Durante gli ultimi episodi della terza stagione, Terence Winter e gli altri autori sembravano voler riprendere le redini di una serie che aveva iniziato ripidamente la sua fase calante. Conclusa violentemente la parabola di Jimmy Darmody, l'avversario di Nucky Thompson aveva le fattezze latine di Gyp Rosetti, uomo di fiducia del boss Joe Masseria: Gyp tenterà in tutti i modi di prendersi Atlantic City e di esautorare Nucky dal suo giro d'affari. Nonostante l'ottima caratterizzazione di Bobby Cannavale (che per il ruolo ha vinto l'Emmy come miglior attore non protagonista), Rosetti non riusciva a essere un degno oppositore, anzi, rischiando più volte di apparire la caricatura del mafioso psicopatico, perdeva innanzitutto di credibilità nel confronto con la freddezza di Thompson. Inoltre, alcuni subplot avevano preso una china suicida: ogni riferimento a Nelson Van Alden non è puramente casuale, ma anche la storia di Gillian e del piccolo Tommy era diventata estenuante. Nella mediocrità generale, a entusiasmare erano rimaste soltanto le digressioni dedicate a Richard Harrow e agli intrecci dei realmente esistiti Al Capone, Arnold Rothstein e Lucky Luciano.
La stagione da poco conclusasi negli Stati Uniti si apriva, quindi, con un gran numero di punti interrogativi e un'unica certezza: Nucky Thompson ha definitivamente abbandonato la politica e la vita pubblica per abbracciare il suo animo da gangster .
Uno dei motivi nevralgici di tale ripresa si deve alla costruzione di un efficace apparato avversario contro il quale Nucky, volente o nolente, finirà per scontrarsi: da una parte il mellifluo dottor Narcisse, uomo d'affari, medico, teorico e predicatore della liberazione dei "libici" (così chiama gli uomini di colore) in America; dall'altra l'agente speciale Knox/ Tolliver, infiltrato del Federal Bureau diretto dal giovane e ambizioso John Edgar Hoover. Come al solito BoardWalk Empire sfrutta l'ambivalenza dei propri protagonisti e l'intera stagione è un continuo doppio gioco, tra scambi di ruolo e specchietti per le allodole. Nei primi episodi, durante i quali si mettono le basi per lo sviluppo narrativo, troviamo Nucky che vive isolato in un albergo vuoto, di fronte alla spiaggia; Chalky White, leader della sua gente, con in mano l'Onyx Club sul boardwalk; Richard, auto-esiliatosi da Atlantic City, è in viaggio verso casa per riabbracciare la sorella, anche se la scia di sangue dietro di sé pare non volerlo abbandonare; Gillian, ormai eroinomane, lotta per la custodia del nipote e incontra un affascinante forestiero; Nelson, che vive sotto le mentite spoglie di George Mueller, fa il riscossore per l'irlandese Dean O'Banion a Chicago. Acres of Diamonds, la terza puntata, segna un turning point decisivo: Nucky, convinto dal suo vecchio amico McCoy, accetta di fare un viaggio in treno di ventisei ore per giungere a Tampa, in Florida. Qui deve fare da partner per una speculazione edilizia, per entrare in possesso di un'enorme proprietà che diverrebbe il centro di smistamento per il contrabbando di alcol in tutto il paese. Chiacchierando con dei giovani venditori in albergo, Nucky scopre che l'area sta per essere edificata ed abitata, pertanto si tira indietro ritenendo i rischi troppo alti; a Tampa fa anche la conoscenza di Sally, l'emancipata e matura tenutaria di un locale interpretata da Patricia Arquette (che sfodera un fantastico accento). Dopo una notte passata a parlare e a bere con la donna, Nucky cambia idea e telefona a McCoy per comunicargli che accetta i rischi dell'affare: McCoy, però, si era dovuto difendere dall'attacco del terzo partner, Tucker, con il quale era indebitato, e l'aveva ucciso. La ricerca del terzo socio è di fondamentale importanza perché farà convergere a Tampa altri tre personaggi: da New York Mayer Lansky e Charlie Luciano, e il misterioso Mr. Pierce. Quest'ultimo è in realtà Vincenzo Petrucelli, cugino di Masseria, il quale, venuto a conoscenza dell'organizzazione, desidera una fetta per sé, facendo contrabbandare insieme agli alcolici anche l'eroina, il tutto all'insaputa di Nucky.
Valentin Narcisse fa capolino ad Atlantic City e riesce a infilarsi negli affari tra Nucky e Chalky e nei rapporti tra Chalky e i suoi uomini. Il "negro con un dizionario", come lo chiamerà Chalky, è abile nel giocare le proprie carte: dietro l'aspetto calmo e i modi educati del predicatore, si nasconde il re di Harlem che ha fatto una fortuna con lo spaccio di eroina - e che presto entrerà in rapporti di affari col potente Masseria. Ottimo affabulatore, Narcisse fa leva sull'orgoglio ferito di Pursley (continuamente umiliato dal suo capo) e lo convince a lavorare segretamente per lui per spodestare progressivamente White.
Nelson/George Mueller è sempre più vicino alla cerchia dei Capone e presto tradirà O'Banion, reo di aver fatto arrestare il mentore e capo di Al, Johnny Torrio. Infine, Richard Harrow che, dopo il breve soggiorno a casa, è costretto a tornare ad Atlantic City dove aiuterà Julia Sagorsky nella battaglia legale contro Gillian.
Un personaggio che diviene via via più rilevante è Willie, il maggiore dei figli di Eli: il giovane Thompson sta facendo il primo anno di università, accontentando il padre, ma le sue ambizioni sono ben altre. Vuole diventare come lo zio Nuck e, dopo essersi messo nei guai, finirà sotto la sua ala protettiva e giocherà un ruolo chiave nel sotterraneo conflitto che si ricostituirà tra i due fratelli. In questo conflitto sarà determinante anche il sopracitato agente Knox (il cui vero cognome è Tolliver) che, fingendosi un poliziotto corrotto, avvicinerà i più fidati uomini di Nucky per riuscire a scoprirne i punti deboli (tra questi, anche il vecchio Kessler, non più semplice chaffeur). L'intuizione di Tolliver è che esista una rete del crimine organizzato, a carattere cospirativo, all'interno della quale hanno un ruolo fondamentale vari mobster, tra cui Thompson, Masseria e Petrucelli: Hoover, interessato più ai dissidenti politici (i rossi) e ai sobillatori di colore, non crede che possa esistere una rete criminale a così ampio raggio (e questo è a tutti gli effetti un errore storico che J. Edgar commise), isolando nell'indagine il suo compagno di università.
Non sveleremo alcun dettaglio della final season, e suggeriamo di fare attenzione agli articoli sparsi per il web, ad altissimo rischio di spoiler. Ci permettiamo però un paio di considerazioni: la prima riguarda i due personaggi "black", perché sia Chalky White che il dottor Narcisse sembrano dover tornare, sebbene in ruoli diversi: Chalky potrebbe essere una mina pronta ad esplodere, mentre Narcisse continuerà a fare da spina nel fianco, visto anche il rapporto allacciato con Hoover. La seconda considerazione riguarda la costruzione del climax finale, la cui forza esplosiva rischia di apparire solo come fumo gettato negli occhi degli spettatori: infatti, molte parentesi aperte non vengono chiuse ma lasciate pendenti per il prosieguo della serie. Ci accontentiamo della bellezza degli ultimi minuti di Farewell Daddy Blues, in compagnia di uno dei personaggi più amati e tormentati, che vediamo, finalmente riappacificato, in riva all'oceano. Nella prima stagione sembrava che si stesse assistendo a uno show che avrebbe segnato nuovamente il passo: un'ambiziosa architettura narrativa, in pieno stile HBO, per tracciare il profilo storico-politico della nascita dell'America moderna. I nomi del creatore, Terrence Winter, e quello di Martin Scorsese come executive, ci avevano tratto in inganno, ma Boardwalk Empire non possiede la grandiosità tragica de I Soprano.
Con la terza e, soprattutto, con la quarta stagione che appare, in fin dei conti, di transizione, Boardwalk Empire - L'impero del crimine si afferma, invece, come uno show che cerca di aggiornare il genere del gangster-movie alla narrazione seriale contemporanea. Grazie all'elevatissima qualità tecnica, sia per la raffinata ricostruzione scenografica che per l'elaborato comparto visivo, al momento la missione può dirsi riuscita.