Iniziamo questa recensione di Blood Red Sky con una constatazione necessaria: non capita spesso che opere come questa - che rivisitano i topos che sono stati costruiti da cinema e letteratura su determinate creature del terrore, in questo caso i vampiri - siano in grado di stupirci e di tenerci incollati allo schermo, coinvolgendoci e catturandoci. Il film diretto da Peter Thorwarth distribuito da Netflix è stato davvero una piacevole scoperta, è infatti capace di mescolare sapientemente thriller ed horror, di creare personaggi per cui è facile empatizzare e dare vita ad un intreccio che unisce elementi familiari (come dicevamo, appunto, tutto ciò che caratterizza le storie di vampiri) a spunti unici ed originali.
Un film che tiene lo spettatore con il fiato sospeso, che forse avrebbe guadagnato in scorrevolezza con un minutaggio leggermente ridotto (una mezz'ora in meno sulle due ore totali avrebbe sicuramente giovato), ma che comunque riesce a mantenere la tensione sempre molto alta, fin dai momenti introduttivi, in cui vengono poste le coordinate per la storia che verrà, fino alle sequenze finali, in cui assistiamo ad un vero inferno vampiresco prendere vita sullo schermo.
Sangue e terrore su volo verso New York
Nadja (Peri Baumeister) è una vedova tedesca che, con il figlioletto Elias (Carl Anton Koch), si sta recando a New York per curarsi da una grave malattia che l'ha colpita, probabilmente leucemia. Elias porta i bagagli in aeroporto aspettando che la madre lo raggiunga e lì fa la conoscenza con Farid (Kais Setti), un fisico in viaggio per gli Stati Uniti per partecipare ad un convegno. Con l'arrivo di Nadja, che vediamo mentre si somministra dei dolorosi medicinali, i passeggeri vengono finalmente fatti imbarcare e l'areo decolla. Le cose sul volo Transatlantic 473 (questo anche il titolo originale del film) si fanno subito inaspettatamente drammatiche: poco tempo dopo la partenza un gruppo di terroristi prende infatti il controllo dell'aereo. Armati e guidati da intenzioni ben più meschine e terribili delle rivendicazioni religiose, i dirottatori cercano di cambiare la rotta del volo per farlo esplodere su Londra. Nella confusione generale uno di loro, però, spara a Nadjia, che si era allontanata dal suo posto senza permesso. Il destino della donna sembra segnato, è stata colpita più e più volte, ma ci rendiamo presto conto che la situazione non è decisamente come sembra: la malattia di cui la giovane madre soffre non è leucemia, ma una forma particolarmente aggressiva di vampirismo, che lei sta cercando di combattere e tenere faticosamente sotto controllo.
Il pericolo che incombe sul piccolo Elias farà però scoppiare in lei una furia inaspettata, costringendola a dare libero sfogo agli istinti che fino a quel momento aveva cercato di tenere sopiti. Un vampiro contro un manipolo di terroristi dovrebbe aver vita facile e sconfiggerli velocemente, direte voi, peccato, però, che uno di loro riesca ad avere accesso ad una piccola quantità del sangue di Nadja e ad avviare così una pericolosa trasformazione. La situazione, quando alcuni dei passeggeri iniziano ad essere morsi, sembra farsi irrecuperabile: ce la farà la donna a portare in salvo il piccolo Elias?
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Thriller ed action
Come dicevamo Blood Red Sky mescola perfettamente horror e thriller/action, in un insieme che colpisce ancor di più lo spettatore per la location ristretta in cui il film si svolge quasi per intero. La tensione si fa ancor più palpabile proprio grazie alla scelta di limitare l'azione sull'areo dirottato (e poi preso d'assalto dai vampiri), mettendo insieme situazioni davvero da cardiopalma ed evocando atmosfere che ci hanno ricordato quelle di una recente serie Netflix che ci aveva particolarmente colpito, Into the Night, in cui una situazione estremamente drammatica si consuma proprio durante un volo transoceanico. La sceneggiatura di Blood Red Sky è ben sviluppata dall'inizio alla fine, magari dilungandosi un po' troppo nei momenti centrali, ma comunque capace di costruire la tensione, aggiungendo una difficoltà dopo l'altra e rendendo sempre più complicato trovare una soluzione ai problemi che cominciano ad accumularsi.
I personaggi non vengono particolarmente approfonditi - si tenta di caratterizzare Nadja attraverso una serie di flashback sul suo passato, con i villain invece non ci si prova nemmeno - ma sono comunque capaci di creare una buona empatia con lo spettatore. Ottima in particolare la performance di Peri Baumeister, capace di veicolare le diverse e contrastanti emozioni che prova e che la guidano: la necessità di lasciarsi andare al richiamo del sangue, forte tanto quanto l'atavico bisogno di proteggere suo figlio e di mantenere il controllo sul suo lato più animalesco.
un film forse troppo lungo ma che cattura
Una storia capace di coinvolgere chi guarda e di scatenare brividi ed emozioni forti, anche grazie ad una buona dose di gore. Peccato, come abbiamo più volte sottolineato, per un minutaggio un po' troppo esteso e per una sceneggiatura che nella parte centrale si dilunga eccessivamente. Un film che, ad ogni modo, ha tutte le carte carte in regola per essere apprezzato da un pubblico di appassionati del genere ma anche da chi tendenzialmente non si approccia a questo tipo di storie.
Conclusioni
Concludiamo la recensione di Red Blood Sky sottolineando come il film di Peter Thorwarth distribuito da Netflix sia un buon prodotto di genere che mescola horror e thriller sapientemente. Peccato per il minutaggio un po' eccessivo e per lo scarso approfondimento dei personaggi, in particolare i villain.
Perché ci piace
- Una trama coinvolgente che mescola elementi dell'horror e del thriller.
- L'interpretazioe di Peri Baumeister nel ruolo principale.
- Uno sviluppo narrativo che mantiene la tensione sempre alta.
Cosa non va
- Il film risulta troppo lungo.
- I personaggi non vengono particolarmente approfonditi.