Blame the Game, la recensione: una commedia degli equivoci leggera (e dimenticabile)

Una commedia degli equivoci già vista in salsa romance, che guarda al cinema americano, ma con uno uso particolare dei giochi da tavola. Blame the Game è disponibile su Netflix.

I protagonisti di Blame the Game

Quando nel cinema viene adoperata la trovata di raccontare una serata tra amici passata con i giochi da tavolo, spesso e volentieri l'intento è quello di mischiare finzione e realtà, utilizzando il linguaggio audiovisivo. Essendo, di fatto, quello che meglio riesce ad unire le due dimensioni. Si mescolano i personaggi e i giocatori, così come le loro relazioni e le loro caratteristiche, creando quella giusta atmosfera per mettere in scena storie noir, gialle o horror.

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La combriccola pronta a giocare fino a tarda notte.

Blame the Game, pellicola di produzione tedesca originale Netflix disponibile sulla piattaforma, parte dalle medesime premesse e si avvale dei medesimi strumenti, ma fa una cosa diametralmente diversa rispetto all'usuale. Infatti il film diretto da Marco Petry utilizza la serata con i giochi da tavolo come strumento per svelare la realtà.

Lo suggerisce il titolo stesso, in cui si invita a dare la colpa al gioco, parte attiva di un processo di rivelazione che coinvolge il gruppo di amici, in special modo i due innamoratissimi protagonisti alle prese con un invadente ex, attraverso espedienti comici tradizionali, ma divertenti per far emergere ciò che c'è al di sotto del loro apparentemente perfetto e piccolo mondo. D'altro canto come si fa a considerare perfetto un modo che non sa neanche integrare un nuovo arrivato?

Blame the Game, la trama: il triangolo sul tavolo da gioco

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La coppietta felice al centro di Blame the Game

Il nuovo arrivato di Blame the Game è Jan (Dennis Mojen), un giovane proprietario di un negozio per bici, che un giorno incrocia in un parco la bella Pia (Janina Uhse), una fotografa. I due si incontrano in uno dei più classici cliché romance, ovvero tramite i loro due cagnolini (ecco perché erano entrambi in un parco), che li guidano verso il reciproco colpo di fulmine.

Da lì tutto prosegue come in un sogno, con i due innamoratini che passano il loro tempo insieme, tra foto, bici, battute, sguardi d'amore, baci rubati e una Berlino da commedia romantica americana. Dai sogni però prima o poi ci si deve svegliare e in questo caso ci pensa una sirena d'allarme che si chiama "tradizionale serata tra amici con giochi da tavola". Un evento che si rinnova di mese in mese nella comitiva di Pia e apparentemente d'importanza fondamentale per tutti.

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I due contendenti per la mano di Pia.

Il battesimo di Jan si terrà nella sfarzosa villa di Karo (Anna Maria Mühe), un'imprenditrice successo, e suo marito Oliver (Axel Stein), un insegnante con la fissa per il suo cacatua, ma da tempo dimora anche del fratello di lei, il curioso Kurt (Maximilian Meyer-Bretschneider). L'ultima giocatrice è Sheila (Taneshia Abt), una farmacista che non accetta la fine del suo rapporto amoroso. La cosa che tutti hanno in comune è il successo in campo lavorativo, risultato che a parer loro li autorizza a guardare Jan dall'alto in basso. Situazione piuttosto scomoda per il ragazzo, che peggiora ulteriormente quando si presenta Matthias (Stephan Luca), il bellissimo e ricchissimo dentista ex ragazzo di Pia.

Ti presento i miei (amici) per una serata con i giochi da tavola

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Un momento distensivo della serata giochi da tavola.

Blame the Game funziona per meccanismi narrativi piuttosto classici: una commedia degli equivoci, in cui la protagonista porta il suo nuovo lui a casa della famiglia scoprendo come sia apparentemente impossibile per lui legarsi con loro. In questo caso per "famiglia" si intende "gli amici di Pia", i quali, nonostante le bizzarrie e gli evidenti problemi interni, fanno fronte comune contro il nuovo arrivato, appoggiando la vecchia fiamma della loro amica.

Il film di Petry va liscio come l'olio non calcando mai troppo la mano, anzi, trovando un buon equilibrio tra i vari spunti che mette insieme: al centro c'è la lotta tra due uomini che vorrebbero la stessa ragazza, con mancanze perfettamente spiegabili con le più celebri teorie freudiane. Scena dopo scena, il plot si allarga andando a fare le pulci ai rapporti tra i giocatori/protagonisti presenti alla serata. Una serata che scoperchia il famigerato vaso di pandora, costringendo i presenti a fare i conti con loro stessi.

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Il gruppo di amici di Blame the Game sà come divertirsi.

Ciò che però permette a Blame the Game di portare a casa il risultato non è però neanche questa struttura (ordinata, funzionale, ma senza né pretese né sorprese), ma la capacità di destreggiarsi tra situazioni comiche già viste e digerite dal pubblico e risvolti di trama prevedibili con certezza "semimatematica" grazie ad un ricollocamento funzionale all'interno di una struttura d'insieme domestica, leggera e divertente. Una di quelle che si fa tutto sommato apprezzare, nonostante ciò che ha da offrire non sia proprio indimenticabile.

Conclusioni

Nella recensione di Blame the Game vi abbiamo parlato della commedia originale Netflix di produzione tedesca che racconta di una traumatica serata tra amici con i giochi da tavola. La pellicola diretta da Marco Petry guarda ad un certo tipo di commedia degli equivoci statunitense in salsa romantica, tra copia carbone e qualche spunto particolare. Il risultato è ampiamente già visto, ma dritto, leggero e divertente nel suo essere pensato per ambizioni totalmente domestiche.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • L'utilizzo di classici meccanismi da commedia romantica americana.
  • Il particolare uso diegetico della "serata con i giochi da tavolo".
  • Il suo essere divertente e funzionale per le proprie ambizioni casalinghe.

Cosa non va

  • L'evoluzione di storia e personaggi percorre binari senza pretese.
  • La struttura e le trovate sono ampiamente già visti.