Un giro di sguardi, un tenero saluto, l'ultima sigaretta prima che tutto diventi un lontano ricordo, sbiadito nello spazio e nel tempo. Better Call Saul è finita, e mentre si avvicinava il finale (un finale perfetto, come vi abbiamo raccontato qui), montavano incessanti una quantità infinita di emozioni. Gene Takovic si taglia i baffi per tornare ad essere Saul Goodman che, in barba ad un sistema giudiziario fallace, dimostra una volta per tutti di essere il migliore avvocato in circolazione. Ma non basta, perché Vince Gilligan e Peter Gould (nell'ultimo episodio anche raffinato regista) vogliono riscrivere l'intera serie, e allora ecco il senso totale e l'intuizione da grande letteratura americana: l'uomo dietro la maschera, l'amore che muove il mondo anche se il tuo mondo è Albuquerque, New Mexico. Dunque, Saul Goodman non è più Saul e, in una chiassosa aula di tribunale, torna ad essere "solo" Jimmy McGill, mostrando(ci) di nuovo la sua faccia malinconica; quella faccia di chi sa che poteva farcela ma non c'è riuscito; quella faccia che ha fatto innamorare la sua dolce Kim Wexler.
Kim, personaggio chiave e imprescindibile motore di una macchina del tempo che ha permesso al suo (e al nostro) Jimmy di salvarsi, di prendersi quella rivincita personale dal sapore spietato, drammatico e amaro, ma anche nobile, vero e giusto. Così, nella 6x13 di Better Call Saul, il tono finisce per darlo addirittura H. G. Wells che, con la sua macchina del tempo, guida la strada di Jimmy verso una personale e dolorosa restaurazione. Una macchina del tempo che Peter Gould traduce in tre fantasmi suddivisi in tre flashback di abbagliante bellezza e meticolosità narrativa. Un flashback che fa da incipit, dove compare Mike Ehrmantraut, uno a metà, dove ritroviamo Walter White, e uno prima del finale, dove riappare Chuck McGill.
Mike, come Gesù in mezzo al deserto
Il primo flashback, probabilmente il più emblematico, fa da incipit e apre l'ultimo episodio di Better Call Saul. Torniamo alla quinta stagione, tra l'episodio Otto (Portantino) e Nove (Strade Sbagliate). Jimmy e Mike Ehrmantraut vagano per il deserto, assetati, affamati, scottati, distrutti. Con loro una borraccia riempita di urina e il peso insostenibile dei 100 mila dollari, appartenenti a Lalo Salamanca. All'orizzonte non c'è speranza, ma solo rocce e sabbia cocente. Poi, il miracolo: nel nulla, scopriamo adesso, Jimmy e Mike trovarono un enorme recipiente d'acqua. Jimmy la beve voracemente, disperatamente. Mike lo riprende "Vacci piano, potresti sentirti male". Due mondi paralleli e sovrapposti, l'avidità di Jimmy e l'onore di Mike in uno scambio di battute che lasciano il segno. Seduti vicino alla tinozza, ecco le sfumature da cogliere in un discorso abbozzato ma fondamentale: "Cosa faresti con una macchina del tempo?", domanda Jimmy a Mike. "Tornerei indietro, quando presi la mia prima mazzetta. Poi, andrei nel futuro per accertarmi che i miei cari stiano bene", risponde Ehrmantraut. "E tu?", domanda Mike. "Investirei e tornerei nel futuro da miliardario", ribatte Jimmy, mentre Mike risponde: "Solo soldi?", sentendosi dire da uno stropicciato Jimmy che "Soldi... cosa altro c'è?". In quel momento, nel bel mezzo del deserto, Saul Goodman si stava impossessando di Jimmy McGill, intenzionato a tenere dei soldi non suoi, mentre Mike - nobile, intransigente, stoico - resisteva a quella tentazione diabolica, confessando a se stesso il suo più grande rimpianto.
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Walter White, memorie di un fantasma
I rimpianti, appunto. Quelli che, a un istante dal finale, alterano in modo dinamitardo la coscienza di Saul Goodman. Eppure il suo percorso umano, di consapevolezza e accettazione, è sempre stato presente in lui, muovendosi sotto traccia, nei meandri più intimi dell'anima. E il secondo flashback in questo caso è decisamente esplicativo: siamo ai tempi di Breaking Bad, Saul e Walter White sono nascosti mentre aspettando segnali da The Disappearer, che dovrebbe procurare loro delle nuove identità. Goodman viene svegliato da White, intento a smanettare dentro le tubature che fanno rumore. Parte uno di quei discorsi notturni, e riecco il tormento e l'ossessione di Jimmy: la macchina del tempo. White, da uomo di scienza, è fermo sull'idea che è praticamente impossibile viaggiare nel tempo, e che è tutta una scusa per placare i propri rimpianti e i propri rimorsi. Il suo rimpianto? Essersi fatto convincere a lasciare la sua compagna, oltre al fatto che sarebbe voluto restare nella Gray Matter Technologies. E Saul? Il solito Saul: racconta a White di essersi infortunato ad un ginocchio durante una piccola truffa di gioventù. "Sei sempre stato così", risponde Walter White, mentre la macchina da presa di Peter Gould si allontana dalla stanza, svanendo come svanirebbe uno spettro che, puntualmente, torna ad infestare i meandri di una mente truccata sull'orlo della distruzione.
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Chuck McGill, sarò per sempre tuo fratello
Perché poi il pensiero costante è sempre stato questo: cos'è Jimmy McGill? Un abile avvocato o uno scaltro truffatore? Ognuno trovi la declinazione che preferisce (ricordandovi che una cosa non esclude l'altra), anche e soprattutto dopo le splendido finale, ma è innegabile che la sua complessa backstory sia stata enormemente influenzata dall'ingombrante e rancoroso fratello maggiore. L'ultimo flashback, l'ultimo palese viaggio nel tempo ci porta proprio a casa di Chuck McGill. È una sera come tante, e Jimmy gli sta portando la spesa. I due parlottano e, in un sobbalzo di empatia, Chuck, quel livido e spietato personaggio che abbiamo profondamente detestato, prova ad avvicinarsi a Jimmy, spiegandogli - tra una frecciata e l'altra - che potrebbe cambiare vita se solo lo volesse. Per un istante soltanto, Chuck sembra essere il fratello maggiore di Jimmy, nonostante quest'ultimo gli chiuda qualsiasi possibilità di contatto prima di andare via, lasciandogli però sul tavolo proprio La Macchina del Tempo di H.G. Wells. Un curioso affiancamento, per un uomo - Chuck - che "soffre" di ipersensinbilità elettromagnetica. Oppure, una palese dichiarazione d'intenti da parte di Jimmy, suggerendogli che se solo volessero potrebbero essere davvero due fratelli, che si rispettano, si stimano e si amano. L'ultimo ricordo, che equivale ad un altro fantasma appena liberato, sarà per Saul una sorta di resa dei conti, mollando il rimpianto maggiore che gli permetterà di cambiare strada una volta per tutte.
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