Ricordate la prima parte di Wall-E, e quanto ci aveva colpito la prima volta che lo avevamo visto? Metteva in scena la Terra del futuro, che oramai era fatta di enormi montagne di rifiuti. Alla fine della storia che vi raccontiamo nella recensione di Bigger Than Us - Un mondo insieme, il film di Flore Vasseur che arriva al cinema il 22, 23, 24, 25 e 26 aprile, in occasione della Giornata della Terra, troverete un'immagine molto simile. Ma non è un film d'animazione, e non è nel futuro. Sono i giorni nostri, in un documentario, e in Indonesia ci troviamo nella discarica più grande del Sud-Est asiatico, con 6 mila tonnellate di rifiuti al giorno. Una montagna sterminata di pattume, gran parte plastica. È stato questo il punto di partenza di Melati, la nostra protagonista. Dall'età di 12 anni lei e sua sorella Isabel, che allora aveva 10 anni, hanno combattuto l'inquinamento da plastica con la loro iniziativa Bye Bye Plastic Bags. Insieme hanno mobilitato migliaia di bambini e di turisti e hanno ottenuto un decreto che vieta la vendita e la distribuzione di sacchetti di plastica, imballaggi e cannucce sulla loro isola. Melati ha voluto conoscere altre storie come la sua. È nato così Bigger Than Us, prodotto da Marion Cotillard, un film etico, motivazionale e carico di energia. Che ci fa star male per le condizioni del nostro pianeta, e dei diritti umani, ma ci dà anche speranza per l'energia dei giovani protagonisti.
Melati e gli altri giovani attivisti
Melati è una diciottenne indonesiana che da sei anni combatte l'inquinamento da plastica che devasta il suo paese. Come lei, un'intera generazione si sta ribellando per migliorare il mondo, adolescenti e giovani che combattono per i diritti umani, per il clima, per la libertà di espressione, per la giustizia sociale, l'accesso all'istruzione o al cibo, per la dignità. Melati ha deciso di incontrarli, viaggiando in tutto il mondo. Dalle favelas di Rio ai villaggi del Malawi, dalle barche per salvare i rifugiati al largo dell'isola di Lesbo ai Nativi Americani sulle montagne del Colorado. Rene, Mary, Xiu, Memory, Mohamad e Winnie sono dei piccoli grandi eroi del nostro tempo.
Mohamad dal Libano e Memory dal Malawi
Ogni incontro di Bigger Than Us - Un mondo insieme è un piccolo film, una storia a sé, seppure legata alle altre, che vorremmo ascoltare a lungo. Ogni protagonista merita di raccontare la propria vita. Mohamad, 18 anni, un profugo siriano, ha perso tutto, anche la scuola in cui andava, e questo gli ha fatto capire la sua importanza: così ha costruito una scuola in un campo a El Marj, al confine del Libano con la Siria. Oggi la frequentano 200 bambini. Memory, 22 anni, vive in Malawi, dove il 48% delle ragazze si sposa prima dei 18 anni, e dove a 11-12 anni vengono mandate nei campi di iniziazione, dove uomini vanno lì per stuprarle. Il rito di iniziazione è questo, una cosa a cui si stenta a credere. Memory si batte per cambiare le leggi e per fare informazione, per dire alle ragazze che non devono sposarsi così presto e che possono andare a scuola.
Rene dalle favelas di Rio e Xiutezcatl dal Colorado
Rene Silva ha 25 anni e viene da una favela di Rio de Janeiro: spesso, tornando da scuola, rischiava la vita perché si trovava in mezzo alle sparatorie tra polizia e trafficanti. Quello che accadeva veniva raccontato sempre dall'esterno: così, a 11 anni, ha fondato il primo media per raccontare quello che accade nella sua favela, Voz Das Comunidades, a cui oggi lavorano 16 giovani giornalisti per raccontare la verità. La sua è "una specie di resistenza mediatica". Negli Stati Uniti, in Colorado, invece, vive Xiutezcatl, 19 anni che combatte per la salute della sua comunità, contro le compagnie petrolifere, lo stato del Colorado e gli Stati Uniti. Lo fa portandoli in tribunale, ma anche a ritmo di rap, con trascinanti pezzi scritti da lui. La pratica che combatte è il fracking, la dannosa tecnica di estrazione del gas che è raccontata nel film Promised Land di Gus Van Sant con Matt Damon.
Winnie dall'Uganda e Mary dalla Grecia
A proposito di terre devastate dall'uomo, Winnie, 25 anni, vive in Uganda dove le terre sono state distrutte dai pesticidi e sono aride e improduttive. Winnie è stata all'università ma ha deciso di tornare nelle sue terre e insegnare agli agricoltori la permacoltura, un modo per riuscire a coltivare lo stesso le terre e, tramite la sicurezza alimentare, il baratto e il piccolo commercio, permette di mandare alla gente del luogo di mandare i figli a scuola. I soldi che erano spesi in pesticidi ora sono destinati ai libri scolastici. Mary ha 22 anni e da quando ne ha 18 si impegna nel salvataggio dal mare dei migranti al largo della costa della Grecia, della Turchia e della Libia, o per accoglierli nei campi in Grecia. È lei a raccontarci la tragedia dei migranti e a mostrarci una delle immagini più impressionanti del film, una spiaggia dove sono accatastati una miriade di giubbotti di salvataggio, Mary li apre e ci fa vedere che dentro ci sono quei fogli di imballaggio dei pacchi di Amazon, che fanno volume ma non riescono a sostenere il peso di una persona in mare.
Il trait d'union tra tutte queste storie è Melati
Il trait d'union tra tutte queste storie è Melati, 18 anni (oggi ne ha 20), dolce e gentile ragazza indonesiana che attraversa tutto il film con una grazia innata, che contrasta con le durezza delle situazioni che affronta, e con la sua grinta da attivista. I capelli castani raccolti, gli occhi allungati, il viso dolce, Melati è il nostro anfitrione, il nostro punto di vista. Vestita con quella che nel film diventa la sua divisa - una camicia bianca, dei jeans attillati con risvolto e un paio di anfibi - Melati ci introduce nel film e si mette al servizio del racconto, non diventando mai protagonista ma riuscendo, insieme alla regia di Flore Vasseur, a valorizzare gli intervistati. Si muove leggiadra, come un'equilibrista, con le braccia larghe, sul binario di una ferrovia in Africa, o su un muretto a piccolo sul mare nella sua terra. È un'immagine che resta impressa. E che forse è simbolica. Le nostre vite sono in bilico, ma possiamo trovare un equilibrio.
Il futuro siamo noi, la recensione: I Believe The Children Are Our Future
Un film motivazionale
Per questo Bigger Than Us - Un mondo insieme (il titolo allude al fatto che c'è qualcosa di più grande di noi per cui lottare, il nostro pianeta, i nostri diritti) è un film motivazionale, un film che andrebbe fatto vedere nelle scuole, come un altro bel film che abbiamo visto qualche anno fa, Il futuro siamo noi. È un film che racconta cose dure, ma che in fondo è ottimista. I luoghi degradati, le situazioni arretrate si scontrano con la bellezza e la fierezza dei volti di questi giovani. Mentre, in sovraimpressione, leggiamo dei dati statistici che fanno impressione. Ma se le nuove generazioni sono come questi ragazzi, ci resta una speranza.
Conclusioni
Nella recensione di Bigger Than Us vi abbiamo parlato di un film etico, motivazionale e carico di energia. Che ci fa star male per le condizioni del nostro pianeta, e dei diritti umani, ma ci dà anche speranza per l'energia dei giovani protagonisti.
Perché ci piace
- Le storie, fortissime e motivazionali, dei giovani attivisti.
- La grazia del nostro anfitrione, la giovane attivista indonesiana Melati.
- Una regia che riesce a fissare il senso del film in immagini forti.
Cosa non va
- Solo una cosa: di queste storie si vorrebbe sapere sempre di più...