Cominciamo col precisare che questa nostra recensione di Big Little Lies 2 si basa esclusivamente sui primi tre nuovi episodi della serie HBO, ovvero poco meno della metà dei sette che comporranno la seconda stagione che andrà in onda su Sky Atlantic a partire dal prossimo 18 giugno. Nelle prossime settimane avremo modo di scrivere ed analizzare ogni singolo episodio con recensioni apposite, ma intanto vogliamo sgombrare ogni dubbio e dire fin da subito che, nonostante gli inevitabili cambiamenti, il livello qualitativo è rimasto pressoché invariato. E che, quindi, ci troviamo ancora una volta davanti ad una (mini)serie assolutamente imperdibile, tra le migliori che la TV sia stato in grado di regalarci in questi ultimi anni.
Non ci sarebbe molto da stupirsi visti i nomi coinvolti, HBO in primis, ma ammettiamolo: quanti di noi, all'annuncio di questo Big Little Lies 2, si erano detti preoccupati per un sequel assolutamente non necessario e soprattutto non previsto? Anche perché, per chi non lo sapesse, tutti gli avvenimenti della prima stagione erano ispirati all'omonimo romanzo di Liane Moriarty e seguivano, più o meno fedelmente, quanto descritto nelle pagine del libro dall'inizio alla fine. La buona notizia è che la scrittrice australiana è stata coinvolta nella scrittura e nella produzione di questi episodi fin dall'inizio, ed effettivamente la sensazione non è mai quella di trovarsi davanti ad una forzatura o una copia di quanto già visto, ma di una naturale continuazione della storia conclusasi con quello scioccante, ma catartico, omicidio "collettivo" avvenuto durante la serata trivia a tema Elvis Presley e Audrey Hepburn.
Una trama che indaga sulle conseguenze di quella fatidica notte
Che la morte del marito violento e stupratore interpretato da Alexander Skarsgård sia stata tutt'altro che casuale, ovviamente lo sappiamo noi spettatori e le cinque donne coinvolte: per la polizia e gli abitanti di Monterey ufficialmente si è trattato di un incidente. La trama di Big Little Lies 2 prende il via qualche mese dopo, e ci mostra come il ricordo di quella notte non abbia mai abbandonato nessuna delle protagoniste: a partire ovviamente da Celeste, ancora divisa dall'amore che provava per il marito e padre dei suoi due figli, ma anche traumatizzata dalle violenze subite e dalle scoperte fatte quella notte; ad aiutarla con i bambini c'è ora la madre di Perry, Mary Louise Wright, ancora convinta che il figlio fosse soltanto un padre dolce e un marito devoto, e che giustamente non riesce a mettere da parte i dubbi sugli oscuri avvenimenti di quella notte.
Anche Madeline continua a non trovare pace nella vita familiare a causa di un rapporto sempre più in crisi sia col marito che con la figlia adolescente, così come Renata si trova ad affrontare una situazione inaspettata a casa che potrebbe cambiare per sempre la sua condizione economica e sociale. E se la giovane Jane, con la morte di Perry, sembra essersi liberata di un enorme peso ed è pronta ad iniziare una nuova, tranquilla vita insieme al figlio Ziggy, lo stesso non può valere per Bonnie, ovvero colei che ha materialmente spinto l'uomo dalle scale uccidendolo, e che più di tutte sembra aver accusato il colpo ed è diventata un'ombra della donna sexy e sicura che avevamo conosciuto.
Con Meryl Streep il cast femminile ideale è completo
Come forse avrete intuito, rispetto alla prima stagione questa volta la trama è ancora più corale e rende ancor di più giustizia a tutto l'impressionante cast : Nicole Kidman e Reese Witherspoon, ancora una volta anche produttrici, continuano ad avere i ruoli più interessanti e complessi, ma forse anche più simili a quanto già visto due anni fa; bravissima anche Shailene Woodley, madre single premurosa e attenta, ormai decisa a lasciarsi alle spalle il tragico passato e costretta dagli eventi a raccontare la verità al figlio. Ha forse un po' più spazio, ma immutata libertà di espressione movimento, la divertentissima e "anarchica" Laura Dern, giustamente premiata con l'Emmy due anni fa e ancora una volta in grado di illuminare ogni singola scena con il suo sorriso e quel pizzico di follia che ha sempre contraddistinto il suo personaggio.
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Delle cinque protagoniste è quindi soprattutto Zoë Kravitz ad aver guadagnato minutaggio ed una storyline tutta sua, ed è evidente che nella seconda parte della stagione il suo ruolo sarà determinante per portare avanti, come non ci è dato ancora saperlo, l'aspetto più crime e investigativo della serie. Aspetto che emerge pian piano, ma comunque in modo significativo, con l'allargarsi del ruolo di una sensazionale Meryl Streep, un personaggio dolce e apparentemente dimesso ma in grado di scompigliare la tranquillità dell'intera cittadina californiana con le sue domande e le sue insinuazioni. Non avrebbe certamente senso stare ora a tessere le lodi della più grande attrice vivente, ma possiamo rassicurare tutti coloro che pensavano che la sua presenza nella serie sarebbe stata minima o comunque solo accessoria, perché la sua Mary Louise non è solo fondamentale per la trama della stagione, ma anche al centro di alcuni dei dialoghi più belli di tutta la serie.
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Una serie fatta di donne
Con l'uscita di scena del personaggio di Skarsgård (ma non del bravissimo attore che ritorna in diversi flashback) era inevitabile attendersi un minore spazio per le controparti maschili. D'altronde anche l'arrivo di una regista di grande talento e spiccata sensibilità come Andrea Arnold non fa altro che confermare la volontà della HBO di rafforzare l'immagine di Big Little Lies - Piccole grandi bugie come quello di un vero e proprio manifesto femminista: una serie fortemente voluta dalle sue attrici, e caratterizzata non solo dalle loro straordinarie interpretazioni sullo schermo, ma anche dai temi e le discussioni che possono emergere dalla visione degli episodi.
Se nella prima stagione a risaltare era appunto il tema della violenza domestica (e non), questa seconda stagione sembrerebbe porre l'accento sul discorso dell'educazione, sui rapporti delle madri con i propri figli o con i propri coniugi, e su come sia impossibile, se non addirittura dannoso a volte, cercare di nascondere e mascherare la realtà dei fatti invece di affrontarla. Si tratta ovviamente di (parziali) supposizioni da parte nostra perché, come già detto, non abbiamo avuto il piacere di vedere la seconda parte della stagione, ma è difficile anche solo così non lasciarsi catturare dal fascino dei personaggi, dal pregevole utilizzo delle musiche, dalla regia perfettamente coerente con lo stile dello show, nonostante il cambiamento dietro la macchina da presa, eppure ricca di personalità. Siamo tornati da poco a Monterey e già non vorremmo lasciarla più.
Conclusioni
Nonostante il giudizio espresso in questa recensione di Big Little Lies 2 sia relativo ad una visione parziale, ci sentiamo di promuovere in pieno questo atteso ritorno della serie HBO. Perché aggiunge nuovi elementi e ne cambia altri, riuscendo però a mantenere intatta l'atmosfera della prima stagione e facendo sembrare assolutamente naturale una narrazione che invece, come ben sappiamo, è stata scritta a tavolino dopo il grande successo di due anni fa. Con queste attrici e questi personaggi poi, non è certo difficile lasciarsi catturare nuovamente: bastano pochi minuti ed è come se niente fosse cambiato.
Perché ci piace
- Le interpretazioni di tutto il cast continuano ad essere eccelse, e l'aggiunta di Meryl Streep è davvero quanto di meglio si possa desiderare.
- Le fantastiche atmosfere della prima stagione sono intatte, non c'è mai quella spiacevole sensazione di scrittura artefatta.
- I rapporti tra tutti i personaggi principali vengono ulteriormente approfonditi...
Cosa non va
- ... anche se la (parziale) mancanza del personaggio interpretato da Skarsgård, il "migliore degli uomini", a tratti si sente.