Mentre scriviamo queste righe, Avengers: Endgame è in sala da sedici giorni, ed è già al secondo posto nella classifica mondiale dei maggiori incassi di sempre (inflazione esclusa), avendo da poco superato Titanic. Con 2,3 miliardi di dollari accumulati per ora nel mondo, il film dei fratelli Russo è ora il primo candidato serio e verosimile per quanto riguarda un altro traguardo a lungo ritenuto irraggiungibile: spodestare Avatar, e il tutto in meno di un mese di programmazione. Come siamo arrivati a questo punto, culmine logico di oltre un decennio di storie legate al Marvel Cinematic Universe? Proviamo in questa sede ad analizzare il modo in cui la Casa delle Idee è riuscita a trasformare un "semplice" film di supereroi in un vero e proprio evento cinematografico, senza precedenti. N.B. L'articolo contiene spoiler .
Un nuovo universo
Dal 2008, con l'uscita del primo Iron Man, il produttore Kevin Feige ha supervisionato un lungo e certosino lavoro, basato sulla creazione di un universo espanso e condiviso sulla falsariga di quello dei fumetti. Un lavoro fatto inizialmente con la Paramount e successivamente con la Disney, il cui contributo a livello di distribuzione e marketing si è rivelato fondamentale già dal primo lungometraggio arrivato nelle sale grazie alla Casa del Topo: The Avengers, un fenomeno commerciale e culturale di proporzioni inattese, capace di battere al box office Batman, James Bond e Bilbo Baggins. L'evoluzione è stata graduale, non priva di problemi (L'incredibile Hulk è stato un piccolo flop a livello finanziario, e anche i fan duri e puri hanno parecchio da ridire su Thor: The Dark World), ma supportata da due fattori fondamentali: da un lato, la promessa di una sorta di "finale di stagione" al termine della Fase Tre, capace di ripagare le attese di chi segue il franchise dall'inizio; dall'altro, il fatto che quasi tutti i film siano fruibili senza aver visto gli altri, il che consente ai neofiti di avvicinarsi e affezionarsi alla saga anche a partire dal decimo episodio, con la possibilità di recuperare gli arretrati in un secondo tempo.
E alla fine arriva Thanos...
Il finale di stagione di cui sopra è iniziato con Avengers: Infinity War, epico crossover tra tutti i personaggi del MCU fino a quel punto: gli Avengers, i Guardiani della Galassia, Spider-Man, Doctor Strange e Black Panther. Tutti eroi che, separatamente e in gruppo, hanno saputo ritagliarsi uno spazio notevole nel cuore dei fan, contribuendo all'attesa di un film che, come già segnalato nei trailer, è l'atto finale (o meglio, parte di esso) per quanto riguarda la prima macrofase del franchise. E a proposito di trailer, la differenza sta anche lì: mostrano (relativamente) poco e sono volutamente ingannevoli (basti pensare all'uso di Hulk), al fine di preservare la purezza dell'esperienza cinematografica senza le contaminazioni di dettagli della trama e clip varie che invadono i social. E così, a pochi giorni dall'uscita, i fratelli Russo pubblicano un post su Facebook e Twitter dove chiedono al pubblico di non svelare i vari colpi di scena del film, firmando con l'hashtag #ThanosDemandsYourSilence. Una tattica che funziona, poiché gli spettatori riempiono le sale nel mondo intero, a suon di due miliari di dollari, e assistono attoniti a una conclusione audace e scioccante: Thanos, l'antagonista, il cui scopo è eliminare metà delle forme di vita nell'universo, vince. Gli Avengers ancora in vita sono abbattuti fisicamente e moralmente, l'unico (criptico) spiraglio di speranza si limita al post-credits, e la beffarda scritta "Thanos ritornerà" stravolge ogni aspettativa. L'attesa per la rivincita è quindi a dir poco spasmodica.
La fine del gioco
Ma come si chiama la rivincita? Già, persino il titolo rimane un mistero fino alla fine del 2018, quando esce il primo trailer con la rivelazione: Avengers: Endgame. Un segreto dettato da necessità strategiche, che si aggiunge a varie speculazioni sul film: a parte alcune foto rubate dal set (da cui nasce la teoria, azzeccata, sui viaggi nel tempo) e qualche dettaglio sul cast (tra cui la conferma dei ritorni di Jeremy Renner e Paul Rudd, annunciati per il primo round ma assenti giustificati), non si sa assolutamente nulla su come avrà luogo il secondo scontro tra gli Avengers e Thanos. Anche i trailer lasciano intendere pochissimo: quasi tutti gli spezzoni mostrati in sede promozionale provengono dal primo terzo del film, e gli altri sono estrapolati dal contesto originale, talvolta manipolati (vedi lo scudo di Captain America). E come lo scorso anno, si gioca di hashtag: #DontSpoilTheEndgame. La curiosità aumenta, alimentata anche dal desiderio di vedere quello che, fin dal titolo, è annunciato come epilogo definitivo di una parte del franchise.
Arriviamo quindi al 24 aprile 2019, giorno in cui il film esce nelle prime sale internazionali - ne abbiamo parlato anche nella nostra recensione di Avengers: Endgame - due giorni prima del debutto americano. Il pubblico accorre numeroso e assiste, stupefatto, a sorprese su sorprese: Thor depresso e sovrappeso, Hulk e Bruce Banner fusi insieme, Black Widow che si sacrifica per ottenere la Gemma dell'Anima. E poi, nel momento più cupo e disperato, tutti gli eroi Marvel si manifestano per darle di santa ragione a Thanos, e Steve Rogers, con il martello Mjolnir in mano, pronuncia la frase che tutti aspettavano dalla fine di Avengers: Age of Ultron: "Avengers... assemble!". E poi ancora la morte di Tony Stark e l'addio all'uniforme da parte di Rogers, e l'omaggio collettivo a tutti gli attori nei titoli di coda. Tre ore di grande emozione e scene destinate a commuovere, divertire ed entusiasmare tutti coloro che hanno seguito la saga nel corso degli anni. Una decennale esperienza "seriale" da grande schermo, il cui epilogo - di cui abbiamo parlato nella nostra analisi del finale di Avengers: Endgame - andava visto a tutti i costi in sala, senza la contaminazione dello spoiler che, soprattutto negli Stati Uniti, si è tramutato in una vera propria fobia. Ed ecco che, nel giro di due settimane, l'addio della formazione originale degli Avengers è arrivato a oltre due miliardi di dollari nel mondo, e difficilmente un risultato simile potrà essere ottenuto da altri blockbuster odierni. Tra i pochi papabili c'è un altro finale definitivo, legato a un fenomeno culturale i cui fan lo amano da oltre quattro decenni: Star Wars: L'Ascesa di Skywalker.