Possiamo dirlo senza esitazione: per quanto riguarda le campagne di promozione di un film, c'è un prima e un dopo Barbie. Il film di Greta Gerwig, prodotto e interpretato da Margot Robbie, è stato protagonista di un marketing senza precedenti. Non soltanto per il budget investito: l'attrice, dentro e fuori dal set, è diventata un tutt'uno con il personaggio. Oltre al grande lavoro fatto da Jacqueline Durran, candidata all'Oscar®️, sui costumi di Barbie per la pellicola, ce n'è stato uno altrettanto meticoloso sugli outfit del press tour.
Robbie, insieme allo stylist Andrew Mukamal, ha infatti pianificato il tour promozionale di Barbie (recensione qui) scegliendo meticolosamente ogni vestito e accessorio indossato sui red carpet e durante le interviste. Non si è trattato semplicemente di cercare capi rosa, ma di ricreare, con cura filologica, i look di bambole iconiche, creando quindi un canale di comunicazione diretto tra la storia della bambola Mattel, moda e cinema. Questo sforzo è stato tramandato alla storia grazie a un libro: Barbie: The World Tour, in cui Robbie e Mukamal spiegano come sono arrivati a creare ogni outfit.
La postfazione è scritta da Gerwig che, oltre a elogiare il lavoro fatto da Robbie e Mukamal, conferma come i costumi di Barbie siano una parte fondamentale della pellicola: "È stato brillante, una continuazione della collaborazione che abbiamo iniziato nel 2019. Come attrice e produttrice, Margot ha capito profondamente l'essenza di questo progetto fin dall'inizio, prima ancora di me. Abbiamo costruito Barbie insieme e lei l'ha portata oltre lo schermo: amo l'arte che fa questo, riuscendo a diventare qualcos'altro. Margot e Andrew ci hanno ricordato che vestirsi può avere un significato profondo e artistico. È un modo per connettersi con il nostro bambino interiore, che spesso trascuriamo". Scopriamo quindi come regista, protagonista e costumista hanno lavorato sugli outfit di Barbie, in streaming su NOW dal 21 aprile.
I costumi del film e il rosa Barbie
La costumista di Barbie è Jacqueline Durran, che, come dicevamo, per il suo lavoro è stata candidata all'Oscar®️, così come la scenografa Sarah Greenwood. La loro collaborazione è stata fondamentale: Durran e Grenwood hanno lavorato a stretto contatto, perché gli abiti e gli accessori di Barbie fanno parte della sua identità e, soprattutto nella parte iniziale del film, interagiscono in diverse scene. Pensiamo a quella iniziale, in cui vediamo la protagonista nella sua "casa di Barbie": gli oggetti e i vestiti ci dicono che sentimenti prova, chi è in quel momento. Entrambe hanno dichiarato di aver quindi approcciato la pellicola come se fosse "un film in costume".
E se da una parte entrambe hanno fatto una ricerca certosina, andando a recuperare veri set venduti da Mattel (l'ascensore e il frigo sono identici ai giocattoli venduti negli anni '90, grazie anche al lavoro della set decorator Katie Spencer), la comunicazione tra i loro dipartimenti è stata essenziale. Così come quella con il direttore della fotografia, Rodrigo Prieto. Tutti insieme hanno ragionato sui toni di rosa da utilizzare, in modo che costumi e scenografie potessero avere uno stile coerente e in grado di dare un'identità immediata a Barbieland e al film.
Barbie "pensieri di morte": l'ansia e la depressione nel film
Anche perché il "rosa Barbie" è un colore preciso, che ha il suo codice Pantone: 219 C. Leatrice Eiseman, direttrice del Pantone Color Institute, lo ha descritto come: "Rosa caldo, molto vicino al rosso, da cui prende il dinamismo, l'energia e l'aspetto teatrale, ma mitigato in modo da rendere tutti questi aspetti non così aggressivi". In un'intervista alla rivista Architectural Digest, Greenwood ha detto l'ormai celebre frase: "Il mondo ha finito il rosa!" per far capire quanta vernice di questo colore abbiano usato sul set del film.
Gli outfit del party di Barbie
Tra i tanti abiti sfoggiati da Barbie, che potete ammirare in streaming su NOW, il più scintillante è sicuramente la tuta dorata ricoperta di paillettes che indossa alla festa in casa sua. Per arrivare al modello che vediamo nel film, Durran ha chiesto a Kim Culmone, Head of Design di Mattel, di poter avere tutti i modelli di abiti da sera di color bianco e oro mai disegnati per la bambola. Grazie a questo documento la costumista ha creato non solo l'abito della protagonista, ma anche quelli delle altre Barbie, per un totale di 20 costumi. E, parole sue, se osservate bene ogni look della scena della festa potete assistere a una vera e propria rappresentazione della storia di Barbie.
Per quanto riguarda invece la tuta indossata da Ken, l'ispirazione viene da un modello del 1976 di colore blu, che Durran voleva usare perché raramente si vede una tuta intera come costume per un protagonista maschile. Il colore è stato quindi cambiato in bianco e oro, per coordinarsi con gli abiti delle Barbie e, per sottolineare il fatto che a nessuno interessa davvero cosa indossi Ken, tutti i Ken hanno lo stesso modello.
Il vestito giallo di Barbie
Tra i vestiti di Barbie più interessanti c'è il vestito giallo (spiegazione del significato qui), che Margot Robbie indossa nella scena in cui la protagonista dice che piangere è bellissimo. È in quel momento che Barbie capisce che non vuole più tornare a Barbieland, ma desidera invece diventare una donna vera e vivere nel mondo reale. Perché quindi il colore giallo? Durran ha rivelato che il vestito di Barbie più popolare venduto da Mattel negli ultimi cinque anni è proprio giallo.
Ma non può essere solo questo il motivo della scelta: il giallo è un colore importante per il movimento femminista americano. Nel 1867 le suffragette del Kansas, che hanno combattuto per il diritto di voto alle donne, hanno adottato il girasole come loro simbolo. Per questo motivo, come viene documentato anche dallo Smithsonian (il museo nazionale di storia americana), le donne che facevano parte del movimento indossavano nastri, bottoni e sciarpe di colore giallo. Oggi il colore simbolico dell'International Woman Suffrage Alliance è proprio il giallo.
La pelliccia di Ken è ispirata a Stallone
Anche lo stile di Ken è importante: come dicevamo, all'inizio è una figura di supporto per la protagonista, dal ruolo secondario, al punto da non avere nemmeno un proprio stile. Quando però il Ken di Ryan Gosling va nel mondo reale e scopre che gli uomini hanno un ruolo rilevante nella società, cambia anche il suo modo di vestire. Uno dei pezzi più iconici è la pelliccia: come si vede brevemente nel film, una delle icone da cui prende spunto Ken è Sylvester Stallone. E Sly tra la fine degli anni '70 e inizio '80 indossava spesso pellicce e orologi importanti.
Ecco perché anche Ken, quando torna a Barbieland, sfoggia una pelliccia e ha ben tre orologi al polso. Per quanto riguarda gli orologi, si tratta di tre modelli Carrera vintage di Tag Heuer (Gosling è testimonial del brand), messi in commercio proprio negli anni del successo di Rocky (1976). E per quanto riguarda invece l'ormai leggendaria Mojo Dojo Casa Houses, che fa il verso alla Dreamhouse di Barbie, la parola d'ordine di Gerwig è stata: "arredamento davvero brutto". Greenwood ha scelto quindi mobili di La-Z-Boys, brand americano, lampade con i cavalli e mini frigo.