L'indizio era lì, sotto ai nostri occhi. Sin dall'inizio, dalla sigla d'apertura della prima stagione. Cuori freddi che sanguinano nell'evocativa canzone di Michael Kiwanuka (Cold Little Heart), bambini innocenti che ci guardano negli occhi e poi le loro madri, truccate, mascherate da dive, abili illusioniste vittime delle loro stesse bugie. Apriamo questa recensione di Big Little Lies 2x05 ammettendo l'abilità affabulatoria di questa grande serie tv, perché la seconda stagione ci ha depistati più volte, ci ha distratto con la quotidianità delle sue donne, con mariti feriti, uomini inetti e figli inquieti, facendoci dimenticare la voragine sulla quale stavamo camminando tutti quanti.
Noi spettatori e le sue cinque protagoniste. Il buco nero ci riporta alla tragica notte in cui Perry fu ucciso dalla spinta di Bonnie, un gesto che si sovraccaricava del malessere di più donne: quello di una moglie rinchiusa in un rapporto malato, quello di una ragazza-madre stuprata. Finora Big Little Lies 2 ha provato più volte a farci distogliere lo sguardo da quel baratro. La seconda stagione, infatti ha introdotto nuovi misteri, gettando nuove ombre sia sulla fatidica notte tra Perry e Jane che sul passato familiare di Bonnie.
A tre episodi dal traguardo (e dalle risposte), Uccidimi ci riporta bruscamente a quella festa in maschera, ricordandoci il grande segreto custodito nel grembo di cinque complici unite da quel gesto ma anche distratte dalle proprie vite. Con un finale brusco ma efficace, questo quinto episodio fa sentire forte il fiato sul collo di Madeline, Celeste, Renata, Bonnie e Jane. Un fiato proveniente soprattutto dalla bocca della donna più granitica e indomabile di tutta Monterey.
Big Little Lies 2x04, la recensione: la nausea delle maschere
Mary Louise: true detective
Nel piccolo schermo della HBO si sentirà particolarmente a casa, perché la Mary Louise di Meryl Streep sembra davvero uscita dalla fantomatica quarta stagione di True Detective. Entrata in punta di piedi nello show, nonostante la gigantesca presenza scenica dell'attrice che ne veste i panni, l'addolorata mamma di Perry sta sgomitando con garbo, rosicchiando il suo spazio e sollevando tappeti per fare luce su tutto quello che non le torna. E a Monterey ci sono sospetti seminati ovunque. In chiunque. Rinchiusa in quell'impermeabile da tipica (quanto improbabile) investigatrice, Mary Louise ha davvero il fiuto e il passo del grande detective. Spunta quando meno te lo aspetti, lancia sguardi mai banali a chi di dovere, fa sentire a disagio le sue interlocutrici. La sua arma è merce rara da quelle parti: la verità. Schietta, sincera e per questo destabilizzante, Mary Louise distrugge e deride l'etichetta borghese di Monterey e va subito al sodo. Si intrufola dentro casa di Celeste nelle credibili vesti di madre addolorata e nonna amorevole per sondare la situazione e capire quanto l'instabilità emotiva di sua nuora si riversi anche sui nipoti.
Perché Big Little Lies - Piccole grandi bugie è sempre stata impietosa sulla responsabilità dei genitori nei confronti dei figli. E così ecco che i figli di Perry e Celeste, il frutto incolpevole di quella relazione di dipendenza masochista, sono irrequieti, violenti, predisposti alla rabbia. Non c'è bisogno del fiuto di Mary Louise per annusare la tempesta emotiva in atto dentro Celeste, e così è ormai guerra aperta tra una nonna che vuole i nipoti in custodia e una madre accecata da questo sopruso. L'affidamento dei bambini, però, è la chiave per riaccendere le luci sull'indagine dormiente, il grimaldello per arrivare alla verità sulla morte di Perry. Ce lo suggerisce un epilogo che sembra mettere la storia improvvisamente in discesa, come su un piano inclinato che ci porterà a scoprire cosa batte nei "cuori freddi" della gente di Monterey.
Nel cuore del trauma
Non solo le ficcanti parole di Mary Louise. C'è un'altra scomoda verità che Big Little Lies ci ha insegnato a conoscere: il trauma è più interessante della tranquillità, il dramma ci attira più del frivolo. Ecco perché (e ve ne parliamo da almeno un paio di settimane) abbiamo notato una crepa nella cinquina di Monterey. Una spaccatura che ha allontanato due donne dal resto del gruppo. Come avrete intuito, ci riferiamo a Renata e a Madeline, il cui approfondimento "verticale" (ovvero rivolto esplicitamente ai personaggi e non alla trama) non è pienamente riuscito. Ripetitive e prive di mordente, le loro due crisi familiari diventano per forza di cose secondarie e minuscole davanti ai malesseri che avvolgono Celeste, Bonnie e Jane. Tralasciando la sfiancante disputa legale che si appresta a vivere, il personaggio di Nicole Kidman è davvero un enigma nodoso, difficile da districare. La sua persistente nostalgia di Perry, affogata in rapporti occasionali fini a se stessi, ce la mostra come metà perfetta di un amore morboso, malato, arrivato (forse) a intaccare indirettamente anche la vita di Jane. Doloroso notare quanto la mamma di Ziggy sia ancora bloccata sessualmente, come il suo corpo associ ancora qualsiasi corpo maschile (anche il più amorevole) a quella notte balorda di tanti anni prima. Una notte sulla quale ci aspettiamo venga fatta piena luce molto presto. Seppur in modo diverso, è nebuloso anche il vissuto familiare di Bonnie. Più figlia che madre, resta da capire quale scheggia ferisca il suo animo e offuschi il suo sguardo perennemente buio. Quella frase dirompente pronunciata da sua madre in ospedale ("Uccidimi!"), oltre a dare il nome all'episodio, apre un'altra voragine da colmare con gli ultimi due atti sul profondo dramma che sono molte famiglie.
Conclusioni
A tre episodi dalla fine della seconda stagione, la nostra recensione di Big Little Lies 2x05 prende atto di una brusca quanto necessaria accelerata nell’epilogo di Uccidimi. Come su un piano inclinato, molte linee narrative vengono scosse da decisioni inaspettate e svolte repentine. Nonostante l’interesse nei confronti dei personaggi non sia ben distribuito, la serie HBO ha trovato nel personaggio di Meryl Streep la chiave per scardinare l’ipocrisia di una cittadina intera. Una novità destabilizzante e coerente con questo grande dramma familiare su cui bisogna ancora fare molta luce.
Perché ci piace
- Il finale che accelera il ritmo con una serie di colpi di scena ben assestati.
- Se fossimo al cinema, diremmo che ogni singolo sguardo di Meryl Streep "vale il prezzo del biglietto".
- Le ombre che avvolgono Celeste, Bonnie e Jane ci intrigano...
Cosa non va
- ...mentre i personaggi di Renata e Madeline, in confronto alle amiche, ci appaiono superficiali e poco interessanti.