Banklady, la recensione: un godibile heist-movie da una storia vera

La recensione di Banklady, film ispirato alla storia vera di Gisela Wesler, la prima rapinatrice di banche nella storia della Germania, e sul suo legame con il partner-in-crime. Su Rai4 e RaiPlay.

Banklady, la recensione: un godibile heist-movie da una storia vera

Gisela Werler lavora in fabbrica ma sogna da sempre una vita migliore. La donna vive con gli anziani genitori di cui si prende cura e ha una relazione con un collega, del quale però non è innamorata. Un giorno un incontro è destinato a cambiare il suo destino: quando conosce Peter, è un amore a prima vista e scopre poi come questi sia in realtà un piccolo rapinatore di banche.

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The Banklady: Nadeshda Brennicke in una foto

Come vi raccontiamo nella recensione di Banklady, la donna invece di denunciarlo alle autorità decide di diventarne complice e amante, dando inizio a una serie di colpi che mettono a soqquadro l'intero Paese. Gisela usa un travestimento con occhiali e parrucca, tanto da ottenersi anche un soprannome ad hoc presso l'opinione pubblica, con i resoconti della sua imprese criminali che appassionano lettori e ascoltatori. Mentre il commissario Fischer, un giovane detective al suo primo caso importante, cerca di stanarla in ogni costo, Gisela si troverà a dover fronteggiare una crisi sentimentale con il suo partner, che rischia di compromettere tutto...

Mani in alto

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The Banklady: una sequenza del film

La storia ha inizio nella città di Amburgo negli anni Sessanta e prende spunto da un personaggio realmente esistito. Gisela Werler infatti è stata la prima rapinatrice di banche nella storia tedesca, salita alla ribalta della cronaca nera per via dei suoi particolari travestimenti e del suo innato carisma criminale: ben diciannove i colpi realizzati dalla coppia, qui rivisitati in una confezione cinematografica senza infamia e senza lode, diretta da Christian Alvart. Il regista si era già fatto notare con il sottovalutato fantahorror Pandorum - L'universo parallelo (2009) e qui si ispira a eventi reali per accompagnarci in una Germania d'epoca, con il clima teso e convulso del periodo che ben si riflette nella caratterizzazione della protagonista, sicuramente colpevole ma anche vittima di situazioni degradanti.

Personaggi al limite

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Banklady: Nadeshda Brennicke e Charly Hübner

Peripezie che riportano alla mente quelle ben più avvincenti di colleghi di lusso come Bonnie e Clyde quelle vissute da Gisela e Peter, con tanto di burrascose rotture e riappacificazioni, gelosie e tradimenti, che in più occasioni diventano elemento di possibile cattura da parte delle forze dell'ordine, sempre un passo indietro rispetto alle mosse dei rapinatori innamorati. A tratti i personaggi appaiono quasi respingenti nelle loro scelte, ma appare come un qualcosa di voluto atto a non edulcorare eccessivamente il contesto e a non trasformarli in moderni Robin Hood con cui empatizzare. La sceneggiatura esplora con le dovute tempistiche le varie "aree grigie", trovando sempre quei lati oscuri tali da offrire una complessità morale eterogenea e credibile, riuscendo poi a dosare con un certo equilibrio i lati più drammatici con le tipiche dinamiche di genere.

Tempo d'azione

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L'interrogatorio

Split screen qua e là ad aggiungere potenziale dinamismo a certi passaggi, sequenze d'azione che non eccellono ma nemmeno dispiacciono, interpreti relativamente aderenti alle rispettive controparti, in particolare proprio Nadeshda Brennicke nel ruolo del titolo. Banklady non è certamente un film perfetto ma possiede la giusta ruvidità per non passare inosservato, restituendo una storia crime finora inedita che - per quanto ricordante altre antieroine del grande e piccolo schermo - ci porta alla scoperta di una "regina del crimine" fino ad allora non approfondita in forma di live-action, ma la cui carriera gangsteristica non è certo seconda a nessuna.

Conclusioni

Da operaia sottomessa, sentimentalmente repressa e con una difficile situazione tra le mura domestiche a rapinatrice sexy e spregiudicata, tanto da diventare una vera e propria celebrità per l'opinione pubblica: la storia vera di Gisela Werler rivive in una produzione tedesca di discreta fattura. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Banklady, ci troviamo davanti a un heist-movie che segue, nel suo ripercorrere la vicenda alla base, dinamiche in stile Bonnie e Clyde, con la coppia criminale che tra un colpo in banca e l'altro ha anche modo di rendere particolarmente turbolenta la relazione tra loro, con tutte le conseguenze del caso. Protagonisti scomodi e una messa in scena efficace per un prodotto relativamente solido nel suo genere.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.4/5

Perché ci piace

  • Nadeshda Brennicke è un ottima protagonista.
  • Personaggio realmente esistito affrontato per la prima volta dal grande schermo.
  • Buon equilibrio tra le fasi drammatiche e quelle di genere.

Cosa non va

  • Protagonisti a tratti respingenti.
  • Confezione decorosa ma priva di particolari guizzi.