La 73esima edizione del Festival Internazionale di Berlino ha ufficialmente preso il via, tutto è pronto e quella che si respira è un'aria diversa rispetto agli ultimi anni di manifestazione. La fine dell'emergenza sanitaria ha permesso alla manifestazione di tornare ad una nuova normalità che però guarda inevitabilmente al difficile clima politico mondiale. La conferenza della giuria, primo appuntamento per la stampa presente, è stato un momento per riflettere su tutto questo: sull'importanza del cinema in un momento come questo e sulla necessità di pellicole di qualità. La presidente di giuria Kristen Stewart. Insieme all'attrice Golshifteh Farahani, e ai registi Carla Simón, Radu Jude, Johnnie To, Francine Meiser e Valeska Grisebach hanno costituito una giuria che si è fin da subito proclamata attenta a molte delle tematiche calde di questo periodo.
Kristen Stewart a capo della giuria
Kristen Stewart è parsa da subito piuttosto emozionata e per prima cosa ha affermato di sentire la responsabilità che deriva dal suo ruolo, anche se è decisa ad affrontare tutto con curiosità: "Penso si veda, sto un po' tremando. Non è tanto il peso di questa esperienza quanto la curiosità di capire come tutti noi saremo alla fine. Ho infatti intorno una giuria davvero bella e talentuosa. Sono semplicemente pronta ad essere cambiata dai film e dalle persone che ho intorno, questo è un po' il motivo per cui siamo qui."
Alla domanda su quali elementi debba avere un film di oggi per vincere la Presidente ha risposto: "Siamo incaricati di decretare quale sia la migliore opera cinematografica ma ovviamente è qualcosa di abbastanza soggettivo. Magari possiamo sentire di odiare assolutamente un film, ma se il risultato è sbalorditivo allora quel film ha fatto il suo lavoro. Penso anche che abbia senso mitigare alcuni pregiudizi e provare ad aprirsi a qualcosa di nuovo, forse è anche questo il motivo per cui i festival esistono, non è solo una questione celebrativa."
L'importanza di manifestazioni come questa
A toccare il tema della difficile situazione che stiamo vivendo a livello mondiale è stata Golshifteh Farahani, attrice e cantautrice di origine iraniana che ha espresso un'importante riflessione sulla libertà di espressione: "Sono molto felice di essere qui. Sono venuta a Berlino già nel 2009 ma erano tempi molto diversi. Trovo comunque estremamente simbolico essere in questa città che ha letteralmente rotto il muro, terminando una guerra e scegliendo la libertà di tante persone. Quest'anno con l'Ucraina, con l'Iran, sembra che il mondo intero si stia disintegrando, siamo in un momento di transizione, soprattutto in Iran che è in dittatura. L'arte non è solo una cosa intellettuale o sociale, è essenziale, è come l'ossigeno, quindi fare arte è qualcosa che va oltre ed è per questo che lì l'esistenza degli artisti è messa in pericolo. Ecco perché per me, ancora una volta, è così straordinario essere qui quest'anno, con tutto ciò che sta accadendo in Iran. Sono felice che possiamo riunirci e celebrare il cinema, celebrare la libertà, anche se c'è il mondo che sembra crollare da un momento all'altro. E penso che questo sia ciò che apprezzo molto di Berlino, della Germania, della Francia, dell'Europa, possiamo riunirci tutti insieme e riscaldarci."