Il fascino british da sempre esercita un'attrazione irresistibile sul gentil sesso, ma quella per Benedict Cumberbatch è diventata una vera propria mania che ha contagiato il pubblico femminile di tutto il mondo. I feticisti di Sherlock che vanno in visita allo Speedy's Café di North Gower Street, via londinese in cui viene ricostruita la ben più trafficata Baker Street, buen refugio di Sherlock Holmes, non di rado si imbattono in gruppi di fanciulle giapponesi, americane o italiane in pellegrinaggio per respirare la stessa aria di Cumberbatch quando è impegnato nelle riprese della serie BBC. Per non parlare dell'isteria collettiva esplosa alla notizia del ritorno dell'attore a teatro con l'Amleto del National Theatre. Frotte di fanciulle e signore di ogni età hanno preso d'assedio il Barbican Theatre, accampandosi fuori dallo storico centro culturale londinese nella speranza di recuperare un biglietto last minute per assistere all'imperdibile performance. E lui, l'ineffabile Benedict, giunto alla soglia dei suoi primi 40 anni, cosa ha fatto per meritarsi tanto successo?
Schivo, riservato, dotato di una bellezza atipica, di una voce profonda e sensuale e di un irresistibile senso dell'humor, prima di Sherlock Benedict Cumberbatch era un illustre sconosciuto. Coltissimo e preparato, l'attore, figlio d'arte (i suoi genitori sono gli attori teatrali Timothy Carlton e Wanda Ventham), è cresciuto nell'elegante quartiere di Hampstead, a Nord di Londra, dove vive tutt'ora adottando qualche accorgimento in più rispetto al passato per difendere la propria privacy. Pur facendo breccia in molti cuori femminili, Cumberbatch ha avuto poche fidanzate ufficiali. Dopo essere stato legato dieci anni alla compagna di studi Olivia Poulet (che lo ha lasciato spezzandogli il cuore), l'attore ha avuto una breve relazione con la designer Anna Jones per poi sposare Sophie Hunter, attrice e regista del teatro d'avanguardia inglese. Allergico allo star system, quando si trova a Londra Benedict Cumberbatch ama la vita tranquilla e adora correre e nuotare nel parco di Hampstead Heath. Un uomo tutto casa e famiglia con un segno particolare: in qualsiasi situazione riesce a essere sempre incredibilmente elegante. Scopriamo insieme quali sono i dieci motivi che lo rendono così irresistibile.
10 - Nome impronunciabile e faccia da cavallo
Pur essendo una star molto amata, Benedict Cumberbatch non è esente da critiche. Di recente l'attore è stato bersaglio della stampa inglese conservatrice che non ha apprezzato il suo impegno a favore dei rifugiati e la sua scelta di sposare numerose cause umanitarie. Qualcuno si è spinto addirittura a definire "infantile" la sua visione politica. Prima di diventare famoso Cumberbatch è stato attaccato sul piano personale per via dei suoi lineamenti così particolari e del cognome impronunciabile. Il divo, però, non ha esitato a togliersi qualche sassolino dalla scarpa e dopo essere stato nominato Uomo dell'Anno dalla rivista GQ nel 2011, nel discorso di ringraziamento ha citato pubblicamente il giornalista che lo aveva definito "faccia da cavallo dal nome impronunciabile, legnoso e privo di talento" ammettendo ironicamente di avere qualcosa da ridire solo sugli ultimi due epiteti. In molte interviste Cumberbatch ha ribadito di essere consapevole del suo strano aspetto, degli occhi distanti e del viso spigoloso e di essere stupito (oltre che lusingato) dell'ossessione femminile nei suoi confronti.
9 - Talento mimetico
Che Benedict Cumberbatch sia in un attore di immenso talento non è un mistero per nessuno. Pur avendo un'impostazione teatrale classica, la star ha una spiccata vocazione per la mimesi che lo ha spinto ad accettare sfide decisamente ardue per ogni interprete. Fin dai tempi del film tv biografico Hawking, dedicato alla vita del celebre astrofisico Stephen Hawking, Benedict ha lavorato duramente per modificare corpo, voce e talvolta anche accento per confondersi nei personaggi. Dal malato terminale dello straziante Third Star al fragile e tormentato genio Alan Turing in The Imitation Game, performance che gli ha fruttato la sua prima candidatura all'Oscar come miglior attore, fino a Black Mass - L'ultimo gangster dove interpreta l'americanissimo fratello del gangster di Boston Whitey Bulger, la galleria è ricca. Nel southern drama a tinte dark I segreti di Osage County non solo Cumberbatch sfodera un perfetto accento redneck, ma lo sentiamo perfino cantare e suonare il piano e in Zoolander 2 si presta a interpretare All, un esilarante modello trans. La caratterizzazione più impressionante, però, resta quella di Julian Assange ne Il quinto potere dove lo stesso leader di WikiLeaks, pur scagliandosi contro il film che, a suo parere, distorce la realtà dei fatti, non ha potuto fare a meno di fare i complimenti al suo alter ego cinematografico.
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8 - Il mago delle imitazioni
Il talento nel plasmare la propria voce cambiando timbro e accento, unito a uno spiccato sense of humor, ci hanno fatto scoprire un Benedict Cumberbatch fine imitatore. L'attore si fa pregare ogni volta prima di sfoderare il suo vasto repertorio, ma alla fine non si tira indietro. Il suo cavallo di battaglia resta l'imitazione del grande Alan Rickman, mentore di molti interpreti britannici scomparso di recente. Ma tra i vari Christopher Walken e Jack Nicholson, un'altra delle imitazioni più riuscite dell'attore è senza dubbio quella dello wookie Chewbacca. E restando nel campo non prettamente umano, da tempo i fan di Cumberbatch hanno sottolineato ripetutamente con fotomontaggi la somiglianza dell'attore con la lontra. Sì, proprio l'animaletto. Storica la puntata del Graham Norton Show in cui Benedict si è prestato a imitare le espressioni delle lontre di fronte allo sguardo di un esterrefatto Johnny Depp. Cosa non si fa per le proprie fan.
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7 - Martin Freeman
Cosa c'entra adesso Martin Freeman? Beh, sono molti gli attori divenuti celebri "in coppia". Da Bud Spencer e Terence Hill a Jerry Lewis e Dean Martin, avere un partner all'altezza può risolvere una carriera. Basta guardare il primo episodio di Sherlock per notare come la chimica tra Benedict Cumberbatch e Martin Freeman sia fortissima. L'affabulazione veloce, il sarcasmo e le fragilità nascoste del moderno Sherlock Holmes vanno di pari passi con l'alto senso morale e il coraggio del Dottor Watson. Moro (per esigenze di copione) e slanciato Cumberbatch, basso e biondo Freeman, i due attori sviluppano, episodio dopo episodio, un feeling che ha fatto gridare i fan al bromance alimentando lo sterminato e inquietante universo delle fanfiction. Colpa dei terribili Steven Moffat e Mark Gatiss, autori della serie tv che si divertono a disseminare lo script di ammicchi e riferimenti a una possibile relazione sentimentale (rigorosamente platonica) tra i due personaggi. Gioco che non funzionerebbe così bene senza il feeling comprovato tra i due interpreti. In conclusione, se Sherlock ha lanciato la carriera internazionale di Benedict Cumberbatch il merito è anche di Martin Freeman.
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6 - Lo Hobbit: l'incanto di Smaug
A mente fredda dobbiamo ammettere che in molti sono rimasti insoddisfatti dal risultato ottenuto da Peter Jackson con la trilogia de Lo Hobbi. Nonostante le prodezze tecniche e le mirabolanti scelte visive e di casting, la decisione di diluire un libro di dimensioni ridotte in tre pellicole fiume non ha giovato a Peter Jackson. Eppure dopo l'esito esaltante de Il signore degli anelli l'hype per il nuovo progetto era alle stelle, in parte anche per la reunion tra i due interpreti di Sherlock. Ad annunciare la presenza di Benedict Cumberbatch in Lo Hobbit è stato lo stesso Martin Freeman che, preso dall'entusiasmo, si è reso colpevole di una gaffe svelando ai media l'arrivo del collega prima di avere il nullaosta della produzione. Se a conti fatti il feroce Smaug risulta poco efficace, non possiamo certo dare la colpa a Benedict Cumberbatch il quale non solo ha prestato al personaggio la sua voce profonda e ammaliante, ma si è anche adoperato nella motion capture e si è accostato al ruolo con dedizione tale da farsi sorprendere dalla famiglia mentre si contorceva sul pavimento della propria cucina per imparare a muoversi e a strisciare come un vero drago.
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5 - Photobombing che passione!
Non senza stupore, dobbiamo ammettere che Benedict Cumberbatch perde il suo aplomb britannico di fronte a un obiettivo, ma solo quando non è lui a essere ritratto. L'attore è stato eletto eroe del photobombing (forse solo Jared Leto è in grado di tenergli testa) quando è balzato alle spalle degli U2 con un'impresa eccezionale sul red carpet degli Oscar 2014. In seguito Cumberbatch ha confessato di averlo fatto per fare un favore a un amico superfan della band irlandese, ma a quanto pare sembra averci preso gusto tanto da "rovinare" il selfie di Ellen DeGeneres con Chiwetel Ejiofor e Brad Pitt. Ai Golden Globes 2015 l'attore ha ripetuto l'impresa saltando alle spalle di Meryl Streep mentre si stava facendo fotografare insieme alla "nordcoreana" Margaret Cho. Il livello successivo è stato interrompere un'intervista sul red carpet di 12 anni schiavo per farsi sistemare la cravatta da Michael Fassbender. Quale sarà la sua prossima vittima?
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4 - La talpa
Un tripudio di attori britannici al top in uno spy movie gelido e avvincente. La talpa è un film corale, tra le opere più riuscite interpretate da Benedict Cumberbatch. L'attore, magistralmente diretto da Tomas Alfredson, si trova ad affiancare mostri sacri del calibro di Gary Oldman e Colin Firth, duettando con il collega Tom Hardy. L'ispirazione viene dallo scrittore John Le Carré, autore della saga di George Smiley, grigia spia britannica che torna in azione in piena Guerra Fredda. Complesso e delicato il ruolo affidato a Cumberbatch, quello di un collaboratore di Smiley (Gary Oldman) dalla doppia vita costretto a rinunciare al proprio privato per evitare di mettere a repentaglio la missione a cui sta lavorando. Nessuno meglio di lui per incarnare concetti profondi quali sacrificio, dedizione alla causa e senso del dovere. Benedict è talmente convincente da farsi perdonare anche l'improbabile chioma biondo paglia che è costretto a sfoggiare per esigenze di copione.
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3 - Frankenstein e Amleto: la vita è una favola
E veniamo al teatro, parte integrante della carriera di Benedict Cumberbatch. Nel 2011, subito dopo l'esplosione con Sherlock, Benedict e Jonny Lee Miller interpretano una nuova incredibile versione di Frankenstein prodotta dal National Theatre e diretta da Danny Boyle. Ogni sera i due attori invertono i ruoli, interpretando a turno lo scienziato Victor Frankenstein e la sua creatura. Nella regia visionaria di Danny Boyle la creatura nasce nuda, scena che richiede ai due interpreti di mettere da parte il pudore mostrandosi come mamma li ha fatti di fronte al pubblico. Cumberbatch commenterà giocosamente l'imbarazzante compito sottolineando la delusione delle fan di Jonny Lee Miller nelle sere in cui tocca a lui incarnare la creatura, ma a questi aneddoti noi crediamo poco. Al di là dei fatti di colore, Frankenstein è uno spettacolo potente e tragico, un trionfo di recitazione in una rilettura più umana e moderna.
Altrettanto moderno, seppur aderentissimo al testo originale, è l'Amleto di Lyndsey Turner. Ancora il marchio del National Theatre per lo spettacolo che ha visto Cumberbatch impegnato per cinque mesi in scena al Barbican nel 2015. Circondato da un grande cast, il suo Principe di Danimarca è fanciullesco e tormentato, fragile e nervoso. Il ruolo di una vita per un attore che non teme le sfumature e si dimostra ancora una volta capace di mettere a nudo il proprio animo (stavolta solo quello) sul palcoscenico.
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2 - Doctor Strange
Qui andiamo sulla fiducia. Pur avendo visto poco e niente, il comic movie Marvel già ci entusiasma. Il motivo principale è che Benedict Cumberbatch si misura con un personaggio di nicchia dell'universo Marvel, lontano da tute colorate e supereroi volanti. Un personaggio spirituale, immerso nel mondo delle arti mistiche, ma prima ancora un chirurgo il cui passato è segnato da uno spaventoso dramma che gli preclude la possibilità di continuare a svolgere la sua professione. Un dramma che muterà profondamente il suo animo aiutandolo a diventare una persona diversa, probabilmente migliore. Sono i personaggi dalla morale sfaccettata e dai profondi valori i preferiti di Cumberbatch e la scelta di interpretare il più intrigante tra gli eroi dei Marvel Comics senza dubbio depone a suo favore. In più l'attore ha il phisique du role ideale per interpretare il Dottor Stephen Strange. E noi non vediamo l'ora di vederlo all'opera.
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1 - Sherlock
Alla fine di questo viaggio non potevamo non tornare là dove tutto ha avuto inizio, al numero 21 di Baker Street. Il ruolo del detective geniale e tossicomane, appassionato di violino e affetto da mille idiosincrasie ha trasformato un attore di talento diviso tra teatro, televisione e qualche film indipendente in una star di fama mondiale. Fin dall'incipit del primo geniale episodio, A Study in Pink, in cui la conferenza della polizia di Scotland Yard viene "boicottata" da una catena di SMS che smentiscono le parole dell'Ispettore Lestrade intuiamo che questa rilettura dell'opera immortale di Arthur Conan Doyle ha qualcosa di speciale. Non si tratta solo di vedere il riccioluto Sherlock che compie le sue ricerche su Google o usa cerotti di nicotina per combattere la dipendenza da fumo o di leggere il blog di Watson, diligentemente redatto on line alla fine di ogni avventura. Gli autori Moffat e Gatiss regalano un'anima nuova, una profondità nel sentimento di amicizia che lega Holmes e Watson, un colore speciale ai personaggi secondari. Ma tutto questo, probabilmente, non sarebbe potuto esistere senza la performance mozzafiato di quell'attore con gli occhi limpidi, il viso spigoloso, la voce profonda e la parlata veloce che risponde al nome di Benedict Cumberbatch.