Un gorilla per salvare l'umanità? Guardando Attenti al gorilla, nuovo film di Luca Miniero oggetto di questa recensione, verrebbe da pensarlo e da augurarselo, soprattutto se il primate in questione ha la voce di Claudio Bisio, canticchia Gelato al cioccolato di Pupo, alza la tavoletta dopo essere andato in bagno e dispensa saggi consigli ad uno scombinato gruppo di umani allo sbaraglio capitanati da Frank Matano, che ormai sembra aver trovato una propria dimensione comica aldilà dell'universo YouTube.
Con lui il regista di Benvenuti al Sud, rinnova la collaborazione avviata dall'irriverente e cinico Sono tornato, abbandona per certi versi il piglio della commedia sociale e sperimenta il terreno dell'intrattenimento per famiglie e bambini. Attenti al gorilla, in uscita il 10 gennaio, è infatti un film sulla famiglia - disgregata, disumana, in crisi, scomposta - che divertirà soprattutto il pubblico dei più piccoli.
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Una favola animalista al centro della trama
La trama di Attenti al gorilla prende il via da una sentenza americana che riconosce ai gorilla lo status di "persona non umana" ed è proprio attorno a questa definizione che Luca Miniero, Giulia Gianni e Gina Neri, imbastiscono le avventure surreali e grottesche di Lorenzo (Frank Matano), avvocato sull'orlo del fallimento, che esercita la professione in uno studio ricavato nel retro del salone di bellezza dell'eccentrica e svampita Concita (Diana Del Bufalo).
Tre figli, una quasi ex moglie (Cristiana Capotondi) e una smart al seguito, per riconquistare l'amore della propria famiglia decide di fare causa a uno zoo assumendo la difesa di un gorilla; la vince, ma no, non ci sarà un happy ending, visto che sarà costretto a portarsi in casa il primate. Una convivenza destinata ad avviare una serie di situazioni surreali, soprattutto se nel mezzo ci finisce pure il coinquilino Jimmy (Lillo Petrolo) depositario delle gag più riuscite. La confezione di Attenti al gorilla (il titolo non tragga in inganno, non c'è nessun omaggio al testo di Fabrizio De Andrè) è quella della favola animalista, dove trovano spazio gli spunti per una riflessione sulla diversità e l'accoglienza metaforicamente rappresentate dal gorilla.
Appollaiato nello spazio di un salotto, lo scimmione - dietro il quale si nasconde il mimo inglese Peter Elliott - osserva l'umanità buffa che gli si para davanti e che avrà il merito di istruire e ricomporre. Pur smentito dal regista stesso ogni riferimento all'attualità, è inevitabile pensarci quando la voce di Bisio tuona: "Vogliono rimandare tutti in Africa, tranne quelli che ci vogliono andare", salvo poi ricordare che è nato a Carate Brianza e forse sarebbe meglio che gli si accordasse lo ius soli. Gli uomini ne usciranno con le ossa rotte, come è chiaro sin dalle prime riflessioni del primate: "Nessun animale al mondo mi mette più di cattivo umore dell'essere umano. Non è l'uomo che discende dalla scimmia, ma la scimmia che discende dall'uomo. Parlano, parlano, parlano e per questo non si dicono mai niente", dirà all'inizio del film.
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Il viaggio dei personaggi
L'evoluzione dei personaggi di Attenti al gorilla passa attraverso il recupero di un'istintività perduta, che qui è da intendersi come il ritorno ad un mondo privo di sovrastrutture. Per alcuni si tratterà solo di assecondare una propria innata predisposizione all' "umanità", come nel caso di Jimmy, il bizzarro coinquilino di Lorenzo capace di instaurare con il gorilla un rapporto diretto e di vicinanza complice un incidente di percorso; per altri sarà invece superare le proprie paure come per Emma, divisa tra la perfezione e il raziocinio della sua nuova fiamma Alfonso (Francesco Scianna), e la sprovveduta eppure umanissima condotta di vita dell'ex marito, Lorenzo.
Miniero si dimostra un buon direttore di attori, ma la regia come la scrittura si fa debole quando si rincorre la risata attraverso gag che poi così divertenti non sono; si fatica a ridere se non in rari momenti, il gorilla funziona in senso surreale e onirico, ma meno come cortocircuito comico in alcuni siparietti poco brillanti. A volte la sensazione è di assistere a un assembramento alla buona di battute e quadretti comici slegati fra loro.
Troppe le tematiche nel mirino di Attenti al gorilla, in una riflessione che se condotta con più coraggio e meno superficialità avrebbe potuto restituirci un film pazzo e godibile anche da un pubblico più adulto.
Movieplayer.it
2.5/5