"Il tuo capo dov'è?" "Per te basto io". Ed è amore a prima vista, dopo tre minuti. Per Bea, la ragazza che ha risposto "per te basto io" a un uomo, e per la serie che vi raccontiamo nella recensione di Blocco 181, la nuova serie Sky Original, dal 20 maggio su Sky Atlantic e in streaming su NOW (e sarà sempre disponibile on demand), la prima in-house Sky Studios italiana, prodotta con TapelessFilm e Red Joint. È amore a prima vista perché, da subito, vediamo una giovane donna in grado di tenere testa agli uomini, e senza alcuna paura. E capiamo che Blocco 181 è prima di tutto una storia di emancipazione, familiare, sentimentale e anche criminale. E perché se, dopo quei tre minuti del primo episodio, non ci fosse quel dialogo in italiano, ci sembrerebbe di essere davvero da un'altra parte. Potremmo essere in Colombia, in Messico o nei sobborghi di Los Angeles. E invece siamo a Milano, una Milano dove il Duomo e la Madonnina osservano da lontano una storia ambientata in un mondo criminale di periferia che non è reale, ma verosimile. In questi spunti, sin dai primi minuti della serie, capiamo la cifra di Blocco 181. Un romanzo criminale e di formazione, iperrealistico, muscolare e passionale, a tinte forti come una graphic novel. Un prodotto di livello internazionale. Con Salmo come supervisore e produttore musicale, produttore creativo e attore. Un ottimo attore.
I ragazzi del Blocco e quelli della Misa
Nel Blocco 181, immaginario quartiere di periferia che vive di appartamenti abusivi e attività al limite della legalità, ci sono i ragazzi del Blocco, che dominano lo spaccio organizzato di cocaina. Ma ci sono anche i pandilleros della Misa, tatuati, famelici, una grande famiglia allargata in cui ognuno è pronto a dare la vita per l'altro. Bea (Laura Osma) è la sorella del palabrero Ricardo, il leader della Misa, che ora è in carcere, e si sente in grado di raccogliere la sua leadership, anche se è una donna. Per una serie di eventi si unisce a Ludo (Alessandro Piavani), un ragazzo ricco che fa lo spacciatore non per bisogno ma per "vocazione", e a Mahdi (Andrea Dodero), ragazzo del Blocco di origine nordafricana, che è fedele a Rizzo (Alessio Praticò), il boss del quartiere, uno zio che è come un padre. I tre si amano, si alleano, e provano a sovvertire l'ordine delle cose nel mondo criminale in cui vivono.
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Un Romeo e Giulietta e Romeo criminale e sovraeccitato
Ciro Visco, insieme a Giuseppe Capotondi a Matteo Bonifazio regista di Blocco 181, ha dichiarato che, a una prima lettura della sceneggiatura, non riusciva a identificarne il genere. E in effetti è così, Blocco 181 è chiaramente un crime, ma è anche una storia d'amore. È un West Side Story sotto cocaina, un Romeo e Giulietta e Romeo criminale e sovraeccitato. In un mondo duro e spietato al centro ci sono loro, Bea, Ludo e Mahdi, Jules e Jim e Catherine della criminalità, tre Dreamers che sognano un loro posto nel mondo che abitano. Il loro rapporto è il motore del film: non è solo sesso, ma anche intimità, tenerezza, complicità. E un'alleanza per provare a conquistare il mercato della cocaina a Milano, una cocaina che ormai è consegnata in modalità delivery come una cena ordinata su Glovo.
Ogni tassello del mosaico ha il suo colore
I tre protagonisti, ma anche gran parte dei personaggi di quella che è una serie corale, sono volti ancora poco noti, e questo favorisce l'identificazione con i personaggi: sembra che non interpretino, ma che siano quei caratteri. La scelta del look contribuisce a creare il loro mood. Ludo, ricco di famiglia, sembra uno studente in vacanza da una vita, con boxer da mare, camicie floreali e qualche giubbetto camouflage. Bea è una ragazza del barrio: shorts di jeans stone washed, sneakers da basket che rendono slanciate le sue gambe toniche, canotte scollate e bomber fiorati, ha un look street style che denota la sua sfrontatezza e la sua sensualità. Mahdi è quello che ha il look più sobrio: è sempre in tuta e t-shirt, spesso nere, una sorta di tenuta da lavoro, per chi, come lui, deve essere sempre a disposizione dello zio, Rizzo, che più che un boss criminale è una sorta di anonimo - anche nel look - amministratore di condominio. E così Lorenzo (Alessandro Tedeschi), altro boss della droga che ha lasciato il Blocco da 10 anni, è invece elegantissimo, un modo per denotare la sua ambizione. Ogni tassello ha la sua forma e il suo colore, ma l'impatto d'insieme dei vari tasselli nel mosaico di Blocco 181, è ancora più d'impatto.
Blocco 181: la prima in-house production Sky Studios per l'Italia, dal 20 maggio su Sky e NOW
Un racconto iperrealista come una graphic novel
Blocco 181 è un racconto iperrealista, ambientato in una periferia milanese immaginaria, che ne racchiude molte ma non ne rappresenta nessuna in particolare. Non è reale ma è verosimile: è fatta di tante realtà da cui sono stati colti dei tratti distintivi per poi esagerarli, eccitarli, spingerli all'estremo. È un racconto che respira in ambienti degradati e ruvidi, ed estremamente affascinanti: sono qui e ora, ma potrebbero essere parte di qualsiasi periferia del mondo. Questo fa di Blocco 181 un romanzo universale che, crediamo, potrebbe avere molto successo in tutto il mondo. È un racconto che è come una graphic novel: violento, pieno di chiaroscuri e contrasti. E con dei colori intensi, carichi, senza essere accesi. Per intenderci, non è la luce al neon che va molto di moda oggi, quella di Bang Bang Baby, ma è più il colore del graffito di un writer su un muro urbano, o quello stampato sulla pagina di un fumetto. I direttori della fotografia hanno spiegato che è caratterizzata da contrasti forti in cui i colori non si mischiano e rimangono puri, nitidi, lisergici. L'effetto è potente.
Salmo, autore delle musiche e attore perfetto
Mentre a Milano, per la prima volta, sentiamo il sudore sui corpi delle persone, che vivono in una sorta di perenne giornata estiva, seguiamo la storia sulle note della musica creata da Salmo. Che non somiglia per niente al suono di Salmo. Lo storico rapper ha puntato su una musica elettronica, su dei bassi potenti che pulsano come i cuori tachicardici accelerati dalla cocaina. Salmo, una delle anime della serie, è anche attore, nella parte di Snake, tirapiedi di Lorenzo e fedelissimo a lui. La sua faccia da duro, i tratti spigolosi e irriverenti sono perfetti per il suo personaggio, e per lo stato d'animo di Blocco 181. È un'altra delle intuizioni vincenti di una grande serie.
Conclusioni
Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Blocco 181, la nuova serie è un romanzo criminale e di formazione, iperrealistico, muscolare e passionale, a tinte forti come una graphic novel. Un prodotto di livello internazionale. Con Salmo come supervisore e produttore musicale, produttore creativo e attore. Un ottimo attore.
Perché ci piace
- I personaggi, scritti in modo approfondito e interpretati da attori perfetti.
- L'ambientazione, una periferia milanese immaginaria, ma verosimile, e allo stesso tempo universale.
- Il tono iperrealistico delle immagini e del racconto, che ne fanno una serie muscolare e passionale.
Cosa non va
- Potrebbe non piacere a chi non ama le serie crime, ma questa è ancora diversa dalle altre.