Anno nuovo, film Marvel nuovo (o meglio, nuovi). Ad inaugurare il 2018 in ottica blockbuster è stato Black Panther, il diciottesimo film del Marvel Cinematic Universe, che eleva a protagonista il principe (ora re) T'Challa dopo che gli era stato assegnato un ruolo da comprimario importante in Captain America: Civil War. Il suo film personale è un'avventura geopolitica che esplora un angolo inedito del MCU sul piano geografico e tematico, ma anche un capitolo completamente autoconclusivo del franchise, pur uscendo subito prima di Avengers: Infinity War dove avrà una parte di rilievo anche il sovrano di Wakanda (un aspetto su cui ritorneremo in questo articolo). Fatta questa considerazione, è tuttavia inevitabile che anche Black Panther, come ogni cinecomic che si rispetti, contenga dei dettagli succosi che possono sfuggire allo spettatore occasionale. Ecco quindi la nostra tradizionale panoramica delle chicche nascoste più significative, con la consueta avvertenza: ci sono spoiler.
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1. America oggi
Pur essendo ambientato quasi interamente nella nazione africana di Wakanda, il film si concede delle brevi trasferte in altri luoghi, Stati Uniti inclusi. Difatti è lì che ha inizio la storia, dopo una prima sequenza in cui viene narrata l'origine della patria di T'Challa. Siamo a Oakland, in California, nel 1992, e T'Chaka - all'epoca sovrano e detentore dei poteri della Pantera Nera - scopre che suo fratello N'Jobu ha tradito il proprio popolo in nome di una militanza a favore della liberazione dei neri da ogni forma di oppressione. Il periodo scelto dal regista Ryan Coogler è quindi tutt'altro che casuale: nel 1992, in seguito al pestaggio di Rodney King avvenuto l'anno prima, ci fu una vera e propria rivolta a Los Angeles. Anche la scelta di Oakland è altamente simbolica, essendo la città dove Coogler è nato e cresciuto (nei fumetti è invece Harlem il luogo di nascita di Killmonger, figlio di N'Jobu). Il 1992 è anche l'anno in cui Wesley Snipes dichiarò di voler interpretare T'Challa al cinema, ma non è tanto probabile che il rimando sia voluto.
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2. Stesso assassino, vittima diversa
Quando T'Challa propone di andare in Corea del Sud per rintracciare Ulysses Klaue, responsabile del furto di una quantità considerevole di vibranio anni addietro, viene appoggiato in pieno dall'amico e confidente W'Kabi, il cui padre rimase vittima delle malefatte di Klaue ai tempi. Una scelta narrativa che devia leggermente dai fumetti ma consente a Coogler di evocare il desiderio di vendetta che caratterizzava T'Challa nella versione cartacea: lì infatti fu T'Chaka a morire per mano di Klaue, e l'erede al trono si vendicò strappando un braccio al mercenario (nel Marvel Cinematic Universe è invece Ultron il responsabile della menomazione fisica di Klaue).
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3. Talis pater?
Tornando al 1992, quando N'Jobu deve rendere conto delle proprie azioni a T'Chaka, è presente anche un certo Zuri, successivamente consigliere fidato del re di Wakanda ed esperto delle questioni spirituali legate ai poteri della Pantera Nera (gli autori del film lo hanno paragonato a Obi-Wan Kenobi). Nel presente è interpretato da Forest Whitaker, mentre nel flashback il ruolo è stato affidato a tale Denzel Whitaker, una coincidenza buffissima dato che i due attori, nonostante il cognome, non sono imparentati. Il giovane T'Chaka ha invece le fattezze di Atandwa Kani, figlio di John Kani (che interpreta il re in versione anziana).
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4. Ringraziamento speciale
Come da consuetudine, i film Marvel contengono, nei titoli di coda, una sezione dedicata ai ringraziamenti dove vengono citati i nomi più importanti legati al fumetto su cui si basa il lungometraggio specifico. Tra gli special thanks di Black Panther salta all'occhio anche il nome di Donald Glover, creatore e interprete di Atlanta e già parte del MCU grazie a Spider-Man: Homecoming (nonché voce di Simba nella nuova versione di The Lion King, in uscita nel 2019). A cosa è dovuta la sua presenza nominale nei credits? A quanto pare, come svelato dai realizzatori del film, egli ha prestato i propri servigi in maniera ufficiosa, dando alcuni appunti a Coogler e Joe Robert Cole in sede di scrittura insieme a suo fratello Stephen (anch'egli ringraziato).
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5. Gemma, dove sei?
Chi segue attentamente il franchise cinematografico della Marvel è a conoscenza della trama orizzontale legata alle Gemme dell'Infinito, artefatti cosmici che in mano alla persona sbagliata (nella fattispecie Thanos) potrebbero avere conseguenze disastrose per l'universo intero. Ad oggi abbiamo visto cinque delle sei Gemme: Spazio (il Tesseract in Captain America: il primo vendicatore), Mente (lo scettro di Loki in The Avengers), Realtà (l'Etere in Thor: The Dark World), Potere (la sfera in Guardiani della Galassia) e Tempo (l'Occhio di Agamotto in Doctor Strange). Manca all'appello la Gemma dell'Anima, capace di controllare le anime dei vivi e dei morti, e la teoria più gettonata dai fan è che si trovi proprio in Wakanda. Il film non lo conferma, ma data l'origine aliena del vibranio è lecito supporre che venga da un altro mondo anche la sostanza che consente a Pantera Nera di interagire con le anime dei suoi predecessori. Questo spiegherebbe anche perché nel trailer di Infinity War l'armata di Thanos si oppone agli Avengers proprio nella giungla africana.
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6. Questione di torce
Come svelato da Kevin Feige, nei primi anni del MCU si decise quasi di non scritturare Chris Evans per la parte di Steve Rogers, dato che l'attore era già stato un personaggio Marvel per la 20th Century Fox. Dieci anni dopo il problema non si pone, e nessuno si è opposto alla decisione di affidare il ruolo di Killmonger a Michael B. Jordan che, come Evans, è stato la Torcia Umana in un adattamento cinematografico dei Fantastici Quattro (Evans nei film di Tim Story, Jordan nel controverso reboot di Josh Trank). Certo, era difficile immaginare Black Panther senza l'attore-feticcio di Coogler, ma è difficile pensare che il regista, conoscitore dei fumetti, non abbia fatto caso a una buffa coincidenza: la prima apparizione cartacea di T'Challa ebbe luogo proprio in una storia della prima famiglia Marvel.
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7. Cronologia, portami via
In altre occasioni abbiamo sottolineato come talvolta anche gli autori dei film facciano confusione a livello di timeline, proponendo date sbagliate (Captain America: Civil War è ambientato sei anni dopo Iron Man e non otto come dice la Visione, mentre gli eventi di Spider-Man: Homecoming hanno luogo nel 2017 e non nel 2020 come suggerirebbe una didascalia all'inizio). Nessuna confusione invece per Black Panther, sebbene il film esuli dalla regola generale che vuole che i film Marvel siano ambientati più o meno nel periodo in cui escono: flashback esclusi, la storia si svolge pochi giorni dopo la conclusione di Civil War (un telegiornale afferma che è passata una settimana dalla morte di T'Chaka). Quanto alle scene nei titoli di coda, il mid-credits è presumibilmente ambientato qualche settimana dopo gli eventi centrali del film, mentre il post-credits, con un Bucky Barnes risvegliato dall'ibernazione, dovrebbe situarsi o subito prima di Infinity War o durante il film stesso. A questo punto possiamo anche ipotizzare che il mid-credits di Civil War, dove il Soldato d'Inverno viene appunto congelato, sia da collocare cronologicamente dopo l'ascesa al trono di T'Challa.
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8. Affari di famiglia
Come spiegato nel film, la carica di Pantera Nera è ereditaria, ma va comunque guadagnata, e chiunque lo voglia può sfidare l'erede legittimo a duello. Assistiamo a questo rituale all'inizio del lungometraggio, con Zuri che chiede se i rappresentanti delle varie tribù di Wakanda vogliano farsi avanti. Successivamente menziona i consanguinei del principe, e a questo punto la principessa Shuri alza la mano, ma in realtà si sta solo lamentando della durata eccessiva della cerimonia. Dietro quel gesto beffardo si cela però un'allusione a eventi recenti nel fumetto, dove la sorella di T'Challa ha effettivamente preso il suo posto mentre lui era impossibilitato.
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9. Non facciamo nomi
Per questioni di plausibilità il nome dell'antagonista è stato modificato: Killmonger non è più il vero cognome della nemesi di T'Challa, ma semplicemente un soprannome dovuto alle sue capacità tattiche a dir poco letali. Un simile ridimensionamento c'è stato anche con M'Baku, che nei fumetti è un avversario ricorrente di Pantera Nera e qui solo il leader di una delle tribù di Wakanda, con una mentalità più conservatrice rispetto ai suoi connazionali (i Jabari evitano l'uso della tecnologia). In particolare, sono stati rimossi il suo tradizionale costume da gorilla bianco e l'appellativo Man-Ape, le cui connotazioni involontariamente razziste sarebbero risultate problematiche sullo schermo.
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10. L'importanza dell'iconografia
Durante la sua prima apparizione, mentre ruba un'arma di vibranio da un museo britannico, Killmonger si impossessa anche di una maschera tribale, una prima allusione alle sue origini africane. Questa ricorda, seppure in versione più cruda, il costume da lui indossato nei primi fumetti in cui si è scontrato con T'Challa. Quanto al colore della sua uniforme da Pantera Nera, che ha spinto i fan su internet a battezzarlo Golden Jaguar, esso potrebbe essere un rimando all'animale domestico di Killmonger nell'universo cartaceo, un leopardo di nome Preyy.