L'horror al cinema d'estate ci prova sempre, e spesso fa centro. Come nel caso di Immaculate - La prescelta il film di Michael Mohan con protagonista Sydney Sweeney, dall'11 luglio in sala. Nel cast anche i "nostri" Benedetta Porcaroli, Simona Tabasco, Dora Romano, Giorgio Colangeli e Alvaro Morte (Il Professore de La casa di carta). E proprio Bendetta Porcaroli, ospite dello scorso BCT - Festival Nazionale del Cinema e della Televisione a Benevento, ha ha raccontato in anteprima il film, in cui la protagonista Cecilia (Sweeney) si trasferisce in un convento nella suggestiva campagna italiana per scoprire presto che tra quelle mura si nascondono indicibili segreti e presenze molto oscure. Immaculate è stata l'occasione per chiacchierare con lei sull'internazionalità del progetto.
Da Netflix, verso l'infinito e oltre
Benedetta Porcaroli ha iniziato con Baby su Netflix guardando già ad un assetto distributivo capace di arrivare in tutto il mondo. Nel cast del film ci sono altri due giovani attrici, un interessante ensemble che guarda ad un periodo storico pieno di opportunità... o forse è il contrario? Dice di più l'attrice: "Credo sia un momento complicato. La mia generazione ha avuto sicuramente più possibilità, anche perché se c'è un aspetto positivo che arriva da queste piattaforme streaming è sicuramente traghettarci in giro per il mondo. Un passaggio che prima non era scontato e risultava più complicato. Si abbattono molto barriere, una distanza che in realtà è inesistente perché il cinema è uguale per tutti, quindi quando mi chiedono 'Come è stato' lavorare all'estero o in una co-produzione come questa di Immaculate, rispondo che in realtà il processo è identico, cambia solo la lingua".
Il cinema internazionale è quindi differente... o forse no? Continua Porcaroli: "I film vengono realizzati da persone umane come noi, che fanno lo stesso mestiere ma da un'altra parte. Quindi secondo me è importante renderci conto che loro servono a noi perché hanno un'industria fortissima che produce tanto però anche noi serviamo un po' a loro. Si tratta un lavoro che facciamo insieme, quindi vedo i miei colleghi che sempre più prendono parte a progetti internazionali e ne sono molto felice, perché credo sia una giusta opportunità da dare anche a noi". Forse è proprio questo che cambia: la visibilità e l'opportunità, che arrivano dall'esperienza condivisa con un'attrice del calibro di Sydney Sweeney. "Lei ha girato Euphoria quando noi abbiamo girato Baby. Pur non conoscendoci sapevamo che questi due teen drama erano usciti nello stesso periodo".
Il primo film horror
Da poco uscito Vangelo secondo Maria che la vede recitare accanto ad Alessandro Gassmann, tutta l'attenzione ora è rivolta ad Immaculate - La prescelta, il suo primo film horror. Secondo l'attrice non sempre avere tanti soldi a disposizione per una produzione è necessariamente un vantaggio, ci sono anche i capolavori che sono stati fatti con molto poco: "È chiaro che se ci dessero delle opportunità un po' più solide saremmo tutti più contenti". Eppure di recente chiacchierando con un collega americano e confrontandosi, si è resa conto di come lui finora non abbia mai fatto un giorno di prove all'estero, quando qui da noi si è soliti farle quasi sempre. Un altro mito sfatato come quello del budget, che spesso quando è irrisorio permette alla troupe di ingegnarsi con idee creative e originali per una determinata inquadratura o sequenza. Lei d'altronde cerca di seguire l'istinto, la pancia, nell'approcciarsi ed accettare un progetto, che la tocchi nel profondo. "Alcuni film possono essere scritti molto bene ma la scintilla magari non parte per chissà quale ragione. Mi piace l'idea di diversificare le cose che faccio per capire se sono in grado o meno".