In fondo, Margot Robbie Barbie un po' lo è sempre stata. Spieghiamoci meglio. Lo è stata a livello di immagine: alta, bionda, occhi azzurri e un sorriso accattivante. Se nel nuovo film Barbie di Greta Gerwig (qui le opinioni della redazione) il suo ruolo è proprio quello di Barbie Stereotipo, nel senso che incarna proprio quello che è sempre stato il prototipo di Barbie, anche il suo personaggio di The Wolf Of Wall Street potrebbe essere una Barbie. Sì, Margot Robbie poteva essere benissimo Barbie Wall Street, o Barbie Party a New York, per come appariva con quei colori perfettamente anni Ottanta e i vestiti giusti da indossare a ogni occasione.
Quello azzurro del suo arrivo alla festa in piscina (anche Barbie Swimming Pool potrebbe essere un nome...) o il famoso vestito rosa della scena nella quale si nega a Leonardo Di Caprio. E poi c'è la scena del primo appuntamento, quello in cui si spoglia, nuda, per il suo nuovo amante. Vi ricordate cosa diceva la canzone Barbie Girl? "You can undress me everywhere". E la caratteristica delle Barbie è che possono essere spogliate. Bambola a prima vista, nella sua carriera Margot Robbie si è dimostrata esattamente il contrario, una donna padrona del suo destino, in grado di scegliere i copioni giusti, e diventare produttrice in caso di progetti particolarmente degni di nota.
Destinata a cose più importanti
E la Barbie che Margot Robbie interpreta in Barbie è proprio questo. Un personaggio che ha tutto per essere considerata una bambola (e lo è, vivendo a Barbie Land, un mondo di gioco), ma che ha in testa altri pensieri. Dopo aver conosciuto il mondo scopre che c'è altro. E torna nel suo ruolo, ma consapevole che è destinata a cose più importanti. Ad essere una donna, alla maternità, nel caso del personaggio del film. Ad essere una donna-soggetto, padrona del suo destino, una produttrice, nel caso di Margot Robbie.
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Tonya: Barbie disincanto sul ghiaccio
Ci sono dei momenti, nel film, in cui Barbie non è chi ci si aspetta che sia, sempre bella, sorridente e disposta a fare le serate con le amiche. Quegli occhi blu che avevamo visto splendere, ora rilucono di lacrime, sono velati di tristezza. La bocca è rivolta verso il basso. Dopo essere tornata dal mondo reale, Barbie crede di non essere all'altezza, di non essere abbastanza bella e perfetta da essere Barbie Stereotipo. Ecco, in uno dei momenti più alti della sua carriera, Margot Robbie ha scelto deliberatamente di non essere bella. Tonya Harding, il personaggio che ha scelto di disegnare e interpretare nel grottesco e intenso Tonya, è una ragazza di provincia, sgraziata e inelegante, gretta e forse anche stupida. Il contrario di come avevamo visto fino a quel momento Margot Robbie, e il contrario di quello che ci si aspetterebbe di trovare a Barbie Land. Altro che Barbie Stramba. La Tonya di Margot Robbie potrebbe essere Barbie White Trash, o anche, dato il tema, Barbie Disincanto sul ghiaccio. Ma quello che conta, è che Margot Robbie ha scelto di interpretare una perdente, una disperata. Lei che avrebbe potuto dare il volto solo a personaggi seducenti.
Margot Robbie ha deciso di non essere solo un sex symbol
Quel provare a togliersi di dosso la bellezza, la rilucenza, il glamour che Margot Robbie ha scelto per dare altri colori alla sua carriera di attrice, è quello che in fondo fa la sua Barbie. Avrete sicuramente presente la scena - quella in cui dice di non essere all'altezza - in cui è senza trucco, acqua e sapone, e ha appena pianto. Anche la sua Barbie, proprio mentre teme di non essere abbastanza bella, alla fine sceglie di non essere perfetta, di perdere volutamente un po' della sua bellezza. Perché, ormai lo sa, una volta nel mondo reale avrà la cellulite. Ma sarà libera. Così come è libera Margot Robbie dal momento in cui ha deciso di non essere solo un sex symbol, ma anche una testa pensante, un'attrice in grado di prendere in mano la propria carriera. Proprio Tonya è l'operazione simbolo della carriera di Margot Robbie: la scelta di un soggetto forte, la volontà di produrlo, di trovare il regista giusto per dare un tono preciso alla storia. La scelta di metterci la faccia, la sua faccia, in un personaggio negativo.
Harley Quinn: Barbie Suicide Squad
Ma Tonya è solo una delle tante Barbie Stramba che Margot Robbie ha intrepretato nella sua carriera. Anzi, forse la più simile a Barbie Stramba (e i meme sui social stanno già dicendo questo) è la sua Harley Quinn, eroina ma allo stesso tempo villain folle e imprevedibile. È proprio così: i capelli biondi sparati in pettinature improponibili, il volto coperto da trucchi pesanti dal colore improbabile. Harley Quinn, l'amore del Joker, sembra proprio una bambola che qualche bambina ha tormentato tagliandole e acconciandole i capelli a modo suo e pitturandola con pennarelli, trucchi e colori di qualsiasi tipo. Harley Quinn è un altro personaggio con cui Margot Robbie ha celato la sua bellezza. Potrebbe essere la sua Barbie Suicide Squad, o Barbie Follia.
C'era una volta a... Hollywood: Barbie Summer Of Love
E poi c'è Barbie Hollywood, o Barbie Sixties, o Barbie Summer of Love, cioè la Sharon Tate di C'era una volta a... Hollywood di Quentin Tarantino. Anche quella sembra una bambola, ancora di più perché - e la cosa ha suscitato polemiche - non proferisce quasi parola. Ma anche qui Margot Robbie, che interpreta Sharon Tate, ha un ruolo simbolico. È la bellezza che può essere salvata, è il cinema che può cambiare la storia, è la perfezione che sceglie l'imperfezione, come andare al cinema e mettersi a vedere il film a piedi nudi, magari un po' sporchi, ma reali. È il coraggio di confrontarsi con il mito di Sharon Tate (un po' come confrontarsi ed essere all'altezza di Barbie Stereotipo) e con un autore come Quentin Tarantino.
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Babylon: Barbie Anni Ruggenti
Infine è coraggioso anche essere la protagonista di un film di Damien Chazelle, autore per cui la fatica, lo sforzo, la rincorsa per arrivare in alto è tutto. La protagonista di Babylon potrebbe essere Barbie Anni Venti, o Barbie Anni Ruggenti, o Barbie Star del muto. E anche lei è l'esempio di quel personaggio che vi vogliamo raccontare. È la bambola che potrebbe restare tale e invece non lo fa: sul set recita davvero e alla grande, sa piangere a comando, si prende la scena, elimina le rivali, valorizza il suo corpo con i giusti escamotage. Nellie LaRoy, nome che in francese vuol dire "il Re", dice che non vuole diventare una "star" del cinema: una star lei lo è già, il mondo deve solo scoprirlo. Tutti questi esempi ci dicono proprio quello che vi abbiamo detto all'inizio. Come la sua Barbie del film, Margot Robbie ci sembrava una bambola, invece si è rivelata proprio il contrario. E anche la scelta di essere in uno dei film dell'anno, un film che fa un discorso così importante sul femminile, è segno di un'intelligenza notevole. Altro che bambola.