Mi dica cosa le piace di se stessa?
Una domanda, mille risposte.
Il mondo odierno è soggetto e schiavo di un'unica cosa. L'immagine.
Immagine come bellezza, come stile, come piacere. Come piacersi.
I chirurghi plastici Christian Troy e Sean Mc Namara lo sanno benissimo e volano, ognuno a modo proprio, sulle onde dell'aspirazione e della perfezione, donando la gioia di guardarsi nello specchio a uomini e donne di qualunque età. Per questa ragione Nip/Tuck è probabilmente la serie televisiva più vicina alla realtà odierna, invasa dai media, dal narcisismo, dalle griffe, dai modelli.
La premiata ditta, legata dal collagene, e da una grande amicizia, è rappresentata da due uomini profondamente diversi fra loro, entrambi indissolubilmente amanti del bisturi e del potere di conferire lo splendore ai corpi che hanno sotto le mani.
Sean Mc Namara, è un chirurgo talentuoso, scrupoloso, con mille dubbi e una moglie con la quale condivide la vita ma non i sentimenti, logorati dal tempo e dal tran tran coniugale. I loro due figli subiscono la loro relazione, fatta di problemi, di contrasti, tradimenti.
Christian Troy, il cui nome racchiude sacro e pagano, è bello, affascinante, impeccabilmente vestito di nero, discreto chirurgo, che trascorre il suo tempo ad ammaliare e sedurre migliaia di donne solo con lo scopo di portarle a letto. Sorride, illumina, e soffre di una solitudine interiore nascosta, che solo chi lo conosce riesce a leggergli negli occhi.
Il dolore celato si contrappone così allo splendore della loro pelle, che li elegge, per chi li guarda, a re dell'apparenza. Ma come tutti sanno l'apparenza inganna. Soprattutto noi stessi.
Con loro, in questo teatrino della perfezione si muovono Julia, moglie di Sean, inespressa nella vita per fare la donna di casa e accudire i figli, dotata di una bellezza fatta di rughe e segni del tempo che donano al suo viso vera grazia; Kimber, bambolona tutta rifatta e tutta da rifare, plastilina da plasmare per Christian, per il quale è croce e delizia; Matt, figlio di Sean e Julia, che nel corso della serie diviene sempre più un simulacro di Michael Jackson, simbolo dell'incertezza prodotta da una vita immerso nell'idea che nulla è più importante dell'apparire.
Questi personaggi sono le icone figlie di Nip/Tuck, perchè il mondo di Christian e Sean, bellezza a parte, è fatto di incertezze continue.
E allora si scopre che accade spesso nelle persone di rinchiudersi nel guscio di ciò che si fa, quelle cose in cui si è bravi, senza comprendere che nel quotidiano, spesso, si risulta incapaci di affrontare l'ignoto. "Costruire" una donna a regola d'arte significa conoscere le proporzioni, i canoni della bellezza, ma non i sentimenti più intimi e il complesso modo di fronteggiarli.
La messa in scena e lo stile narrativo sono di conseguenza costruiti sulle antitesi.
Il sangue delle operazioni sbattuto in faccia allo spettatore e la musica suonata in un lettore cd Bang & Olufsen che li accompagna in sala operatoria, è un prolungamento del loro modo di essere, in cui l'aspetto estetico fagocita le note che invecchiano nel momento in cui concludono il loro breve compito. E ancora, l'ineccepibile sterilità del design del loro studio e la durezza delle situazioni, la castità delle donne nel sesso (non si vede mai un seno nudo, coperto sempre da meravigliosa lingerie) e il linguaggio oltraggioso e talvolta fastidioso.
Nip/Tuck è una serie fondata sui contrasti, su ciò che immaginiamo e ciò che siamo, e quando Christian Troy dice a una paziente "La bellezza è simmetria, e qui non ne vedo alcuna", semplicemente esprime la divergenza fra sostanza ed essenza, corpo e anima.
Per qualcuno "la bellezza è una sventura per il mondo". Ma è anche la sua fortuna.