Dopo la giornata d'apertura del 61esimo Festival di Berlino - che ha visto tra i film presentati il western Il Grinta e Tomboy - anche la sezione competitiva prende ufficialmente il via proprio oggi con due pellicole: Margin Call e il dramma El Premio. Margin Call è diretto dall'esordiente J.C. Chandor il quale ha riunito intorno a sé un cast di altissimo livello, capitanato da Kevin Spacey e Jeremy Irons, per mostrare ventiquattro tesissime ore della vita di un'azienda. Il film, prodotto con capitali indipendenti, annovera tra gli interpreti uno straoprdinario Paul Bettany e un convincente Zachary Quinto, qui impegnato nel doppio ruolo di interprete e produttore. Alla curiosità per il film di Chandor, si è aggiunto l'entusiasmo della gente per l'arrivo del cast al completo, che ha raccolto i fan attorno all'ingresso secondario dell'hotel Hyatt, nel quale in mattinata si è tenuta la conferenza stampa.
Meno convincente il film di Paula Markovitch, accolto da un applauso poco convinto al termine della proiezione riservata alla stampa. E' la storia di una bambina, che ai tempi della dittatura militare in Argentina, si ritrova a vivere in condizioni di semi-clandestinità insieme a sua madre, con la quale occupa una baracca in prossimità del mare. Desiderosa di andare a scuola, come tutti i suoi coetanei, la piccola protagonista rischierà di mettersi nei guai a causa di un componimento in cui accusa la classe militare di aver ucciso sua cugina. L'idea di partenza - già ampiamente sfruttata dal cinema, in particolare nelle produzioni sudamericane, più sensibili al tema - è penalizzata da un'eccessiva dilatazione dei tempi narrativi: la regista preferisce concentrarsi sulle emozioni dei personaggi, in particolare sul rapporto tra madre e figlia, logorato dall'attesa del padre della bambina e dal timore di essere scoperti, ma indugia eccessivamente sui momenti di gioco della piccola, non sempre funzionali dal punto di vista narrativo. Il tutto a discapito della fluidità del racconto. Due i titoli di punta della sezione Panorama presentati oggi: The Devil's Double e Tropa de Elite 2 - O Inimigo Agora É Outro. Il primo, tratto da una storia vera, narra la storia del sosia del figlio di Saddam Hussein, un ex militare catapultato nel folle universo della corte del dittatore iracheno. La pellicola, dal tono vagamente espressionista, ricostruisce gli orrori del regime mostrando le atroci gesta del giovane Hussein, lussurioso e psicopatico rampollo inviso al popolo. Protagonista della storia è l'inglese Dominic Cooper, chiamato a intepretare il doppio ruolo del figlio di Saddam e del suo coraggioso sosia.Decisamente appassionante l'intreccio che anima il sequel di Tropa de Elite, meno adrenalinico, dal punto di vista dell'azione, rispetto al precedente film di José Padilha, ma ugualmente avvincente. Al centro della trama, che si sviluppa nel giro di sei anni a partire da una rivolta carceraria finita in un bagno di sangue, i rapporti tra criminalità, polizia, politica e media, sullo scenario di Rio de Janeiro, in particolare la zona ovest, in cui la polizia ha fatto piazza pulita della criminalità per sostituirsi ad essa a proprio vantaggio economico. Un intreccio pericoloso che arriverà a toccare dolorosamente anche le vite private dei protagonisti.
Sempre nell'ambito della sezione Panorama, oggi tocca anche al thriller coreano The Unjust, e a Qualunquemente, che debutta a Berlino dopo aver ottenuto un discreto successo in Italia. Ad affiancare Cetto La Qualunque sul red carpet della Berlinale ci sarà anche Gianni Di Gregorio, che nella sezione Berlinale Special presenterà Gianni e le donne, che debutta nelle sale italiane proprio oggi. Non manca ovviamente un pizzico di curiosità per sapere come sarà accolto il personaggio interpretato da Antonio Albanese al di fuori del territorio italiano e in un periodo in cui i problemi della nostra classe politica sono argomento di discussione anche all'estero.Tra le altre pellicole di punta di questa seconda giornata di Festival, il documentario Sing Your Song, dedicato a Harry Belafonte, e Romeos, un dramma di Sabine Bernardi che racconta la delicata fase di transizione di una ragazza che ha cambiato sesso.