Il 16 dicembre 2022 uscirà nelle sale americane Avatar: La Via dell'Acqua (Avatar: The Way of Water in originale), sequel del campione d'incassi di James Cameron che arriva al cinema tredici anni dopo l'originale. E per sottolineare l'importanza della cosa è stato deciso che inizialmente il teaser del film sarà disponibile esclusivamente sul grande schermo, abbinato a Doctor Strange nel Multiverso della Follia (essendo entrambi titoli distribuiti dalla Disney). Così è stato anche per la stampa, che ha avuto modo di vedere il primo trailer in occasione dell'anteprima del nuovo lungometraggio Marvel (nel caso di chi scrive era incluso anche un altro trailer, quello di Thor: Love and Thunder). Date le circostanze in cui l'abbiamo visionato, fare la consueta analisi risulta difficile, non potendoci avvalere di YouTube per guardarlo più di una volta. Al suo posto, invece, proponiamo le nostre riflessioni su quello che significa il trailer nel contesto della creazione dell'hype per il secondo capitolo di Avatar.
Tredici anni dopo
In occasione della proiezione del trailer di Avatar 2 si è tornati alla visione in 3D, con i famigerati occhialini, ormai in disuso al cinema (il sottoscritto non vede un film con la dimensione aggiuntiva dai tempi di Avengers: Endgame). E così si è tornati, mentalmente, al 2009, quando Avatar dominava le discussioni grazie al suo uso delle tecnologie tridimensionali. E da quel punto di vista il teaser è un parziale fallimento, perché creare attesa per un evento in 3D non è più particolarmente attuale nel 2022, soprattutto nel caso di un film come Avatar: The Way of Water che presumibilmente, come il prototipo, punta su una qualità immersiva che in sede promozionale è poco presente (così era anche per il primo film ai tempi). Quello che invece risulta evidente è che James Cameron voglia davvero fare qualcosa di nuovo, puntando - come indicato nel titolo - sui mondi acquatici di Pandora, che occupano quasi tutto il minutaggio del trailer, regalandoci vedute che già solo in due dimensioni sottolineano una cura visiva impressionante.
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Tanta atmosfera, poca sostanza
Altro tasto dolente, alla luce dell'attesa per qualcosa di sostanzioso che generi hype per il film, la scarsa quantità di dettagli legati alla trama del lungometraggio. Dal teaser si capisce che Jake e Neytiri sono diventati genitori, con tanto di battuta - l'unica di tutto il trailer - alla Dominic Toretto su come la famiglia sia come una fortezza (guarda caso, nel cast del film c'è anche Vin Diesel in un ruolo non specificato). Si intuisce anche che sia in gioco un nuovo conflitto tra umani e Na'vi, che coinvolgerà soprattutto la dimensione acquatica del pianeta (dato l'ecologismo al centro del franchise, probabile che l'azienda mineraria RDA abbia piani per gli oceani di Pandora). E basta. Non ci sono particolari indicazioni sulle dinamiche tra i personaggi, su come sia cambiato il rapporto di Jake con i Na'vi da quando ha scelto di trasferire definitivamente la sua coscienza nel corpo artificiale creato ai tempi dai suoi ex-datori di lavoro. E neanche sul ritorno in scena di due attori i cui personaggi sono defunti nell'originale: Sigourney Weaver e Stephen Lang.
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La futilità (o quasi) del marketing
Sorge però spontaneo un interrogativo: serve davvero un trailer per contribuire all'hype legato al nuovo capitolo della saga di Avatar? Da un lato sì, perché dopo più di dieci anni non si può dare per scontato che il prototipo sia rimasto nella memoria del pubblico (o che chi era troppo giovane per l'esperienza cinematografica nel 2009 sia al corrente del fenomeno che fu il primo episodio). Dall'altro, invece, no, perché è d'uopo ricordare che tredici anni fa i materiali promozionali dell'originale furono accolti con un misto di scetticismo e indifferenza, perché il trailer di un progetto talmente ambizioso non poteva rendere giustizia a qualcosa di tecnicamente avanzato e dalla post-produzione impegnativa, soprattutto se si considera che i filmati promozionali sono confezionati con largo anticipo mentre il lungometraggio vero e proprio spesso viene consegnato all'ultimo. E se c'è una cosa che abbiamo imparato nel corso dei quasi quarant'anni di carriera del diretto interessato, è che non bisogna mai sottovalutare James Cameron. Anche se per ora l'entusiasmo può essere messo a dura prova da ciò che abbiamo a disposizione, è logico supporre che a dicembre, con Avatar: The Way of Water, lo spettacolo sarà garantito, e Cameron potrà di nuovo aspirare al rango di re del mondo. E come 25 anni fa, la via del successo sarà associata all'acqua.