"L'amore per me finisce strada facendo. Per questo posso difendere l'unica cosa che conosco dell'amore, cioè l'inizio. Però, Dio, tu non hai idea di quanto mi piacerebbe conoscere cos'è un amore senza fine". Se un amore senza fine non c'è (forse), una finale c'è sempre nella serialità tv. E allora eccoci, siamo arrivati alla recensione del finale di Berlino, la serie spin-off de La casa di carta, in streaming su Netflix. Una serie che sembra autoconclusiva, ma solo all'apparenza, perché lascia aperto un grande spiraglio per un'ipotetica seconda stagione. Se continuerà, lo scopriremo più avanti - anzi lo scoprirà Netflix contando le views - ma tutto ci dice che quella tra Berlino e il pubblico sarà una lunga storia d'amore.
A proposito, le parole con cui abbiamo aperto l'articolo sono proprio le sue. Sta parlando con l'amico e confidente Damiàn (Tristán Ulloa), e sta chiudendo un cerchio che era iniziato con il primo episodio. Ma l'amore sta nascendo o è ormai maturo? Il finale di stagione di Berlino ci dà una risposta, e lo fa, ovviamente, anche sul colpo alla casa d'aste di Parigi (che vi abbiamo raccontato nella recensione). Del resto, Berlino è un rebranding de La casa di carta, spostato verso una commedia giallo-rosa con toni più leggeri, sognanti, ma senza rinunciare all'adrenalina delle rapine. E con un Pedro Alonso in gran spolvero.
Vecchie conoscenze: Alicia Sierra e Raquel Murillo
Ma il Berlino di Pedro Alonso non è l'unica vecchia conoscenza che ci portiamo dietro da La casa di carta. Ci sono anche due splendide donne: la Alicia Sierra di Najwa Nimri e la Raquel Murillo di Itziar Ituño. Rivederle è stato un piacere. Alicia Sierra entra in scena nell'ultima sequenza dell'episodio 6, ed è la mattatrice dell'episodio 7. Irriverente, sfrontata, folle, spassosa: Alicia è uno di quei cattivi che ami odiare, o odi amare. Alicia se la prende con lo sciovinismo francese e ci tiene a ribadire, orgogliosa, che il colpo alla casa d'aste è frutto di una genialità tutta spagnola. È una sorta di personale 'Spagna-Francia' quello che Alicia Serra sta giocando. Mette a confronto il Louvre e il Prado, "la Gioconda è bella, ma vuoi mettere Las Meninas...". E poi arriva Raquel Murillo, affascinante ed energica. È la donna che abbiamo conosciuto prima che si innamorasse del Professore, e ancora prima di diventare Lisbona. È la Raquel Murillo lucida e intuitiva che sfidava la banda. Forse si nota qualche problema di CGI nel ringiovanire le due attrici, come accade per Berlino, eppure riusciamo a stare al gioco.
Il finale di Berlino: niente spari, siamo francesi
Aveva promesso niente spari, Pedro Alonso, a Roma, nella serata in cui ha presentato il primo episodio. E non ne abbiamo davvero avuti fino al finale di stagione. Entrata in scena la polizia, qualche sparo si è visto, e per un attimo ci è sembrato di precipitare - di nuovo - ne mondo de La casa di carta. Tuttavia, non sono di certo questi i colpi che vanno a segno, e non sono di certo questi i colpi mortali. Speriamo infatti che Berlino continui ad essere un eroe senza morte, un ladro gentiluomo senza sangue.
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Tornano le dinamiche da La casa di carta
Andando avanti nella visione di Berlino, si nota più chiaramente la mano di Álex Pina. In tutta la prima parte della serie, il furto non era stato compiuto, ed essendo un furto "pulito", a differenza delle rapine alla Zecca di Stato e alla Banca di Spagna, non era evidente. Una volta compiuto il colpo, entra in scena la polizia, e ritorniamo ad affrontare dinamiche già note. Come ne La casa di carta, la struttura è sempre quella di un cerchio che si stringe sempre di più intorno ai nostri anti-eroi: accerchiati, dovranno trovare la via d'uscita più facile e più veloce. Come ne La casa di carta anche qui c'è chi costruisce un ingranaggio perfetto e chi riesce a gettare sabbia nel meccanismo per farlo inceppare. E c'è poi chi ha sempre un altro ingranaggio pronto per ripartire. Oppure, ha il modo per pulire quell'ingranaggio e per farlo muovere ancora. E alla fine bisogna dirlo: Berlino e i suoi, ci mettono del proprio per inceppare il meccanismo. Ah, l'amore...
Il colpo: un grande numero di illusionismo
Non è stato un caso che, nella recensione di Berlino, abbiamo citato Houdini e David Copperfield. Perché questo colpo è stato costruito come un grande numero di illusionismo. E perché, più che il colpo, qui, conta fuggire dalla città, liberarsi dalle catene. Lo dice anche Berlino. "Houdini, David Copperfield scompaiono davanti ai nostri occhi lasciandoci in sospeso con una domanda: come ci sono riusciti?". Se ne La casa di carta la rapina era un atto di forza, qui è una specie di magia. Anche qui, come nell'altra serie, i colpi di scena non mancano. E questo rimane un punto di interesse.
Giocare con gli stilemi delle love story
L'altro punto di forza è il racconto delle storie d'amore. Tutti lo hanno dichiarato apertamente, tutti ne parlano, tutti, chi prima e chi dopo, si innamorano. Nel finale di stagione Álex Pina si diverte a giocare anche con gli stilemi estetici delle love story, con i canoni di un certo racconto basilare nel cinema romantico e nelle pubblicità. E così vediamo i baci in controluce, con il sole sullo sfondo. E le corse al ralenti, in quel momento in cui entrambi gli innamorati sono di spalle, e sembra che se ne stiano andando. Invece, classico del genere, uno dei due si gira e corre incontro all'altro.
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Berlino, una seconda stagione?
Amare o tradire. Questo è il dilemma. Guardate Berlino fino in fondo e capirete. La storia è conclusa qui, ma potrebbe anche trovare nuovo spazio in una stagione 2. In fondo, anche la vicenda de La casa di carta dopo le prime due stagioni era apparentemente conclusa. "Può darsi che abbiano vinto questa battaglia ma ruberanno di nuovo e noi ci saremo", dice la polizia. "C'è stato qualche contrattempo e ho perso la mia parte del bottino. Quindi dobbiamo tornare a rubare" afferma invece Berlino. Chissà, la storia della banda è quindi pronta a proseguire? Continuerà, tra alti e bassi, anche l'amore di Berlino? Allora, magari, continueranno queste pene d'amor perdute: "Chi può volere un amore comodo? A volte non ci resta altra scelta. Ma converrete con me che la follia e la vertigine di amare qualcuno di inopportuno è molto più eccitante. La clandestinità. Il brivido di rischiare la vita. L'amore è l'unica ragione per cui vale la pena vivere". E se lo dice Berlino dobbiamo crederci.