Astolfo, la recensione: mai rinunciare all’amore, nemmeno in terza età

La recensione di Astolfo, il film di e con Gianni Di Gregorio presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e al cinema dal 20 ottobre distribuito da Lucky Red, una commedia romantica della terza età con co-protagonista Stefania Sandrelli.

Astolfo, la recensione: mai rinunciare all’amore, nemmeno in terza età

C'è una grande dolcezza e gentilezza nel cinema di Gianni Di Gregorio e la conferma arriva nella nostra recensione di Astolfo, il suo ultimo film presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e al cinema dal 20 ottobre distribuito da Lucky Red. Astolfo è un po' l'alter ego del regista e attore, che torna a scrivere e dirigersi e azzarda a questo punto della carriera a imbastire una commedia romantica della terza età. Già l'incipit della pellicola fa trasparire la lucidità di Di Gregorio: il nostro amichevole pensionato di quartiere Astolfo, che dalla vita non si aspetta più niente, viene improvvisamente sfrattato dal suo appartamento a Roma dove risiedeva in affitto. Non esistono solamente gli stagisti in terza età, ma anche gli sfrattati. A questo punto il nostro ex professore ora in pensione pensa di approfittare di una vecchia casa di famiglia nel Centro Italia, ricevuta in eredità a suo tempo ma che non visita da anni, per provare a riscrivere ciò che resta della sua vita.

Ricominciare in terza età

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Astolfo: Gianni Di Gregorio con Stefania Sandrelli

Gianni Di Gregorio irradia il suo Astolfo della grazia e gentilezza che caratterizzano la sua stessa persona, che anche nella vita accoglie in casa i bisognosi proprio come fa il suo personaggio nel film. Arrivato in paese, scopre un inquilino abusivo nell'antico palazzo nobiliare in decadenza che è la sua casa di famiglia, ma invece di cacciarlo si mette a sistemare e fare la spesa per entrambi. Alla bottega incontra un anziano del paese, esperto cuoco, che si offre di fargli la spesa e cucinare per lui, pur di bazzicare sempre per casa, e anche in questo caso accetta di buon grado. Il paesino non meglio definito del Centro Italia ha tutte le caratteristiche tipiche e quasi idilliache: aria buona, costo della vita contenuto, i concittadini sono sempre disponibili a dare una mano al prossimo e si può vivere con la porta di casa lasciata aperta (quasi anacronistico nel 2022).

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Astolfo: una scena del film

Per contro ci sono un sacco di scale - che non aiutano all'età di Astolfo - e tutti si conoscono e le voci si spargono velocemente, tanto che ben presto tutti vengono a sapere che l'antico palazzo nobiliare è stato rioccupato dal legittimo proprietario. Ad essere all'erta sono soprattutto il sindaco, che aveva acquistato dei terreni senza che Astolfo lo sapesse, e il prete, vicino di casa del pensionato che ha invaso parte dell'edificio nobiliare durante gli anni di assenza dell'uomo. I due iniziano a mettere in atto un piano per salvaguardare il loro status quo, con conseguenze comiche. Anche Astolfo deve trovare un nuovo equilibrio tra la vita di paese, vecchi debiti di famiglia, il casale che avrebbe bisogno di ristrutturazione ma a stravolgere questa ricerca di un nuovo equilibrio ci pensa l'arrivo di Stefania.

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Stefania

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Astolfo: una scena del film

Astolfo viene presto avvicinato anche dal cugino Carlo, un farfallone spiantato che però si fa vedere col macchinone in paese sempre come simbolo di status quo. Sta frequentando una certa Ottavia e organizza a tradimento un'uscita a quattro con lei e la cugina, Stefania (una sempre affascinante Stefania Sandrelli). Stefania è vedova e nonna con tre nipotini che la tengono sempre impegnata, oltre alla casa in cui c'è sempre qualcosa da fare, mentre Astolfo non ha molto con cui occupare le giornate, a parte i comici avvicendamenti con inquilini abusivi e preti e sindaci. I loro mondi si incontrano e Astolfo quasi se ne pente: alla sua età, perché mai dovrebbe cercare ancora l'amore? Astolfo è quasi una dichiarazione d'amore a quel periodo della vita in cui si pensa che tutte le partite siano state giocate e invece si può avere ancora qualche carta nel mazzo.

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Astolfo: una scena

Un film composto, garbato, delizioso, proprio come il suo regista e protagonista, che non riesce mai a dormire e spera di trovare un po' di pace in paese. Un film allo stesso tempo scorretto per come tradisca le "regole" imposte dalla società alle persone anziane, come se non avessero più qualcosa da dire, non possano più amare, sbagliare, fare cavolate. D'altronde si dice che invecchiando si regredisce e torna ragazzini e bambini. La delicatezza con cui la macchina da presa entra quasi in punta di piedi nelle vite dei personaggi, soprattutto in quelle di Astolfo e Stefania, utilizzando la luce e i suggestivi paesaggi per irradiare le loro vite, fa il resto. Anche il ricco cast contribuisce a colorare ancora di più il mondo di Astolfo e del film, condendolo di umorismo e romanticismo. A brillare è sicuramente Stefania Sandrelli, ironica, timida, audace, perfetta per il ruolo. Un paese forse irreale e irrealistico ma nel quale ci piacerebbe un po' vivere.

Conclusioni

Concludiamo la recensione di Astolfo confermando come il film sia un delizioso inno alla terza età e a tutte le carte che si hanno ancora da giocare: innamorarsi, trovare casa, sbagliare. Gianni Di Gregorio e Astolfo sono l’uno l’alter ego dell’altro, così come Stefania Sandrelli e la sua Stefania, e insieme agli altri interpreti e personaggi contribuiscono a colorare un paese che sembra quasi essersi fermato nel tempo.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • Gianni Di Gregorio e Stefania Sandrelli sono convincenti sia da soli che insieme.
  • La dolcezza e grazia della scrittura.
  • La macchina da presa che timidamente getta un occhio nelle vite dei protagonisti.
  • Il “coraggio” di fare una commedia romantica della terza età.

Cosa non va

  • Potrebbe non piacere a chi cerca qualcosa di più vivace e sorprendente.