Squadra che vince non si cambia, semmai si migliora. Così, a due anni dal grande successo di Benvenuti al Sud, remake italiano di quel piccolo gioiello che è stato il francese Giù al Nord di Dany Boon, Luca Miniero richiama Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro e Valentina Lodovini, aggiunge al team Paolo Rossi, un paio di brani di Emma Marrone nella colonna sonora, e prova a riconquistare il pubblico con un film nuovo di zecca, Benvenuti al Nord, firmato a quattro mani con Fabio Bonifacci; un sequel, com'è evidente dal titolo, che rilancia le vicende di Alberto e Mattia a campi invertiti. Se nel primo capitolo la partita tra il serioso direttore di un Ufficio Postale e l'impiegato scavezzacollo si giocava sui terreni soleggiati e radiosi di Castellabate, luoghi (e soprattutto persone) capaci di sciogliere un 'lumbard' convinto come Alberto, stavolta è Mattia a dover sostenere la trasferta a Milano, città dov'è stato destinato in seguito ad un trasferimento riparatore (il nostro rischiava di finire a Pordenone). Sposato e con prole, il ragazzone mal sopporta lo sradicamento dal borgo natìo, ma minacciato dalla consorte Maria, convinta che quel distacco servirà a farlo finalmente maturare, dovrà fare buon viso a cattivo gioco. Con la certezza di ritrovare l'amico del cuore Alberto. E anche per lui, nonostante il tanto agognato ritorno a Milano, le cose non vanno proprio bene. Angustiato da una moglie in crisi per l'inquinamento, il dirigente deve fronteggiare le azioni di un solertissimo direttore (Paolo Rossi), un fanatico del lavoro a oltranza, ideatore del famigerato piano operativo E.R.P.E.S. (acronimo di Efficienza, Rapidità e Puntualità), che rischia di rovinare il menage familiare di Alberto e Silvia. Nell'incontro che si è tenuto questa mattina a Roma, regista e cast sono stati tutti concordi sull'originalità della commedia, una produzione su cui Medusa punta forte, a giudicare dal numero di copie, più di 800, in cui la pellicola verrà distribuita a partire da mercoledì 18 gennaio.
Claudio, sentite un po' di ansia da prestazione rispetto al grande successo di Benvenuti al Sud?
Claudio Bisio: Assolutamente no. Noi siamo sereni perché è un bel film, lo abbiamo girato veramente con tanta attenzione. E poi finalmente siamo riusciti a cancellare quel neo precedente, e cioè che fosse il remake di un altro successo. E' un'opera tutta nostra e nessuno potrà rimproverarci per l'assenza di originalità. In particolare ringrazio il napoletano Miniero che mi ha fatto riscoprire una Milano che non conoscevo. Come l'isola, un posto che grazie all'Expo sta diventando una piccola Manhattan, con i suoi grattacieli. E dire che Alessandro aveva capito un'altra cosa...
Alessandro Siani: Sì, per girare mi ero messo il costume e un pareo.
Luca, Milano è proprio una terra straniera per i meridionali che vi arrivano? Luca Miniero: Nel film viene contrapposta la Milano produttiva, che forse ha le bende davanti agli occhi, ma che dà a Mattia la possibilità di cambiare in meglio e quella del cuore, forse sommersa dall'altra ma esistente. Poi ci sono i meridionali che vanno al Nord con lo stesso senso di inadeguatezza di tanti anni fa, perché persiste un complesso d'inferiorità in tutti i livelli sociali che risulta molto comico. Su una cosa però ritengono di essere superiori, cioè il caffè. Mia sorella, ad esempio, si porta addirittura il fornelletto quando va in viaggio e abbiamo deciso di ingigantire la questione della Moka. L'arrivo a Milano degli amici di Mattia ricorda molto Totò, Peppino e la... Malafemmina, che peraltro ho rivisto di recente, ma in quel caso c'era il confronto tra un'Italia contadina ed una più industrializzata. In questo film abbiamo fatto un lavoro archeologico per portare alla luce il calore e i sentimenti di Milano. Capisco che per un meridionale Milano possa essere faticosa, ma meno male che c'è il Nord perché dà opportunità di crescita e non soltanto professionale.
Dopo due film girati, come definireste quest'accoppiata di opere, a partire naturalmente da Benvenuti al Nord? Claudio Bisio: Per me è il massimo della comicità, una summa di tutto quello che mi piace fare al cinema e come dicevo prima il discorso vale ancora di più per questo film che è originale. Non mi va di elencare i soliti aggettivi, commedia intelligente e non volgare, ma la verità è che è scritta bene ed è molto divertente. In passato mi è piaciuto sperimentare molto, con film come Asini e La cura del gorilla, ma stavolta sono a fuoco e mi sembra di aver dato il meglio.Alessandro Siani: Questi film dimostrano che si possono fondere risata e sentimento e quando questi due elementi si contaminano succede sempre qualcosa di meraviglioso. Abbiamo lavorato benissimo, condividendo gli stessi intenti. Sapevamo esattamente quello che non volevamo fare, ad esempio essere volgari o fare una commedia eccessivamente grottesca con personaggi poco credibili.
E' stato difficile far ridere con gli stereotipi legati al Nord?
Fabio Bonifacci: Visto che i pregiudizi sul Nord esistono, ma sono meno forti di quelli sul Sud e meno interessanti, abbiamo lavorato creando una sorpresa. Mattia, cioè, va a Milano, e pur non credendo a tutte le storie tutti gli raccontano sul Nord, scopre che è tutto vero. Grazie all'invenzione dell'E.R.P.E.S da parte del personaggio di Paolo Rossi abbiamo fatto satira sull'operosità efficiente di un certo Nord.
Luca Miniero: L'intesa comune si trova sul terreno del sentimento.
Hai mai pensato di farlo più cattivo il tuo personaggio?
No, perché se la cattiveria non è richiesta, specialmente in un contesto come quello della commedia diventa solo dannosa. Trasgredire per trasgredire trasforma il trasgressore in traditore.