Sei felice oppure no? Netflix ti invita a diventarlo guardando la sua nuova serie in 8 episodi. Con la recensione di Benvenuti a Eden vi mostriamo quanto ormai sia sempre più evidente il fatto che il colosso dello streaming abbia deciso di specializzarsi nelle serie giovanili dedicate ai consumatori accaniti di show come Élite, Heartstopper o l'amatissimo Bridgerton.
Benvenuti a Eden ha la fortuna, o la sfortuna, di coincidere con la premiere su Prime Video della seconda stagione di The Wilds, show con il quale condivide una serie di punti cardine, principalmente relativi alla trama, ma la nuova creazione firmata Netflix può anche riportare alla mente elementi chiave di serie come Nove perfetti sconosciuti o The White Lotus.
La storia di Benvenuti a Eden
Se riceveste un messaggio che recita "Sei felice?" da un numero sconosciuto, che cosa rispondereste? Prima di presentarci questo quesito, la serie si apre con Zoa: un'adolescente molto popolare online che vive con la sorellina Gaby e che ha a che fare con una madre eroinomane e un padre assente. Un giorno riceve il suddetto messaggio: si tratta di un invito a partecipare a un party esclusivo su un'isola paradisiaca organizzato dalla Fondazione Edén, il marchio di una nuova bevanda, che si ripromette di renderla felice e di dare una svolta alla sua vita. Sebbene la sua migliore amica non abbia ricevuto l'invito, le due decidono di infrangere le regole al fine di vivere una notte da sogno e, non senza alcune difficoltà, riescono a salire sulla nave che le porta verso un luogo sconosciuto.
La notte passa, proprio come avevano immaginato, letteralmente come in un sogno: le bevande fornite sull'isola fanno perdere loro la cognizione del tempo e il controllo delle proprie azioni. La mattina dopo l'amica di Zoa è scomparsa e la maggior parte dei giovani che sono andati con loro sull'isola sono tornati al punto di partenza. Che cosa ci fa Zoa ancora lì insieme ad una manciata di altri ragazzi?
Benvenuti in Eden: punti di forza e debolezze
Il punto di forza di Benvenuti a Eden, proprio come l'eroina per la madre di Zoa, è che per quanto concerne la trama e l'idea di base lo show crea una tremenda dipendenza e, pur non avendo un budget pazzesco, riesce a mantenere lo spettatore incollato allo schermo fino alla fine, principalmente grazie alla suspense che si crea alla fine di ogni episodio. Detto questo, purtroppo, in ogni episodio sono presenti svariate sequenze ridondanti che è quasi consigliabile vedere aumentando la velocità di riproduzione: dalle relazioni amorose di riempimento ad una preoccupazione quasi patologicamente esplicita per le diversità.
Per quanto concerne la produzione, c'è da dire che la serie fa buon uso delle sue risorse: l'aspetto austero delle strutture della Fondazione Edén va in perfetto contrasto con il controllo della sicurezza, effettuato tramite telecamere, droni e jeep. Sin dall'inizio, è evidentissimo che lo show tenta di essere il più moderno possibile, scommettendo molto su abiti elaborati e innaturali e relazioni quasi eccessivamente aperte e mutevoli in cui tutto può succedere. Questo, però, è un aspetto prevedibile e rende la sceneggiatura priva di coerenza nel suo insieme, togliendo anche credibilità alla caratterizzazione dei personaggi.
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La nuova proposta di Netflix deve indubbiamente essere migliorata, dando più importanza alla trama e scommettendo meno sui drammi giovanili, se il colosso dello streaming ha intenzione di rivolgersi al pubblico di show del calibro di Elite. Nonostante questo, come accennato in precedenza, Benvenuti a Eden riesce indubbiamente a tenere gli spettatori incollati allo schermo e la svolta finale è una vera e propria sicurezza al fine di assicurarsi che i fan abbiano voglia di vedere un'eventuale seconda stagione.
Conclusioni
Nella recensione di Benvenuti a Eden abbiamo parlato di una serie che mescola con successo il mistery-horror e il teen drama grazie ad una trama accattivante, mancando però di caratterizzare i suoi personaggi e rischiando di annoiare gli spettatori con una serie di cliché che vengono forzatamente introdotti nelle vite e nelle relazioni personali dei protagonisti.
Perché ci piace
- L'idea di base, per quanto concerne la trama, è molto interessante.
- La narrazione riesce a catturare lo spettatore ma...
Cosa non va
- ... alcune sequenze ridondanti e l'ossessione per gli stereotipi odierni rischiano di annoiare.
- La caratterizzazione dei personaggi è scadente.