Star si nasce o si diventa? A chiacchierare intorno ad un tavolo con la giovanissima Fatima Ptacek sembrerebbe chiaro che la risposta esatta sia la prima e si resta colpiti dalla spigliatezza, dalla padronanza della situazione, dal controllo, la professionalità e la disponibilità, nonché l'entusiasmo, con cui risponde alle domande di noi giornalisti.
L'occasione è la presentazione alla stampa di Before I Disappear, lungometraggio di Shawn Christensen ispirato al corto dello stesso regista, Curfew, vincitore dell'Oscar nella sua categoria. Corto che la stessa Fatima ha interpretato come protagonista. La storia di un uomo in procinto di togliersi la vita, recuperato dalla telefonata della sorella persa di vista che lo convince a recuperare la figlia a scuola e prendersene cura in sua assenza. Non è la prima esperienza della Ptacek, al lavoro sin da quando aveva cinque anni, come lei stessa ci ha raccontato, ed attiva su più fronti, non per ultimo quello del doppiaggio, dando voce in America a Dora l'esploratrice di Nickelodeon. Dal ruolo nel film di Christensen alle sue passioni ed i suoi idoli, eccovi il resoconto della nostra chiacchierata.
Ci racconti dell'esperienza di essere sia nel corto che nel lungometraggio di Shawn?
Se non sbaglio girammo Curfew nel 2010, quindi ero molto più giovane e quando Shawn ha scritto il ruolo di Sophia aveva una ragazzina più giovane in mente, quindi non potevo essere troppo forte perché sarebbe stato inappropriato all'età. In Before I Disappear abbiamo potuto realmente sviluppare il personaggio di Sophia e possiamo dire che io sono letteralmente cresciuta con lei. Nel film si possono vedere più facce di Sophia e la sua evoluzione, come inizi a provare sentimenti per Richie dopo il fastidio iniziale, e la tenerezza quando è costretta ad occuparsi di lui. E' un momento chiave del film perché è quello in cui Richie si rende conto che può imparare qualcosa da lei, che Sophia è più matura di lui ed in alcune circostanze può prendersene cura come una madre. E' bello vedere come i due capiscano di potersi amare e capire a vicenda.
Quanti anni avevi quando avete girato il film?
Credo intorno ai dodici anni. Ne compirò quattordici nel giro di qualche giorno.
Complimenti! Il tuo personaggio va incontro a tante vicissitudini e tu sembri gestirle alla perfezione. Come hai fatto?
La cosa più importante che ho capito è che per interpretare Sophia dovevo diventare lei. Per metterla in scena, dovevo capirla. Pensare come pensa lei, vedere le cose come le vede lei, che spesso sono in modo opposto al mio. Quindi avere questo approccio intellettuale, maturo, che mette da parte il divertimento. E non è stato facile per me, perché sono il tipo di persona che indossa Manolo gialle sotto un vestito blu, che ama divertirsi e prendersi gioco delle persone e di sé stessa. Quindi non è stato facile per me, ma allo stesso tempo abbiamo qualcosa in comune: sono una che deve ottenere sempre il massimo, in ogni club della mia scuola, faccio ginnastica, lavoro, mi do da fare per finire i compiti, e non ho un'orario per andare a letto da quando avevo cinque anni. Non faccio la vita dei miei coetanei. Da questo punto di vista, io e Sophia siamo simili. In definitiva abbiamo alcune cose in comune ed altre che ci differenziano profondamente.
Hai chiesto al regista di cambiare qualcosa dello script in base alle tue esperienze o il ruolo era scritto così e non è stato cambiato?
Shawn è stato molto disponibile, ci ha sempre detto cosa si aspettava dal ruolo o dalla singola scena e poi l'abbiamo analizzata insieme per ottenerlo. Ci ha dato la possibilità di provare, anche se alla fine è un film a basso budget e non avevamo mai più di tre ciak per ogni scena [scherza]. Ma mi è stato vicino e mi ha aiutato ad aggiustare il tiro o cambiare le cose con cui non ero a mio agio. Ha sempre chiesto la mia opinione e mi ha dato molta libertà, ma viene naturale quando c'è rispetto reciproco come è accaduto tra noi.
Sei così giovane eppure sei stata in tanti film e serie. Hai ancora tempo da dedicare alle tue passioni ed i tuoi hobby?
No, ve l'ho detto! [scherza] Devo suddividere la mia vita in settori: ho i miei amici di scuola, ho la scuola, perché l'educazione è la cosa più importante, poi faccio qualche provino ed imparo le mie parti, poi ho gli allenamenti di ginnastica e quando torno a casa di solito trovo altri compiti da fare, perché gli insegnanti mi mandano materiale via mail. E' tutto frenetico, ma mi piace così tanto che non lo sento come lavoro. E' una mia comune giornata ed è divertente! Mi sembra che sto facendo un ottimo lavoro, anche grazie alla mia famiglia che è straordinaria e mi tiene con i piedi per terra ed umile e mi insegna quello che ho bisogno di imparare a livello extra-scolastico.
A che età hai fatto il tuo primo lavoro?
Avevo cinque anni ed il mio primo lavoro è stato una pubblicità. Era per Disney, quindi per il mio primo lavoro mi hanno portato a Disneyland in California e mi hanno vestito da principessa. Tre giorni a Los Angeles, con i miei biglietti per Disneyland, andando in giro e divertendomi finché non mi hanno detto "ok, dobbiamo girare, prendi il tuo vestito da principessa." Ed io "Sì!" Diciamo che è bastato questo per conquistarmi a quell'età. D'altra parte quale bambina non vuole essere una principessa?
Hai un ruolo dei tuoi sogni? Quali sono le tue ispirazioni e i tuoi modelli?
Preferisco di gran lunga i ruoli drammatici, perché hanno così tante sfumature: c'è l'amore, l'odio, la morte, l'innocenza nell'affrontare l'evoluzione del personaggio. Mi piace canalizzare tutte queste emozioni, alcune delle quali non ho mai provato nella vita: per esempio litigare con la propria migliore amica, perché io e le mie non discutiamo mai; o l'amore, che mi spaventa molto perché non ho proprio tempo per i ragazzi - e mio padre è grato di ciò! - mi piace provare tutte queste nuove emozioni. Però penso che il mio sogno ora sia di essere in un film horror. Io e mia sorella siamo fanatiche di tutti questi horror giapponesi, quella roba folle asiatica, sanguinosa e cruenta. Mi piacerebbe fare qualcosa del genere, perché ci sono anche gli effetti speciali... comunque qualunque cosa mi arrivi, sono pronta!
Che origini hai? Hai un aspetto molto particolare, che ti fa distinguere...
Sono norvegese, ceca, irlandese ed ecuadoriana. Da parte di mio padre sono europea e da parte di madre ecuadoriana. Il nome Fatima invece deriva dalla città del Portogallo in cui apparve la Vergine Maria. Ma è anche il nome della figlia del profeta Maometto ed ai miei genitori piaceva l'idea di unire popoli attraverso un nome e forse anche io col mio lavoro riesco a farlo un po', perché intrattengo le persone, le faccio divertire.
Nel film c'è una scena di ballo molto originale, come ci avete lavorato?
E' stata molto divertente. E' stata improvvisazione, almeno inizialmente, perché Shawn mi ha chiesto di inventarmi qualcosa e poi ha coinvolto la coreografa. Ma lei non ha cambiato niente, perché l'ha trovata perfetta, mi ha solo aiutato a mettere tutto insieme. E' il momento in cui riesco a mettere in scena il mio lato più divertente, il momento in cui anche Sophia riesce a tirar fuori quell'aspetto che tiene nascosto dentro di sé. Abbiamo fatto una quarantina di ciak di quella scena, siamo stati una giornata solo su quella. E' stato stancante, provando diverse cose, incorporando anche la ginnastica, ma il pavimento era oleoso ed andava pulito di tanto in tanto. Ma alla fine è venuta bene.
Quale è stata invece la scena più difficile da girare?
Credo quella in cui Sophia deve prendersi cura di Richie, quando lui siede incapace di muoversi. E' un momento molto emozionante, perché è strano vedere lui, un adulto, così indifeso e vulnerabile. Tutti noi abbiamo visto i nostri genitori in difficoltà e vulnerabili, ma il fatto di poter fare qualcosa materialmente in una situazione del genere mi ha dato speranza e forza. Forse posso farlo anche nella realtà e non solo nella finzione di un film. E poi la scena di pianto. Avevo perso mio nonno un paio di mesi prima, quindi è stato piuttosto facile piangere, perché non avevo avuto molto tempo fino ad allora per farlo ed ho liberato tutto quello che avevo dentro. E' stata una bella sensazione.
Visto che sei così giovane, forse amavi già The Vampire Diaries prima di lavorare con Paul?
Devo ammettere che non avevo mai visto la serie. Ma è stato eccitante ugualmente, con tutte le mie amiche che impazzivano nel sapere che avrei lavorato con lui. Mi chiamavano continuamente quando ero sul set dicendo "Paul, Paul" e io dovevo rispondere "No, basta, sto lavorando!" Ed era così strano che io interagivo con lui normalmente, per parlare delle scene che avremmo dovuto girare.
Hai anche doppiato Dora, giusto?
Sì, sono io!
Il lavoro sul film ha in qualche modo influenzato il tuo lavoro sulla serie?
No, non è stato un grosso problema, perché lavoriamo alla serie due o tre volte alla settimana. Un po' faticoso, forse, perché registravo per cinque ore e poi andavo sul set per altre otto. E' una vita un po' frenetica a volte, ma per me è divertente. Conduco una vita molto divertente per una quattordicenne.
Qual è il tuo attore preferito?
Vi dirò un attore e un'attrice. Come attrice adoro Natalie Portman, è una specie di ispirazione per me. Shawn me l'ha fatta conoscere mostrandomi Leon e subito l'ho considerata un mio idolo. E' perfetta! Come attore, invece, ne ho un paio. Adoro Leonardo DiCaprio e non capisco come possa non aver ancora vinto un Oscar. E' fastidioso. Leo, tifo per te! Dora tifa per Leo! E poi Nicolas Cage, non so perché. Non è della mia generazione, quando lo dico le mie amiche rispondono "Chi?!". E amo Liam Neeson. Questi sono i miei preferiti, non quelli come Matt Damon, Mark Wahlberg...