Nonostante il tempo avverso e un'estate che non sembra aver alcuna intenzione di arrivare, la trentunesima edizione del Bellaria Film Festival apre comunque i battenti. Anzi, senza farsi fermare dalla pioggia, dà il via ad una seconda giornata dedicata quasi esclusivamente al grande documentario italiano, mostrando tre film della sezione Italia Doc. Il primo ad avere il compito d'intrattenere pubblico e addetti ai lavori è uno dei casi cinematografici dell'anno, ossia L'ultimo pastore di Marco Bonfanti. Attraverso la vicenda incredibile di Renato Zucchelli e l'arrivo delle sue pecore in piazza Duomo a Milano, l'autore ha dimostrato che questo genere tanto snobbato dalle sale è tutt'altro che un prodotto di nicchia in fin di vita. Anzi, dopo gli apprezzamenti ottenuti ai festival italiani e internazionali, ha portato il documentario all'attenzione di molti donandogli una seconda imprevista "giovinezza". Ugualmente dedicato ad una umanità invisibile è Nadea e Sveta, realizzato da Maura Delpero, in cui si fotografa la quotidianità non semplice di due donne moldave, arrivate in Italia per rincorrere una vita migliore. Una storia tutta al femminile, dunque, dove si riflette sulla maternità, la fuga della solitudine e la ricerca della "casa" cui appartenere, rappresentata dalla forza di una femminilità sempre pronta a ripartire.
Cosa unisce queste profonde vicende personali con il road movie girato da due amici alla ricerca niente meno che di Sean Connery, lo 007 per eccellenza? Anche in questo caso, a spingere la creatività di Mario Balsamo e Guido Gabrielli sono le esperienze personali che, dal 1985 ad oggi, hanno costruito ben trent'anni di ricordi cui si sovrappone la vita attuale e la lotta contro il tumore. Così, tra la spiaggia dell'infanzia a Sabaudia e il Bosco degli spiriti introspettivi a Borgotaro, a definire le basi del documentario Noi non siamo come James Bond è un quesito fondamentale da rivolgere all'unico uomo capace di vivere solo due volte: come si fa a diventare immortali? A Sir Sean Connery l'ardua risposta. A chiudere la sezione Italia Doc è Lovebirds - Rebel Lovers in India con il quale Gianpaolo Bigoli racconta la vicenda degli amanti ribelli, ossia quelle coppie che, fuggendo dalle loro case e da una tradizione secondo la quale non sono permesse le unioni tra caste diverse, rischiano la vita in nome della propria autonomia sentimentale. Ad aiutare nell'intento Sanjey e Arti è Mr Sachdev, fondatore del Love Commandos, un gruppo di attivisti indiani decisi a supportare le loro scelte. Dunque un programma ricco che ha il compito di accompagnare i frequentatori del festival verso una serata molto importante per il cinema italiano in cui si consegnerà il premio Casa Rossa alla Carriera a Daniele Vicari. In questo modo Bellaria omaggia un grande autore che, tra documentario e finzione ha saputo raccontare negli anni i cambiamenti sociali e storici del nostro paese. Un esempio emblematico è il suo La nave dolce con cui narra l'approdo della nave Vlora nel porto di Bari, avvenuto nell'estate del 1991, con a bordo ventimila albanesi. Successivamente imprigionati nello Stadio della Vittoria, la maggior parte di loro verranno rimpatriati con l'inganno e solamente una minoranza, formata da duemila persone, riuscirà a fuggire e a rimanere in Italia. Quando si dice l'importanza e la poetica del linguaggio documentaristico.Bellaria 2013: il premio Casa Rossa alla Carriera per Daniele Vicari
L'ultimo Pastore, Nadea e Sveta, Noi non siamo come James Bond e Lovebirds - Rebel Lovers sono solo alcuni dei titoli che caratterizzano la seconda giornata del festival, accanto alla premiazione del regista de La nave dolce.