Sono passati quasi tredici anni dall'arrivo nelle sale italiane di Avatar (era il lontano gennaio del 2010), il primo capitolo della saga di James Cameron che ha rivoluzionato l'utilizzo del 3D al cinema e meravigliato numerosi milioni di spettatori in tutto il mondo, battendo ogni record al botteghino e divenendo il maggior successo della storia del cinema.
La lunga attesa però ora è finalmente finita: dal 14 dicembre Avatar: La via dell'acqua ci ha infatti riportato con slancio nel mondo di Pandora facendoci ammirare nuovi luoghi e mondi immaginifici, con un uso della tecnologia e della perfomance capture ancora più sbalorditivo, sempre più immersivo e sofisticato. James Cameron non è certo nuovo a questo tipo di sfide, ma quella affrontata con Avatar 2 è probabilmente la più grande di tutta la sua ambiziosa carriera: proporre un sequel ad altissimo budget di tre ore e dodici minuti a più di un decennio di distanza dal film precedente.
Come risponderà il pubblico? A giudicare dai primi dati che arrivano sugli incassi (quasi 1,5 milioni in Italia nel primo giorno di programmazione, con previsioni che indicano il raggiungimento dei 500 milioni di dollari nel primo fine settimana in tutto il mondo), si tratterà di un altro successo per il regista statunitense, per di più in un periodo così difficile per la fruizione in sala come quello che stiamo ancora vivendo.
Avatar 2 è sicuramente il film del momento, l'evento cinematografico di cui tutti parlano e di cui avevamo un disperato bisogno. Per l'occasione, abbiamo quindi pensato di proporvi i commenti dei redattori di Movieplayer.it. Scopriamoli insieme (l'articolo verrà aggiornato mano a mano che arriveranno ulteriori pareri), partendo dalla nostra recensione ufficiale dell'ultimo lavoro di James Cameron.
Avatar: La via dell'acqua, la recensione di Valentina Ariete
[...] Diciamoci la verità: in molti avevano perso le speranze di vedere Avatar 2. James Cameron sembrava quasi uno scienziato pazzo ossessionato dalla sua creatura, incapace di lasciarla andare. Invece, ovviamente, aveva ragione lui: per tornare in mezzo ai Na'vi ci voleva questo livello tecnologico. Incredibilmente, le circostanze hanno investito il film di un peso e un'importanza ancora maggiori: dopo quasi tre anni di pandemia e la perdita del potere della sala cinematografica quale luogo d'elezione per godersi la settima arte, Avatar: La via dell'acqua si è trasformato nell'ultima speranza per risollevare le sorti di questo luogo magico. Avatar 2 è nei cinema italiani dal 14 dicembre e per goderne appieno questa volta si deve davvero uscire di casa e cercare lo schermo più grande possibile. Lo richiede il film, lo richiede il momento storico: questa è la via del grande cinema e se lo amate bisogna rispondere in massa, tornare a dare vita al rito collettivo. Anche perché ne vale davvero la pena. [...]
(Leggi tutta la recensione di Avatar: La via dell'acqua)
Voto: ☆☆☆☆ ½
Le opinioni della redazione
Un eccezionale virtuosismo tecnico tra molti spunti di riflessione (Giuseppe Causarano)
Partendo dalle solide fondamenta del primo capitolo, James Cameron ha alzato l'asticella e ha centrato nuovamente l'obiettivo. Avatar - La via dell'acqua punta all'essenziale sul piano narrativo e spesso rischia di diventare ripetitivo rispetto a quanto proposto nel film del 2009, ma si impone con maestosità dal punto di vista visivo e spettacolare.
Registicamente notevole, la pellicola possiede gli effetti visivi più avanzati a disposizione del cinema contemporaneo. Cameron ottiene un risultato semplicemente straordinario, ampliando l'esplorazione di Pandora e delle sue meraviglie, senza tralasciare però la giusta attenzione per le sequenze d'azione, in particolare in un epico finale. Un unico difetto sta forse nel montaggio, a volte eccessivamente repentino nei passaggi tra le diverse ambientazioni. Non mancano poi le citazioni a precedenti lavori dell'autore, che non potranno sfuggire agli estimatori del cineasta americano.
L'aspetto più interessante del film sta forse negli spunti di riflessione che propone: l'importanza della famiglia, il rispetto della natura, la difesa dell'ambiente e degli animali, la conservazione delle tradizioni e la difficoltà dell'integrazione tra popoli, che si rende però necessaria tanto per gli esseri umani nel periodo della globalizzazione, quanto per tutti i protagonisti del film. Avatar - La via dell'acqua espande un universo che si conferma affascinante, e che ha ancora qualcosa di suggestivo da raccontare.
Voto: ☆☆☆ ½
Un maestoso blockbuster sulla famiglia (Luca Ceccotti)
Avatar: La via dell'acqua è l'esatta cinematografizzazione dell'ideale di famiglia predicato dalla scrittura di James Cameron: tanta forza e amore ti dà nello stile quanto riesce anche a distruggerti per alcune alcune scelte narrative. Parla di unione e doveri (tipo obbedire al padre, vi ricorda Pinocchio?), d'identità e integrazione, d'ambiente - immancabile - e di legami.
Ed è tutto ok finché non ti rendi conto che reitera gli stessi temi e li amplia appena un po', riproponendo sotto quello strato magnifico esercizio visivo lo stesso identico film di prima, con alcune scene rielaborate per adattarsi semplicemente a un bioma differente. Ma da qui riparte e si reinventa flora e fauna di una Luna che non smette di stupire, incantevole e ammaliante, di una potenza estetica da lasciare senza fiato. Non c'è un solo elemento tecnico che non rasenti la perfezione, lasciando davvero esterrefatti per la portata forse inarrivabile del lavoro sugli effetti speciali.
Sorprende in questo senso ma emoziona solo il giusto, e anziché spostare avanti l'asticella della storia sembra distruggerla per ripartire da zero con qualcosa di più compatto, modificando ambienti e soluzioni. È un film di rinascita, Avatar: La via dell'acqua, che nel cuore ha la famiglia e in testa la Via del Blockbuster: uno spettacolo maestoso per avvolgere lo spettatore, che dalla luce del mondo entra nel buio della sala e dalla morte del nero schermo viene direttamente immerso - è il caso di dirlo - nella vita di Pandora. Un miracolo che chiamano cinema.
Voto: ☆☆☆ ½
Il Re di Pandora (Antonio Cuomo)
Tanti anni fa, quando Titanic ha trionfato agli Oscar e si è imposto come successo straordinario in tutto il mondo, James Cameron si è lasciato andare a un urlo di gioia che era anche (auto)citazione. "Sono il re del mondo" aveva detto allora, ma lo parafraseremmo andando oltre quella umile asserzione: con Avatar 2 il regista si dimostra re assoluto anche di Pandora, di un mondo che si conferma complesso, credibile e vivo. Il nuovo film ci guida alla scoperta di altri aspetti, luoghi e sfumature di quel mondo che tredici anni fa ci era stato presentato e getta le basi per invogliarci a tornare ancora nei prossimi anni. Perfetto sequel, ancora una volta, aggiunge in modo autoconclusivo ma propone spunti che potranno essere sviluppati in futuro. E non vediamo l'ora di poter tornare ancora una volta in quel mondo e in sala, per uno spettacolo che ha senso solo lì, nel buio di un cinema e davanti allo schermo più grande che possiamo trovare.
Voto: ☆☆☆☆
James Cameron è l'avanguardia, ma è anche il cinema di una volta (Maurizio Ermisino)
Ancora una volta James Cameron è riuscito a creare un nuovo mondo in cui farci evadere per tre ore. La definizione delle immagini è altissima. Se già 13 anni fa i personaggi di Avatar erano creati così bene da sembrare reali, oggi potremmo dire che questa è una sorta di iper-realtà. La tecnologia diventa arte. E la libertà assoluta di mettere al mondo una creatura digitale proprio come la si immagina e avere un grande attore a interpretarla. Con Kiri la performance capture permette a Sigourney Weaver di diventare un'adolescente, ed è meraviglioso vederla in questo ruolo, come se il tempo fosse tornato indietro.
Il cinema di James Cameron è 3D, performance capture, è l'avanguardia. Ma è anche quel cinema di una volta che non si fa più: stupore, senso della meraviglia, evasione. Un cinema che fa il giro su se stesso e ci regala una summa di tutta l'opera di Cameron fino a portarci, di nuovo, anche sul Titanic.
Voto: ☆☆☆☆ ½
Quello di Cameron, oggi, è cinema al contrario (Jacopo Fioretti)
La cosa forse più affascinante di Avatar - La via dell'acqua si può leggere distanziandosi un po' dalla motion capture, dalla CGI, dal 3D, dal budget, dagli anni di lavorazione, dalle immersioni e via dicendo e allargando un po' il raggio (le circostanze del caso ci invitano anche a farlo in un certo senso).
Cameron fa tutto il contrario di quello che fanno i suoi colleghi "più vicini", che sono quelli delle grandi produzioni, degli studios, dell'industria cinematografica, del grande pubblico, degli universi, della transmedialità e del contenuto digitale. Lui punta sullo spettatore, non sul consumatore, sull'unicità dell'esperienza e non sulla sua unità. Punta sulla sala e agli occhialetti, cioè sul momento della prima fruizione, scommette tutto sull'adesso, sull'ora, sulla connessione che si instaura seduti sulla poltroncina, sulla catarsi, sul vivere qualcosa insieme. Sulla collettività insomma.
Il cinema, d'altronde, è collettività. Noi non saremmo nulla se non avessimo gli altri, se non potessimo vederci negli altri. Forse la cosa più interessante del film è proprio questa.
Voto: ☆☆☆☆
Un dialogo tra immagini e sentimenti (Massimiliano Meucci)
Avatar 2 è un imponente miracolo visivo e produttivo che smantella e scardina il classico impianto narrativo al quale gli spettatori, da parecchi anni, sono abituati per ritrovare, ancor più che con il primo Avatar, un senso di meraviglia e perdizione. La sceneggiatura, essenziale e lineare, dà voce al regno silente di Pandora e ai suoi abitanti che non necessitano di una scrittura soverchiante per rivelare tutte le loro caratteristiche: tra paesaggi maestosi, un mondo sottomarino vivo e tangibile e una costruzione dei personaggi minimale, la purezza delle immagini prende pieno possesso dello schermo. A differenza del precedente film, ancora introduttivo e per certi versi acerbo nella definizione del world building, con Avatar 2 James Cameron inizia caratterizzare il pianeta dei Na'vi, non solo esplorando l'inedita regione marina di Pandora, ma anche fornendoci importanti dettagli sulla religione, gli usi e costumi e la relazione tra isolani e natura. Un universo che, proprio grazie alla totale tridimensionalità del background, diventa immersivo, mentre contemporaneamente la poetica fuga dei Sully si sviluppa passo dopo passo, con uno spettacolo cinematografico senza eguali. L'avventura incontra l'amore, la famiglia abbraccia la spiritualità e infine l'azione, feroce, frenetica e brutale, dà un volto al lutto. Il lungometraggio, in un dialogo costante tra immagini e sentimenti, è un viaggio indimenticabile che rimane sulla pelle, come gli evanescenti ma intensi ricordi che l'albero delle anime evoca nelle menti dei Na'vi.
Voto: ☆☆☆☆ ½
Una gioia per gli occhi ancora più grande, ma manca l'effetto wow sul piano narrativo (Luca Ottocento)
Avatar: La via dell'acqua era senza ombra di dubbio uno dei film più attesi dell'ultimo decennio. James Cameron lavorava al sequel di Avatar da numerosi anni e decine di milioni di spettatori non vedevano l'ora di poter finalmente fare ritorno su Pandora dopo la meravigliosa esperienza del 2010, che aveva ridefinito in maniera prepotente le potenzialità del 3D sul grande schermo. Risultare all'altezza delle elevatissime aspettative era dunque impresa alquanto ardua e James Cameron con la sua ultima fatica ci è riuscito solo in parte.
Dal punto di vista tecnologico e visivo Avatar 2 è un vero e proprio trionfo e rappresenta un notevole, ulteriore passo in avanti rispetto al capitolo precedente, con immagini tridimensionali mai così definite e fluide (l'intensità e il realismo dei primi piani e delle scene d'azione sono davvero sbalorditivi) e un utilizzo della profondità e della performance capture ancora più raffinati.
A deludere sono invece diverse scelte operate in fase di scrittura: da un film della durata di tre ore e dodici minuti cui si è pensato e lavorato per così tanto tempo, infatti, era lecito attendersi decisamente di più sul piano dei temi e delle dinamiche narrative proposti (in più occasioni il senso di déjà vu rispetto ad Avatar è fortissimo) e su quello dell'approfondimento del rapporto tra i personaggi principali. Insomma, considerato il tempo passato dal primo capitolo, da James Cameron ci si sarebbe aspettati un effetto wow non solo sul piano visivo e tecnologico, ma anche su quello delle trovate narrative funzionali ad approfondire ulteriormente l'universo di Avatar. Ribadire tutti i temi già ampiamente affrontati con efficacia in Avatar (l'ambientalismo, la necessità di un rapporto olistico con la natura, l'elogio della diversità e dell'inclusione, l'avidità e crudeltà della specie umana) con in più sostanzialmente la sola riflessione sulla centralità della famiglia, è oggettivamente troppo poco.
Nonostante i limiti di cui abbiamo detto, però, ci troviamo di fronte a un ottimo blockbuster che, se goduto in una sala 3D di grande qualità, rappresenta un'esperienza immersiva senza pari nell'ambito del cinema contemporaneo.
Voto: ☆☆☆ ½
Il Vietnam di Cameron per un sequel inquadrato ma riuscito (Damiano Panattoni)
Più grande, più introspettivo, più spirituale. Insomma, più tutto. James Cameron espande il mondo di Avatar (ri)portandoci tra il cielo e la terra di Pandora per un sequel che segue passo dopo passo le tracce lasciate da quel primo capitolo che, dietro l'innovazione visiva, soffriva terribilmente di una quasi totale assenza di stimoli narrativi. Ecco, per certi versi Avatar: La via dell'acqua è migliore dell'originale (un po' come Terminator 2?). L'eredità del vecchio cattivo è coerente; i nuovi personaggi, per quanto squadrati, funzionano; le tematiche ambientaliste sono emblematiche e non avulse alla storia. Infine, l'elemento dell'acqua sembra essere davvero l'habitat naturale di James Cameron, rendendola assoluta ed essenziale protagonista del film. Dall'altra parte, c'è una sottotrama teen che funziona ad intermittenza, troviamo una resa visiva pazzesca (al netto di un inutile 3D) e un maggior coinvolgimento emotivo, studiato in relazione alle splendide creature marine.
Ma Avatar 2 ha anche un lato politico: è ancora lontana la totale metabolizzazione degli Stati Uniti nei confronti della guerra in Vietnam, tanto che "gli uomini delle stelle" sembrano molto simili a quei Marines che si aggiravano armati tra le fitte e oscure giungle. Un parallelo interessante, sottolineato da una curiosa citazione visiva: Jake Sully che sbuca dall'acqua come il Benjamin L. Willard di Apocalypse Now.
Voto: ☆☆☆
Un film che fa riscoprire l'amore per il cinema (Giulia Serena)
Avatar - La via dell'acqua è tutto ciò che un amante del cinema potrebbe mai desiderare: a ogni fotogramma è impossibile non rimanere incantati dalla maestria di James Cameron, che è riuscito a migliorare la prima pellicola sotto ogni punto di vista. La fotografia, la trama, i personaggi, tutto in questo secondo capitolo funziona meglio rispetto al primo, rendendo un'esperienza di visione che già nel 2009 era incredibile assolutamente mozzafiato; Pandora è talmente tanto realistica che più volte ci si scorda si tratti di un luogo fittizio, e nel corso delle tre ore e quindici in cui si è seduti nella poltrona del cinema ci si immerge completamente tra le sue foreste e le sue acque, sentendosi parte dei Navii e della famiglia Sully. Il nuovo Avatar è uno di quei film che guarderesti ancora e ancora, notando ogni volta un dettaglio in più, un particolare che nelle visioni precedenti ti era sfuggito; un po' come dei neonati che iniziano a scoprire il mondo, noi spettatori esploriamo Pandora, accompagnati per mano dal regista in una serenata d'amore verso la Settima Arte.
Voto: ☆☆☆☆ ½
Avatar 2: James Cameron, un ritorno nel segno del rischio
Un treno per Pandora (Simone Soranna)
Il cinema nasce come spettacolo tecnologico. Leggenda vuole che, durante la prima proiezione della Storia, il pubblico scappò dalla sala temendo l'arrivo di un treno in grado di sfondare, letteralmente, una parete. Oggi quel treno è più reale che mai ed è in grado di rompere il limite dello schermo per venirci incontro. James Cameron confeziona così un film che fa della meraviglia il suo unico scopo. Poprio come il capitolo originale della saga, anche Avatar - La via dell'acqua è pura estasi dell'immagine, un'esperienza audiovisiva senza precedenti, uno show innovativo a cui è impossibile resistere. Sono passati oltre centoventicinque anni dall'arrivo di quel treno. Oggi viviamo le medesime emozioni di allora, eppure invece di scappare, non vediamo l'ora di tornare davanti a quello schermo.
Voto: ☆☆☆☆ ½
Anche James Cameron omaggia il suo cinema (Federico Vascotto)
Dopo tanti registi in questi ultimi 2-3 anni, anche James Cameron sembra averci raccontato com'è nata la sua passione per il cinema (e per l'oceano) arrivato a questo punto della propria carriera. Solo che non l'ha fatto con una storia, come tutti gli altri, ma attraverso le immagini. Ovvero con il cinema nella sua essenza più pura. Avatar 2 non è un film da vedere, ma da respirare in sala. Possibilmente in 3D.
Voto: ☆☆☆☆
Alla scoperta di un world building magnifico (Andrea Venuti)
Tredici anni dopo quell'Avatar che sconvolse il mondo con il suo impianto visivo altamente immersivo e strabiliante, il tutto amplificato da un 3D rivoluzionario, il deus ex machina James Cameron rimette mano alla sua creatura prediletta regalandoci l'ennesimo capolavoro tecnico-sensoriale. Avatar: La via dell'acqua è un'opera colossale che presenta un world building stratificato, magnifico ed incredibilmente vivo. Così com'è viva e stratificata la storia e l'animo dei personaggi. Fatevi un regalo e correte a vederlo in sala.
Voto: ☆☆☆☆ ½
Avatar: Tutti gli elementi che hanno fatto entrare il film di James Cameron nella storia