Dopo Blow e Nemico pubblico - Public Enemies, Johnny Depp torna a calarsi nei panni di un gangster, per l'esattezza uno dei personaggi più spietati mai apparsi sulla scena criminale americana. James Bulger, classe 1929, capoclan bostoniano di origine irlandese, assassino a sangue freddo e spietato sostenitore dell'IRA, sta scontando due ergastoli in una prigione federale in Florida. Facile intuire come Bulger, noto alle cronache come 'Whitey' (il biancastro) per via del ciuffo color platino che gli sormontava la chioma in gioventù - soprannome che, non stentiamo a credere, detestasse - non sarà felice nel vedere la sua vita mostrata al cinema senza contraddittorio. Il criminale ha rifiutato di incontrare Johnny Depp durante la preparazione del film, ma la macchina produttiva ha seguito il suo corso e dopo anni di ritardi e sostituzioni nel cast, Black Mass - L'ultimo gangster ha avuto la sua premiere ufficiale alla Mostra di Venezia.
Un gangster movie classico
Scott Cooper aveva già confermato la sua natura di regista classico, minimalista, lontano da fronzoli autoriali e capace di ottenere dai suoi interpreti, tutti nomi di enorme peso, performance sentite e convincenti. Tra i meriti del regista, stavolta, c'è quello di sottrarre momentaneamente il divo Johnny Depp agli innumerevoli sequel Disney e alle improbabili commedie, flop al box office, offrendogli un ruolo mimetico che gli permetta di dimostrare come il suo talento sia ancora intatto. Depp non ci pensa due volte e si getta a capofitto in un ruolo sgradevole e delicato incarnando le due anime di Jimmy Bulger, quella pubblica, spietata e sanguinaria, e quella privata di padre, figlio e fratello amorevole. Martin Scorsese ci ha raccontato più e più volte riti e regole comportamentali della malavita italoamericana. Cooper si sposta dall'altra parte della barricata aderendo al punto di vista dei rivali, i gangster bostoniani di origine irlandese della Winter Hill Gang che, negli anni '70, contendevano agli italiani il controllo dei traffici a South Boston. In Black Mass Scott Cooper attua un delicato lavoro di sintesi comprimendo in due ore di film più di vent'anni di crimini e indagini. Il suo gangster movie è prima di tutto un prodotto commerciale che aspira a diventare un blockbuster perciò, per descrivere il complicato intreccio di relazioni tra criminalità organizzata, legge e politica a uso e consumo del pubblico, Cooper eccede nella semplificazione trattando con superficialità alcuni aspetti della vicenda.
Il patto scellerato tra FBI e malavita
All'inizio della storia Jimmy Bulger è solo un criminale di mezza tacca come tanti altri, un pesce piccolo in un acquario affollato. A determinare la sua ascesa sarà, indirettamente, un accordo stretto con l'FBI grazie alla mediazione di John Connolly, agente proveniente da South Boston, amico di infanzia di Jimmy, che convincerà Bulger a diventare informatore regalandogli, di fatto, l'immunità. Nel frattempo il fratello minore del gangster, Bill Bulger, interpretato da Benedict Cumberbatch, viene eletto senatore federale e anche se si sforza di mantenere il suo ruolo separato dagli affari illeciti del fratello, il suo potere assicura alla famiglia un certo riguardo. Nel descrivere queste complesse dinamiche, Scott Cooper opta per l'asciuttezza. Così Black Mass corre veloce verso il finale grazie a un montaggio serrato che accosta scene dense di violenza riducendo al minimo le informazioni non essenziali. Un ispirato Johnny Depp dimostra di aver fatto pace col suo lato oscuro interpretando un personaggio glaciale, violento, sanguinario e vendicativo che, però, a tratti lascia trapelare ancora un briciolo di umanità. Il suo Whitey Bulger si guadagna il rispetto a suon di pallottole e sembra sul punto di esplodere da un istante all'altro. Performance, la sua, ancor più convincente in quanto l'attore deve limitare i danni di un'infelice scelta di make up, eccessivo e innaturale, che crea un effetto di straniamento ogni volta che Depp compare sullo schermo.
Note stonate in un film che avvince
Se il talento di Depp gli permette di compensare l'effetto 'posticcio' delle lenti a contatto e della finta pelata con una grande perfomance, non tutto il cast è all'altezza della situazione. Troppo ridotta per giudicare la presenza di Benedict Cumberbatch, che però anche stavolta si produce in un perfetto accento americano, limitati anche i minuti sullo schermo di Kevin Bacon, Peter Sarsgaard e Corey Stoll, il ruolo di contraltare a Depp viene affidato a Joel Edgerton. L'attore australiano, purtroppo, non trova la misura giusta nell'interpretare l'agente dell'FBI corrotto dalla fama e dalla ricchezza e dà vita a un personaggio eccessivo, a tratti quasi caricaturale, che stona con il mood complessivo del film. Se si escludono le sbavature di Edgerton, Black Mass è un prodotto solido, a tratti affascinante, costellato da scene che catturano lo sguardo dello spettatore e che, spesso, coincidono con le impressionanti esplosioni di violenza di Bulger. Ma soprattutto, la pellicola ci conferma (come se ce ne fosse bisogno) che il talento cristallino di Johnny Depp è ancora intatto. Basta offrirgli il ruolo giusto.
Movieplayer.it
3.5/5