Non c'è spazio per le assoluzioni, non c'è spazio per il perdono, né per la debolezza, i sentimenti e l'onestà nel mondo di alcool, denaro, sangue e piombo che, alla fine di questa seconda stagione di Boardwalk Empire - L'impero del crimine, ci ha ormai irresistibilmente avvinti. Abbiamo notato in passato su queste stesse frequenze come gli eroi di Boardwalk Empire mancassero delle qualità umane e accattivanti dei più gloriosi gangster televisivi, I Soprano in primis: ma con questo finale si rivelano personaggi titanici e affascinanti pure nel loro realismo, nella loro doppiezza e nella loro depravazione, e non si può che ammirare la lucidà d'intenti e la coerenza di Terence Winter e dei suoi co-sceneggiatori che così li hanno voluti sin dalle primissime battute della storia, ispirata, dopotutto, a fatti reali.
Ma vediamo in dettaglio questi due episodi finali. In Under God's Power She Flourishes affrontiamo le conseguenze dell'assassinio di Angela: era un matrimonio complicato, quello dei Darmody, fondato su un sentimento affettuoso ma troppo superficiale e sul dovere più che su un'autentica affinità. Ma non per questo Jimmy è meno devastato da quella morte che ha causato lui stesso, sottovalutando il brutale Manny Horvitz: e se è vero che lo show di Terence Winter non ha mai fatto grande uso dell'espediente del flashback, è proprio questo il momento giusto per ricorrervi, per scoprire qualche dettaglio in più sul passato del soave e malinconico personaggio interpretato dalla bella Aleksa Palladino e per portare alla luce le profonde e dolorose radici della rabbia, della vergogna e del senso di colpa di quello che ha le fattezze di Michael Pitt.
Per quanto riguarda Nucky, in Under God's Power She Flourishes l'ex tesoriere di Atlantic City sembra ancora una volta vedere uno spiraglio di salvegga che finisce per sfuggirgli: questa volta è la comunità di colore a venirgli incontro, con la rivelazione di un segreto del testimone principale del processo contro di lui, il federale Nelson Van Alden, ancora più compromettente di quello della paternità illegittima della piccola Abigail: l'omicidio rituale dell'agente Sebso.
Peccato che, come detto, la scoperta dell'inattendibilità di Van Alden non basta a salvare Nucky, che rischia di vedere sul banco dei testimoni proprio la sua Margaret, annientata dai sensi di colpa a causa della malattia della figlioletta Emily e decisa a liberarsi pienamente la coscienza. Il confronto tra questi due personaggi non ha forse l'intensità di quello tra Jimmy e Gillian, ma soltanto perché quest'ultimo ha la potenza e l'ineluttabilità della tragedia classica: il momento in cui Nucky mostra a Margaret il suo volto più spaventoso è colmo di tensione rivelatrice, ma nella reazione di lei c'è una fierezza che ci fa capire che sarà per Nucky un osso anche più duro dei suoi nemici.
Quella di Jimmy è invece una resa assoluta e incondizionata. Abbiamo visto in passato come Richard Harrow, il commilitone sfregiato e torturato al suo fianco, era l'esternazione, la rappresentazione visibile delle ferite interiori di Jimmy: in To the Lost il tragico destino sfiorato da Richard in Gimcrack and Bunkum è di fatto abbracciato dall'amico, che lo lascia con un incoraggiamento alla guarigione e il compito di essere l'angelo custode dal volto raccapricciante al fianco di un bambino innocente e di una madre reproba per incamminarsi verso un finale agghiacciante, emozionante, coraggioso eppure perfettamente coerente.
Un inappuntabile e certosino lavoro sulla continuity e una scrittura di grande ingegno e potenza evocativa contribuisconono a chiudere in maniera pienamente soddisfacente questa seconda stagione di Boardwalk Empire: rispetto alla conclusione della prima, tuttavia, manca forse un po' di apertura al materiale narrativo della terza stagione. Ma abbiamo un matrimonio/duello, abbiamo Richard e Tommy, abbiamo Nelson Van Alden in fuga nel territorio di Al Capone, e abbiamo l'alba di un nuovo traffico, ancor più lucroso e letale di quello degli alcoolici: l'eroina. Per il resto, gli autori di questo show hanno dimostrato di meritare la nostra piena fiducia; ci rimettiamo volentieri alla loro sapiente logica, e alla loro glaciale implacabilità.
Movieplayer.it
4.0/5