbrato, malato, dolente. Accanto a lei c'è Lorenza Indovina, che torna in un campo di concentramento a venticinque anni da La tregua, il film tratto da Primo Levi che la vedeva in alcune sequenze molto intense. Anche lei lavora moltissimo su quegli occhi feriti e increduli "Io sono già morta", dice a un certo punto. Ma tutte le interpretazioni sono intense, con la musica drammatica di Andrea Guerra a sottolineare il dolore della storia.

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Bocche inutili: un momento del film

È importante che il concetto arrivi

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Bocche inutili: Anna Gargano in una scena del film

Bocche inutili è un film importante, al netto di alcuni difetti. Pensiamo soprattutto a un testo che in alcuni momenti sembra troppo letterario, e a una recitazione, a tratti, di stampo teatrale. Il tema del film, a volte, sembra essere esternato in modo un po' troppo teorico, programmatico. Ma è importante che il concetto arrivi. Dall'altra parte, la confezione generale sembra un po' quella di una fiction televisiva, a livello di impianto. Ma sono cose che non impediscono affatto che il messaggio del film esca, forte e chiaro.

Un bagliore di luce nel buio

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Bocche inutili: Morena Gentile e Anna Gargano in una scena del film

Bocche inutili è un film dove tutto è nero, e non può essere altrimenti per un'opera che narra questo tema. Ma dove, all'improvviso, arriva un bagliore di luce. È la notizia dell'arrivo di una vita, in mezzo a tanta morte. E quella vita, allora, dovrà essere preservata in tutti i modi possibili. C'è una speranza in mezzo a tanto orrore. Vedere Bocche inutili oggi ha un sapore ancora più amaro. Perché, da qualche parte, l'orrore è ricominciato, in altre forme e con altri presupposti, ma sempre orrore è. E allora, oggi che è la giornata della Liberazione, è anche la giornata della Memoria. Come deve esserlo sempre, tutti i giorni. E queste storie devono essere raccontare in eterno, per non dimenticare mai. Perché l'orrore non ritorni.

Conclusioni

Nella recensione di Bocche inutili vi abbiamo parlato di una storia che, nel solco dei film sull'Olocausto, trova un punto di vista forte e originale. Al netto di una certa impostazione teatrale nel testo, e di una confezione televisiva, ha un messaggio che arriva forte e potente, e attrici completamente in parte e calate nel ruolo. Per non dimenticare.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.4/5

Perché ci piace

  • Il punto di vista della femminilità negata per raccontare l'Olocausto è originale e inedito...
  • ... ed è anche attuale, visto il discorso della lotta alla violenza sulle donne.
  • Le protagoniste, e tutte le attrici, sono perfettamente calate nel ruolo.

Cosa non va

  • Il testo a volte, risulta un po' troppo letterario e programmatico.
  • La confezione è di stampo televisivo, ma il messaggio del film arriva forte e potente.