"Questo è quello che ho sempre fatto. Cerco solo di scoprire qualcosa che vada bene insieme. Si dice che Mozart una volta disse: io metto insieme le note che si amano. Questa definizione mi piace". Parole di Paul McCartney. Siamo in piena Beatlemania, inutile negarlo. Dopo il grande successo di Get Back, la serie di Peter Jackson in streaming su Disney+, e il famoso The Beatles: Get Back - The Rooftop Concert, l'indimenticabile concerto dei Beatles sul tetto della sede di Apple Corps avvenuto il 30 gennaio 1969, che arriva oggi in Italia esclusivamente nelle sale IMAX®, dove verrà proiettato dal 9 al 13 febbraio, i Beatles sono sulla bocca di tutti. E allora è anche il caso di andarsi a vedere una serie preziosa e bellissima come McCartney 3,2,1, in cui Paul McCartney, in sei episodi da 30 minuti, si confessa al produttore Rick Rubin. E, soprattutto, gli fa ascoltare, studiare, analizzare, tantissima grande musica. Ecco una serie di cose che abbiamo imparato guardando la serie. Ma sono solo alcune perle di un tesoro immenso.
1. Michelle e la fascinazione per la Francia
Come è nata Michelle? È un pezzo che nasce da molto lontano, quando i Beatles, da giovani, andavano in un negozio di strumenti di Liverpool, e si facevano insegnare a suonare la chitarra dal titolare del negozio. Un giorno Paul tornò con un accordo nuovo. Erano anni in cui i ragazzi erano affascinati dalla Francia e da tutto quello che veniva da lì "Se porto il collo nero alto e suono la chitarra penseranno che sono francese" diceva Paul. E, alle feste, cominciava a suonare quel famoso accordo. Qualche tempo dopo, John disse a Paul: "Quella canzoncina francese che suonavi alle feste dovresti finirla". A quei tempi amavano Edith Piaf che cantava Milord, e per la nuova canzone si ispirarono a quelle atmosfere. La moglie di un amico di Paul, Jan, insegnava francese. E così chiese a lei una rima per Michelle. "Ma belle" rispose. I Beatles provarono a imitare la registrazione di Milord in cui Edith Piaf rallenta, ma non furono poi molto coraggiosi. "Rallentammo solo un po', e sembra un errore" racconta McCartney.
The Beatles: Get Back, la recensione: chiedi chi erano i Beatles. Peter Jackson ti risponderà
2. Sgt Pepper's Lonely Heart's Club Band: quel roadie che chiese sale e pepe
Sgt Pepper's Lonely Heart's Club Band è la title-track di uno degli album più importanti dei Beatles e della storia del rock. Tutto nacque mentre Paul era in aereo con un roadie che gli chiese "mi passeresti sale e pepe (salt and pepper)?". McCartney capì le parole "Sergent Pepper". Ma Sgt. Pepper gli sembrava un bel nome per un personaggio. I Beatles così avevano il suono della banda di Sgt. Pepper, e nelle canzoni quindi usarono gli ottoni, le tube. Immaginarono di fare un album come l'alter ego di loro stessi, immaginarono che non fossero i Beatles a fare quell'album. In quel modo sentirono meno la tensione. Quando l'album uscì, Paul si trovava a Laurel Canyon, in macchina. Era un weekend caldo e il venerdì sera tutti avevano già l'album. Anche Jimi Hendrix, alla domenica, fece un concerto che aprì con Sgt. Pepper: l'aveva imparata in due giorni.
3. While My Guitar Gently Weeps: L'assolo ceduto a Eric Clapton
George Harrison all'inizio suonava la chitarra e basta. Non gli interessava scrivere e lasciava il compito alla premiata ditta Lennon - McCartney. Ma poi divenne un grande autore. In While My Guitar Gently Weeps lasciò l'assolo di chitarra ad un suo amico, Eric Clapton. Era la prima volta che qualcuno di esterno entrava a suonare nel gruppo. "George è stato molto generoso a cedere l'assolo a Eric quando avrebbe potuto farlo lui" ricorda Paul. Rick Rubin, che nella serie isola di continuo i suoni con il mixer per farli risaltare, fa notare che il suono del basso di Paul è molto duro, atipico: isolando basso e chitarre sembra quasi di sentire due canzoni contemporaneamente, entrambe grandiose, sovrapposte una all'altra. Come spiega Rubin, è affascinante vedere come ogni tessera va al suo posto. I Beatles univano generi diversi, ma non solo, univano diverse sensibilità. Se i Beatles avessero suonato un brano reggae, sarebbe stata comunque una canzone dei Beatles.
The Beatles: Get Back, Peter Jackson: "Da fan ero preparato a restare deluso, ma non è andata così"
4 Eleonor Rigby e l'ottetto d'archi
Eleonor Rigby è una canzone molto particolare. C'è solo la voce e un ottetto d'archi. "Ricordo che la feci sentire a George Martin" racconta Paul. "Avevamo già fatto Yesterday e pensavo che per questa canzone, invece che un quartetto, ci sarebbe voluto un ottetto". George Martin scrisse un favoloso arrangiamento per una canzone che McCartney aveva scritto al piano mai dove il piano poi non fu usato. "In Yesterday c'era solo una chitarra" racconta. "Abbiamo deciso di andare oltre e di lasciare solo gli archi con me che cantavo sopra". Paul pensava di non cantare bene la canzone, ma George lo rassicurò, anche se venne fatto un "double tracking" per coprire eventuali errori. Il risultato lo conoscete... Gli otto musicisti suonarono la loro partitura dal vivo, al piano inferiore degli studi di Abbey Road.
5. Penny Lane, Bach e Il trombino
A proposito di musicisti e di musica classica, al momento di incidere Penny Lane, Paul era entrato in studio dopo aver visto in tv il Concerto Brandeburghese di Bach la sera prima. C'era una trombetta molto alta che Bach usava. George Martin disse a Paul che si trattava di un trombino, e, dato che conosceva tutti i migliori musicisti delle orchestre classiche chiamò David Mason, un bravo trombettista, che avrebbe fatto un assolo. I musicisti stavano trascrivendo una melodia che Paul stava inventando al momento. "Misi una nota impossibile, toppo alta" ricorda. "Quella è fuori persino da registro del trombino" disse Mason. "lo guardai con una faccia stana come per dire: tu lo puoi fare" gli rispose McCartney. Che fa notare il resto dell'arrangiamento, tra altre trombe, più funky, e un flauto dal suono altissimo. "Assurdo" commenta Paul oggi.
The Beatles: Get Back - The Rooftop Concert dal 9 al 13 febbraio nelle sale IMAX
6 Back In The Ussr, Ringo e le prove
Ascoltiamo Back In The Ussr, un pezzo che era nato come una specie spin-off, un gioco con Back In The Usa di Chuck Berry. "Stavo facendo vedere a Ringo come doveva suonarla e mi disse: suonala tu" ricorda Paul McCartney. Il suono della batteria in quella canzone è suo. E Paul così ricorda a Rick Rubin come di solito provavano una canzone ed entravamo subito in studio. Quando suonavano delle cover, infatti, imparavano le canzoni tutte insieme, e così erano abituati ad impararle in fretta. "Non provavamo mai" ricorda. "Provavamo un giorno e avremmo dovuto provare il giorno dopo ma dicevamo: basta così, abbiamo provato un giorno, quanto serve provare ancora?"
7. Lucy In The Sky With Diamonds e Alice nel paese delle meraviglie
Ascoltiamo Lucy In The Sky With Diamonds, che inizia con un suono particolarissimo e inconfondibile, uno strumento che avevano alle EMI, l'organo Lowrey. Tutta la canzone ha un sacco di elementi che sono registrati solo su due tracce. "Tutti pensavano che la canzone parlasse di LSD" ricorda Paul. "Ma andò così: il figlio di John, Julian, era tornato a casa da scuola con il disegno di una sua compagna, Lucy. Intorno a lei aveva disegnato delle stelle, diceva che erano diamanti. Lei fluttuava: era Lucy nel cielo coi diamanti". In quegli anni i Beatles amavano Lewis Carroll, e il testo che scrissero sembra preso proprio da Alice nel paese delle meraviglie. "È la mente che fluttuava. La verità è che eravamo tutti strafatti" sorride Paul.
8. Dear Prudence, sfida di resistenza
Una canzone come Dear Prudence è arrivata a noi per la delicatezza della melodia e gli impasti vocali. Ma, isolando solo le voci, capiamo che fu una specie di sfida a chi teneva la nota più lunga con la voce. "È che volevamo che fosse una ripresa unica" ricorda Paul. "Avremmo potuto fermare la registrazione a metà e riprendere fiato, ma sarebbe stata una furbata. Ci dicevamo: ma è lunghissima, si, ma puoi farcela, possiamo farcela, è troppo lunga ma proviamo. Ci spingevamo al limite". La chiave del successo dei Beatles, nella seconda parte della loro carriera era questa, il loro peggior nemico era la noia. E dovevano sconfiggerla in tutti i modi.
9. Tomorrow Never Knows e il loop
Uno dei modi per farlo era sperimentare. Tomorrow Never Knows - un brano che ha dato vita a un'intera generazione di musicisti, come quella del Big Beat e dei Chemical Brothers - è nato grazie a un vecchio registratore sul quale si poteva montare un nastro in loop. "Invece delle due bobine potevi inserire un pezzo di nastro che continuava a girare. C'era un pulsante con scritto sovrapponi, e il nastro continuava a registrare senza sosta a ogni giro" ricorda. "Quello che avevi registrato era sempre lì, solo in sottofondo. Il lato artistico sta nel sapere quando fermarsi, e devi fermarti presto perché rischi di cancellare le idee precedenti". Il suono di Ringo Starr, alla batteria, è incredibile, avanti di vent'anni. Ringo è anche l'autore del titolo. Era uno che diceva le cose in modo leggermente sbagliato, ma che sembrava giusto. Cose come A Hard Day's Night, la notte di un giorno difficile. Oppure cose come "non saprei. il domani non lo sa mai". È così che nasce il titolo di Tomorrow Never Knows. "Oggi l'espressione la notte di un giorno difficile, fa parte della cultura, la capiscono tutti" ci spiega Paul.
10. Come Together: Chuck Berry, ma più lento.
John Lennon stava lavorando a un pezzo, che era proprio identico a un pezzo di Chuck Berry, You Can't Catch Me, che inizia proprio con le parole "here come the old flattop". Paul la adorava ma doveva renderla diversa. Così decise di rallentarla, e prese quell'atmosfera da "palude ondeggiante", inserì un grande giro di basso. E John cominciò a cantarla in modo diverso. E nacque Come Together.