Se c'è un film che non invecchia e resiste senza nemmeno un graffio alla prova del tempo, è Blade Runner. Forse non tutti ricordano che il capolavoro di Ridley Scott, che vedeva protagonista un Harrison Ford alla ricerca di "lavori in pelle" ribelli, era ambientato nel 2019.
Deckart, Rachel, Pris e soprattutto Roy Batty si muovono in una Los Angeles distopica che sta proprio nel nostro anno corrente. Philip K. Dick, nel suo racconto Ma gli androidi sognano pecore elettriche? (ripubblicato poi anche con il titolo Il cacciatore di androidi) ambientava la vicenda nel 1992, ma ovviamente per il cinema dieci anni erano troppo pochi perché si realizzassero le colonie extramondo. Celeberrima è la battuta "Io ne ho viste cose, che voi umani non potreste neanche immaginarvi" - il più delle volte citata in modo erroneo, in realtà - e per questo siamo qui, in questo 2019 non distopico, non post-apocalittico, a tirare le somme. Cose che noi abbiamo visto, che viviamo, che né Philip K. Dick, né Ridley Scott avrebbero potuto immaginare ai loro tempi.
1. Telefoni cellulari, tablet e dispositivi mobili
Oggetti che oggi, per ognuno di noi, sono la normalità. Per molti sono quasi un prolungamento prostatico del braccio stesso, tanto ne fanno uso. Nel 1968, quando fu scritto il racconto, erano ancora impensabili. Ma nemmeno Scott, nel 1982, ne avrebbe potuto immaginare un così largo utilizzo. Chissà come sarebbe oggi se Deckart potesse usufruire di un cellulare. Forse somiglierebbe un po' di più a Fox Mulder...
2. GPS e meccanismi di geolocalizzazione
Un androide con un GPS al suo interno, un dispositivo per cui, se solo provasse a rimuoverlo, il suo ciclo vitale terminerebbe. Ed ecco qua: con un semplice GPS, presente anche in ogni cellulare, trama conclusa. Gli androidi ribelli verrebbero subito localizzati, identificati e messi fuori uso. E noi non avremmo avuto Blade Runner né il suo sequel.
3. L'internet delle cose
Oggi oggetto ormai è dotato di una sua intelligenza artificiale e la robotica ha raggiunto risultati che solo nella fantascienza potevamo immaginare. Ma l'internet delle cose, per cui qualunque oggetto può essere in rete, non era in Blade Runner. C'è da dire che in altri film di fantascienza contemporanei a quello di Scott era presente qualcosa di simile...
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4. I bordelli con le bambole di silicone
Tris era un modello di androide pensato per il piacere. Praticamente una prostituta androide. Oggi però gli uomini non vogliono nemmeno quello. Troppo simile a una donna vera, parla e pensa. C'è chi preferisce farsela con una bambola di silicone, in appositi bordelli specializzati, senza alcuna interazione. Sorvoleremo sulle questioni morali, ci limiteremo a dire che, almeno, Pris era una buona compagnia durante la sigaretta successiva...
5. I social network
Un altro buon metodo per scovare i replicanti potrebbe essere l'utilizzo dei social. Ma quando il racconto fu scritto, e anche quando il film fu girato, non esistevano i social network. Oggi tutto è social, e probabilmente basterebbe diramare le foto dei ribelli per ricevere migliaia di segnalazioni, in una città multi-stratificata, per poter trovare i lavori in pelle che si cercano. C'è da dire, d'altro canto, che in molti non alzano mai il naso dal proprio telefonino.
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6. I risvoltini e un look che pare regredire
Risvoltini, calzini corti, mocassini indossati con il piede nudo, tute da ginnastica per uscire il sabato sera... In Blade Runner i protagonisti vestono un look un po' retrò, che li esclude dal tempo, che li lascia in un limbo, ma la cui eleganza è fuori discussione. Forse nessuno avrebbe potuto immaginare l'orrore...
7. I terrapiattisti
Negli anni Sessanta Philip K. Dick immaginava la salvezza dell'umanità in colonie extramondo. Oggi ci sono i terrapiattisti, gente che mette persino in dubbio che la terra sia sferica. O ellittica, cavillate come meglio vi piace. Fatto sta che "eppur si muove" non lo abbiamo inventato noi, e c'è grossa, grossissima confusione su cosa sia davvero un'opinione e quanto vasto possa essere il diritto di esprimerla...
8. Greta Thunberg
La società di Blade Runner è fritta. Una comunità allo sbando, che se ne è fregata da sempre e per sempre dell'ambiente e delle conseguenze che l'impatto umano poteva avere su di esso. Tanto che i replicanti fuggitivi si rifugiano nei boschi: a nessuno verrà in mente di avventurarsi lì per cercarli. L'inquinamento è talmente forte che l'umanità sta nelle colonie extramondo, non ci hanno nemmeno provato, a salvare questo pianeta. L'aria è irrespirabile, le piogge incessanti. Di certo non Dick, ma nemmeno Scott poteva immaginare che, al giorno d'oggi, Greta Thunberg, una ragazzina di quattordici anni potesse dare il via a un movimento così potente da smuovere le coscienze del mondo intero. Pro o contro, nessuno è indifferente a Greta e le tematiche ambientali sono uno dei punti fondamentali di ogni programma politico-sociale a livello mondiale.
9. Il SEO
L'algoritmo che tutto domina e tutto appiattisce. La ragione per cui, anche noi, mettiamo questo punto numero nove in questo articolo di approfondimento. Dobbiamo arrivare a dieci, per avere un SEO ottimizzato: veniamo indicizzati meglio. I replicanti di Blade Runner, invece, rispondono a funzioni differenti e hanno, pertanto, algoritmi diversificati e meno prevedibili. Per questo, al giorno d'oggi, non siamo poi tanto sicuri che il SEO e gli algoritmi vari, ai quali pure ci sottomettiamo in parte e per forza di cose, siano la risposta giusta. Li utilizziamo in attesa della loro caduta e dell'avvento di un nuovo sovrano codificato.
10. Il sequel di Blade Runner
Nel 1982 Ridley Scott aveva già diretto Alien. Non pensava a una serialità: era un fenomeno che non esisteva e che si stava moderatamente affacciando nel cinema grazie a Guerre stellari. Aliens - Scontro finale era un progetto che avrebbe visto la luce anni dopo, diretto per giunta da un altro regista, James Cameron. Di sicuro Scott non immaginava che il suo capolavoro avrebbe, molti anni dopo, avuto un sequel. E nemmeno noi. Tanto che quando fu annunciato, tremammo. Invece, per fortuna, Blade Runner 2049 è stato realizzato e ci ha anche sorpresi. Un sequel puro, molti anni dopo, che sfugge alle logiche della serialità cinematografica odierna, troppo legata a quella televisiva, con la necessità di avere film-replicanti a poca distanza l'uno dall'altro, per garantire un successo al botteghino di almeno 3-4 pellicole. Forse questa è la cosa che, noi umani, proprio non potevamo immaginare.