Dal 27 maggio il pubblico italiano avrà modo di vedere al cinema Freaky, nuova produzione Universal-Blumhouse con la firma di Christopher Landon, già noto e apprezzato per i due capitoli di Auguri per la tua morte. Tre film che, uniti sotto l'egida della storica major hollywoodiana e dello studio che ha rivoluzionato il modo di concepire l'horror sul piano commerciale (per politica aziendale, il budget del singolo film non può superare i cinque milioni di dollari, o il doppio se si tratta di un sequel, e in cambio il regista ha diritto al final cut), formano una sorta di trittico landoniano che riflette sui generi in modo intelligente, divertito e divertente. È anche un'evoluzione interessante per la carriera del cineasta, i cui primi passi, seppur sempre in ottica horror, sono stati molto diversi.
Esordi paranormali
Inizialmente solo sceneggiatore, Christopher Landon si è fatto notare prima nel 2007 con il copione del thriller Disturbia, e poi dal 2010 al 2014 come sceneggiatore della maggior parte dei sequel di Paranormal Activity (nel caso de Il segnato, lo spin-off ambientato nella comunità latinoamericana, è stato anche regista). Un periodo ininterrotto di horror seri, dopo i quali ha deciso di optare per una strada più leggera, scrivendo e dirigendo per la Paramount la commedia Manuale Scout per l'Apocalisse Zombie, che mette alla berlina il sottogenere dei morti viventi mescolandolo con i toni dei film d'avventura ad altezza teenager degli anni Ottanta. Un primo passo promettente, ma non esattamente compatibile con i gusti di un pubblico globale (un insuccesso al botteghino, il film ha avuto una seconda vita in home video e streaming tra gli appassionati di horror). Per raggiungere quell'obiettivo serviva qualcos'altro, ed è qui che è nuovamente entrata in gioco la Blumhouse.
Paranormal Activity: il regista racconta il suo fenomeno horror
Ricomincio (a morire) da capo
Il primo contatto tra Landon e quello che sarebbe divenuto Auguri per la tua morte risale al 2007, quando il progetto si chiamava Half to Death e doveva avere come protagonista Megan Fox. In quell'occasione il cineasta fu reclutato solo per riscrivere il copione, firmato dal noto fumettista Scott Lobdell, e alla fine non se ne fece nulla. Anni dopo, ricordandosi di avere ancora la sceneggiatura in un cassetto, Landon l'ha mandata a Jason Blum, ricevendo il via libera per raccontare una storia che è un ibrido fra Ricomincio da capo e Scream (non a caso, il creatore della maschera del killer nel film di Wes Craven ha anche lavorato a questo progetto). Un ibrido consapevole, autoironico, che porta alle estreme conseguenze la premessa del time loop (già nel 1993 alcune delle giornate di Bill Murray finivano con un suicidio) e la rielabora all'insegna della cinefilia, sfruttando la dimensione metacinematografica per costruire il rapporto tra la sfortunata protagonista e l'amico Carter: lui riconosce subito lo scenario in cui si trovano, mentre lei non ha mai visto il film di Harold Ramis (e non ha idea di chi sia Murray).
Auguri per la tua morte: tra Scream e Ricomincio da capo, il giorno della marmotta diventa horror
Protagonista che muore non si cambia
Due anni dopo arriva il sequel Ancora auguri per la tua morte, che si rifà in parte a Ritorno al futuro parte II: la giovane Tree è nuovamente intrappolata in un loop ed è costretta a rivivere parte degli eventi del primo film, ma con delle svolte inedite. Scritto interamente da Landon, il seguito è ancora più apertamente comico, giocando molto di più sulle implicazioni buffe della commistione di generi e sul carisma dell'attrice Jessica Rothe, che all'epoca del primo capitolo era reduce da una serie comedy per MTV, cancellata dopo una sola stagione. In questa sede lei, nuova e irresistibile scream queen postmoderna, si sottopone a varie morti con il sorriso sulle labbra, facendo sì che il tutto non scivoli in un vortice di ripetitività (con tanto di mid-credits che pone le basi per un terzo film ancora più ambizioso, dove in teoria ci saranno loop multipli e diversi per i singoli personaggi). Il gioco è più divertente e sicuro di sé, con risultati godibilissimi che rendono questo secondo episodio un raro esempio di sequel horror più meritevole del capostipite.
Ancora auguri per la tua morte, la recensione: li mortacci due!
Corpi del reato
In attesa del terzo capitolo (la sceneggiatura è pronta, in vista di approvazione da parte dei due studios), Landon è rimasto in zona Universal e Blumhouse con Freaky, film che già nel titolo rende esplicito il riferimento filologico principale che è Tutto accadde un venerdì (Freaky Friday in originale). Lì erano una madre e la figlia a finire l'una nel corpo dell'altra, mentre qui lo scambio avviene tra una studentessa bullizzata e un feroce serial killer. Il body swap è terreno fertile per gag macabre, anche grazie alla scelta vincente di Vince Vaughn, attore comico che occasionalmente si dà a parti più cupe, nei panni del killer e poi della ragazza intrappolata nel corpo di un temibile assassino. Una reinvenzione dello slasher che prende le lezioni di Craven e Kevin Williamson e le applica in modo più mirato, facendo il verso a un tipo preciso di film anziché al genere horror nel suo complesso, con risultati brutalmente spassosi che lo rendono ideale per recarsi al cinema e passare un paio d'ore all'insegna del brivido esilarante.