"La normalità è sopravvalutata"
Dicevano la tagline e i personaggi nel primo episodio di Atypical, la serie originale Netflix sull'autismo che torna con gli ultimi 10 episodi dal 9 luglio sulla piattaforma. "Normale" è un termine che andrebbe eliminato se non dal dizionario, almeno dal nostro gergo quotidiano. Che cosa vuol dire normale, soprattutto oggi? Normale è qualcosa che la società, il retaggio, gli altri decidono essere tale rispetto a chi? In questa recensione di Atypical 4 cercheremo di non usare mai quella parola nel riferirci al protagonista Sam e agli altri personaggi.
UN FINALE ATIPICO
C'è molto coraggio e molta genuinità e onestà nella scrittura di Robia Rashid, la creatrice dello show, per questo ultimo capitolo della vita di Sam Gardner (Keir Gilchrist), della sua famiglia e dei suoi amici. Quello che sembra a tutti gli effetti un capitolo conclusivo in realtà ci ha ricordato il detto "si chiude una porta, si apre un portone" perché proprio come le fasi della vita, soprattutto per protagonisti così giovani come quelli di questo atipico teen drama, la vita è ancora tutta da vivere ed esplorare. Esploratori sono infatti gli "spiriti guida" di Sam, che sogna l'aria aperta nonostante viva da sempre nello spettro dell'autismo. Questo anche perché in quest'ultima stagione decide di intraprendere un viaggio impossibile che vada oltre - o che ne sia una naturale evoluzione - la scoperta di se stesso, ovvero quello in Antartide. Il parallelismo del voice over di Sam con il racconto della gesta e delle caratteristiche dei pinguini tra i ghiacci, che potremmo definire suoi animali guida e ciò che di più simile a lui c'è nel regno animale, completano la dolcezza che caratterizza questo show. C'è grande delicatezza infatti nel mostrare sia l'atipica quotidianità dei protagonisti, che potremmo benissimo essere noi, sia i loro dialoghi, onesti e sinceri, i loro piccoli grandi gesti, le loro piccole grandi conquiste, la semplicità dei loro affetti e dei loro litigi.
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UN'ATIPICA SPERANZA
Tutti - adulti compresi - dovranno affrontare drammi e incertezze della vita in quest'ultimo giro di boa. Casey (Brigette Lundy-Paine) deve venire a patti con quanto ha appreso a fine terza stagione, ovvero il suo amore per Izzie e ciò che questo comporta, in famiglia e a scuola. La tematica LGBTQ+ - come tutte le tematiche affrontate dallo show, del resto - viene trattata con grande tatto e delicatezza, è un percorso di scoperta, di presa di consapevolezza, di autodeterminazione e di identità, sessuale e personale. Anche Elsa (Jennifer Jason Leigh) e Doug (Michael Rapaport) avranno il loro periodo di assestamento ora che hanno deciso di tornare insieme. Senza dimenticare due personaggi cardine dello show, Zahid (Nik Dodani) e Paige (Jenna Boyd), a cui viene dato maggiore spazio in questi 10 episodi e riserveranno grandi sorprese, soprattutto nel loro rapporto con Sam. Com'è tipico per molte ultime stagioni tornano vecchi personaggi e tormentoni che lo show ha saputo creare, e si dà un ultimo saluto a tutti. Quello che Robia Rashid ha deciso di fare è lasciare un monito di speranza per i suoi "pinguini" (i protagonisti) e per gli spettatori: chiudere un capitolo ma aprirne molti altri, a dimostrazione che questa non è la fine ma solamente un nuovo inizio. Quindi anche ciò che rimane aperto e "non detto" è perfettamente in sintonia con il ritmo del racconto di Sam. In fondo Atypical racconta di una semplice famiglia come tutte le altre che tenta di affrontare un giorno e una sfida alla volta come tutte le altre, e in questo ricorda la scrittura e l'atmosfera di The Middle. Autismo o non autismo. Che cosa c'è di più "normale" in questo?
Conclusioni
Come abbiamo cercato di spiegare in questa nostra recensione di Atypical 4, la chiusura del cerchio per Sam e compagni è in realtà l’inizio di un nuovo capitolo delle loro vite, e questo dà non solo grande speranza agli spettatori ma anche ampio respiro alla narrazione, non facendo sentire mai una sorta di conto alla rovescia da ultima stagione. Proprio come la vita, soprattutto quella contemporanea, non c’è nulla di tipico nella quotidianità, e questa serie lo celebra nel modo più sincero, onesto, delicato, totalizzante possibile.
Perché ci piace
- La scrittura di Robia Rashid: dolce, gentile, onesta e sincera.
- L’interpretazione di Keir Gilchrist così come degli altri personaggi.
- Il trattare con delicatezza e tatto tematiche importanti come quella LGBTQ+ oltre all’autismo.
Cosa non va
- Gli alti e bassi da teen drama della storia raccontata.
- Questo finale ci fa quasi rimpiangere di non vedere qualche altra stagione di Atypical.