Dopo il successo internazionale di Gloria, culminato con l'Orso d'Argento a Berlino alla protagonista Paulina Garcia, Sebastián Lelio è arrivato al Biografilm Festival come giurato del Concorso. Alle sue spalle ha il successo di critica e pubblico vissuto dal film Gloria capace di raccontare la mezza età femminile come un momento da poter vivere pienamente nonostante gli incontri problematici, gli amori turbolenti ed una sessualità che finalmente viene messa in primo piano senza sensi di colpa.
Così a meno di quarant'anni ha alle spalle una attenzione internazionale che crea aspettative e una certa tensione per il cinema che verrà. Cosa lo aspetterà per il futuro? Quali sono i prossimi progetti in cantiere? Una cosa è certa, per ora dovrà contribuire a scegliere il miglior documentario della decima edizione del Biografilm.
Affrontare il successo
Ciò che ha reso Gloria un'esperienza artisticamente forte e indimenticabile è stato senza ombra di dubbio il forte senso del reale che, poetizzato attraverso il linguaggio della finzione cinematografico, ha ridato allo spettatore un ritratto in cui riconoscersi nel bene e nel male. Un effetto che Lelio ha creato mettendo in stretta relazione la vita con il fare cinema. Perché i due elementi sono molti più uniti e dipendenti uno dall'altro più di quanto si creda. "Penso che tra cinema e realtà ci sia un legame misterioso. Per questo nella mia esperienza mi sono sempre piegato a trovare una storia con degli aneddoti o particolari utili per costruire qualcosa di nuovo. Inoltre trovo affascinante scoprire come tracce del passato possano essere ritrovate anche nel presente. Per questo cerco di raccontare una storia sempre da un punto di vista "storico". E l'ho fatto anche con Gloria in modo insospettabile"storico".
Ma come si gestisce un successo probabilmente inaspettato che crea sempre maggiore aspettative esterne? "Dopo Gloria ho avuto addosso troppa attenzione. Il che non è male visto che è meglio averla che non averla. Però ora sento l'esigenza di andare avanti e cercare qualcosa di nuovo, che ancora non ha un nome preciso . Non credo di aver timore. E' uno stato che non mi appartiene. Però si tratta anche di un territorio misterioso. Fare cinema e trovare la giusta ispirazione non è certo come affrontare un lavoro tecnico. Più che altro si tratta di una intuizione. Lo senti quando hai incontrato la storia giusta."
Dal Cile con passione
Lelio è nato in Argentina ma ha trascorso gran parte della sua adolescenza in Cile. Per molti questo non dovrebbe rappresentare una grande differenza, ma in realtà l'America Latina è tanto vasta quanto frastagliata anche dal punto di vista culturale. E il cinema, a quanto pare, non fa alcuna eccezione. "Nel nostro paese non esiste una vera e propria industria. Ed anche il settore della distribuzione ha i suoi problemi. Ad esempio non è detto che un film cileno venga visto anche in altri paesi dell'America Latina. Quello che è successo con Gloria è stato quasi un miracolo, praticamente un'eccezione. Una delle cose positive, però, è che negli ultimi otto anni si è creato un movimento di giovani registi che convivono serenamente con quelli della tradizione. "