E alla fine ecco arrivare anche Cenerentola! Dopo il clamoroso revival delle Biancaneve, appena un paio d'anni fa, e la Maleficent 'revisionista' di Angelina Jolie, che l'anno scorso ha fatto incamerare alla Disney la bellezza di settecentosessanta milioni di dollari in giro per il mondo, senza però ripagare le aspettative (anche a causa di una strega assai meno 'malefica' di quanto il nome non lasciasse presagire), un altro caposaldo della tradizione fiabesca, già reso immortale grazie al Classico Disney datato 1950, sta per approdare nelle nostre sale in una nuova versione "in carne e ossa".
Into the Woods, in compagnia di Cenerentola
Diretto da una firma di prestigio quale Kenneth Branagh, sempre più prolifico in qualità di regista di prodotti mainstream dopo il cine-comic Thor e il mezzo fiasco di Jack Ryan - L'iniziazione, il nuovo Cenerentola, che segue con sostanziale (e perfino eccessiva) fedeltà le orme del Classico Disney, vede protagonista la giovane Lily James (Downton Abbey) nella parte di Ella, alias Cenerentola, e Richard Madden (Il trono di spade) in quella del Principe Kit. Ma ad attrarre l'attenzione, all'interno del cast, sono soprattutto la sopraffina Lady Tremaine impersonata da una magnetica Cate Blanchett (a proposito, vogliamo scommettere su una candidatura all'Oscar per i magnifici costumi di Sandy Powell?), matrigna e nemesi di Ella, ed Helena Bonham Carter in quelli di una deliziosa Fata Madrina. Dopo la sua presentazione al Festival di Berlino, Cenerentola arriverà nelle sale italiane giovedì 12 marzo (e il giorno dopo nel resto del mondo), e sembra già destinato a rivelarsi uno dei campioni d'incassi di questa prima parte dell'annata.
Leggi anche: Recensione di Cenerentola
Per gli appassionati di fiabe, tuttavia, Cenerentola non è l'unica proposta sul menù... sempre Casa Disney, infatti, ad aprile (con notevole ritardo rispetto all'uscita USA, probabilmente proprio per evitare la concorrenza interna con il film di Branagh) ci proporrà anche Into the Woods di Rob Marshall, trasposizione del musical teatrale di Stephen Sondheim basato proprio su una commistione dei personaggi delle fiabe canoniche in una vicenda che si dipana, a suon di canzoni, attraverso una pluralità di sottotrame. Un'autentica apoteosi di elementi fiabeschi, con un super-cast che, accanto a Emily Blunt, Chris Pine, Anna Kendrick, Christine Baranski e Johnny Depp, vanta una Strega dalla capigliatura azzurra che ha il volto - e la voce - dell'inarrivabile Meryl Streep, la quale (giusto per non perdere l'abitudine) per Into the Woods si è aggiudicata la diciannovesima nomination all'Oscar della propria carriera!
Da Pan alla Sirenetta, le fiabe fra passato e futuro
E dopo Into the Woods e Cenerentola, in uscita a brevissima distanza dal succitato Maleficent, dalla produzione francese de La bella e la bestia con Léa Seydoux e Vincent Cassel, ma pure rispetto a blockbuster più o meno riusciti come Il grande e potente Oz, Il cacciatore di giganti e Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe, sembra esserci ancora spazio da dedicare alle fiabe. A luglio, un decennio dopo un precedente remake live action, ritroveremo una delle figure più amate dell'immaginario avventuroso, Peter Pan, nel Pan diretto da Joe Wright per la Warner Bros, con il piccolo Levi Miller nel ruolo del protagonista, Hugh Jackman in quello del temibile pirata Barbanera e l'affascinante Garrett Hedlund nei panni di un giovane James Hook, ovvero la futura nemesi di Peter, Capitan Uncino, prima dell'esplosione della loro mortale rivalità. Recentissimo, invece, l'annuncio del remake de La bella e la bestia per la regia di Bill Condon, con Emma Watson nei panni di Belle e Dan Stevens in quelli della bestia. Ma la maggiore curiosità, lo ammettiamo, è per La sirenetta live action che la regista Sofia Coppola dovrebbe mettere in cantiere prossimamente, e che potrebbe dimostrarsi un esperimento inaspettato e potenzialmente di grande interesse (benché finora non siano trapelati dettagli sul progetto).
Nel frattempo, comunque, per chi non fosse ancora sazio e volesse (ri)scoprire altri lodevoli racconti fiabeschi al cinema, con attori in carne e ossa a prestare corpo e volto ai personaggi che abbiamo imparato a conoscere, amare o temere fin da bambini, ecco una panoramica di dieci titoli particolarmente significativi, a partire dal passato più lontano per arrivare fino agli anni più recenti...
La bella e la bestia
Iniziamo il nostro viaggio addirittura nel 1946, quando, con quasi mezzo secolo d'anticipo sul Classico animato della Disney, a portare al cinema la cupa fiaba di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont fu una delle personalità di maggior spicco della cultura francese del ventesimo secolo, Jean Cocteau. Realizzato con la collaborazione di René Clément, La bella e la bestia nella versione di Cocteau segna l'autentico tripudio dello stile fantastico, visionario ed onirico del suo autore: il risultato è un'opera in grado di restituire al pubblico la nota fiaba di madame Leprince de Beaumont mediante uno straordinario fascino visivo, ricca di invenzioni e di suggestioni (alcune delle quali recuperate anche dal film Disney), e che rimane ancora oggi una pietra miliare nell'ambito del rapporto tra fiaba e cinema.
In compagnia dei lupi
È il 1984 quando il regista Neil Jordan ci consegna, con il film In compagnia dei lupi, una delle più tenebrose, ipnotiche e sudenti rivisitazioni della fiaba di Charles Perrault Cappuccetto Rosso, che Jordan e la scrittrice Angela Carter hanno amalgamato con una raccolta di racconti della Carter, La camera di sangue, e con le varie leggende sui lupi mannari. La vicenda di Cappuccetto Rosso è infatti rivissuta, all'interno di una dimensione fantastica ed onirica, dalla giovanissima Rosaleen (Sarah Patterson), in una costruzione narrativa a scatole cinesi in cui le raccomandazioni dell'apprensiva nonna (Angela Lansbury) contribuiscono a sottolineare il binomio di attrazione e repulsione che Rosaleen avverte nei confronti del genere maschile e dei misteri dell'erotismo. Questa intrigante favola nera dalle sfumature horror si colora pertanto di ambigui sottotesti sessuali e di raffinate simbologie visive e cromatiche, mettendo in luce lo spiazzante talento dell'autore irlandese.
Ladyhawke
Pur essendo basato su un soggetto originale, Ladyhawke, diretto da Richard Donner nel 1985, è uno dei film che maggiormente hanno contribuito a rilanciare l'immaginario tradizionale fiabesco in ambito cinematografico, a dispetto del deludente responso al box office dell'epoca; in compenso, con il passare degli anni Ladyhawke ha assunto lo status di un piccolo cult del suo decennio di appartenenza, in particolare in Italia, essendo stato girato proprio fra le Dolomiti, l'Emilia Romagna e L'Aquila. Ambientato nel tredicesimo secolo, il film racconta l'amore impossibile fra il valoroso Capitano Etienne Navarre (Rutger Hauer) e la bellissima Isabeau d'Anjeau (Michelle Pfeiffer), recuperando il topos fiabesco della metamorfosi: di giorno, infatti, Isabeau ha le sembianze di un falco, mentre di notte è Etienne a tramutarsi in un lupo a causa di una maledizione. Interpretato anche da un giovanissimo Matthew Broderick nei panni del simpatico ladruncolo Philippe Gaston, Ladyhawke è stato rivalutato con il tempo come uno dei migliori esempi di moderne fiabe cinematografiche.
La storia fantastica
Due anni dopo i tiepidi risultati di Ladyhawke, a rivolgersi al medesimo immaginario per realizzare un'operazione per certi versi analoga fu uno dei registi americani di maggior talento del decennio, Rob Reiner, che scelse di portare sullo schermo un romanzo di William Goldman. Uscito nel 1987 e accolto da un buon successo di pubblico, La storia fantastica è una pellicola che ha visto crescere la propria popolarità nel corso degli anni, affermandosi come una pietra miliare del cinema fiabesco proprio in virtù del suo vivacissimo mix fra avventura, romanticismo ed ironia. Introdotto dalla narrazione di un benevolo nonno con il volto sorridente di Peter Falk, il film di Reiner è incentrato sull'amore contrastato fra il garzone Westley (Cary Elwes), costretto a cimentarsi con una serie di peripezie, e la giovane fanciulla Bottondoro (Robin Wright), tenuta prigioniera dal malvagio Principe Humperdinck (Chris Sarandon). A rubare la scena, all'interno di un brillante cast, è soprattutto lo spadaccino spagnolo Iñigo Montoya, impersonato da Mandy Patinkin.
Hook - Capitan Uncino
Aspettando il Pan di Joe Wright, vale la pena ricordare che nel 1991 il regista più potente di Hollywood, il poliedrico Steven Spielberg, si era già confrontato con l'iconografia derivata dal romanzo di J.M. Barrie e con la figura di Peter Pan in Hook - Capitan Uncino, film che ha rappresentato un importante punto di riferimento per i 'piccoli' spettatori dell'epoca e che, a dispetto della fredda accoglienza della critica coeva, ha goduto di una successiva rivalutazione. L'idea alla base della trama di Hook era quella di un Peter Pan diventato adulto, con il volto e le fattezze di Robin Williams nei panni di Peter Banning, avvocato assorbito dal lavoro e padre di famiglia assente e distratto; l'improvvisa scomparsa dei suoi figli, tuttavia, lo porterà a ricordare il proprio passato di Peter Pan e a fare ritorno sull'Isola-che-non-c'è, dove il nostro eroe (ormai cresciuto) dovrà riconquistare la fiducia dei Bimbi Sperduti e incrociare nuovamente le spade con il suo storico arcinemico, lo spietato Capitan Hook, che ha i modi istrionici e l'aspetto farsesco di un irriconoscibile Dustin Hoffman.
Come d'incanto
Fra romanticismo ed ironia, fra omaggio alla tradizione e rielaborazione in chiave autoparodistica dei canoni fiabeschi: il progetto di Come d'incanto, diretto da Kevin Lima nel 2007 e paragonabile, per determinati aspetti, alla rivisitazione dissacrante del mondo delle fiabe già operata dalla DreamWorks con la saga animata di Shrek, si è rivelato una delle scommesse di maggior fortuna della Disney, con incassi record in tutto il mondo (trecentoquaranta milioni di dollari). La graziosa Amy Adams veste i panni di Giselle, ingenua Principessa che, dal mondo delle fiabe, si ritrova catapultata all'improvviso nella New York dei giorni nostri, inseguita dal suo pretendente, il Principe Edward (James Marsden), e dalla malvagia Regina Narissa (Susan Sarandon). Nella Grande Mela, Giselle si imbatterà in Robert Philip (Patrick Dempsey), avvocato divorziato e in preda ad un cinico senso di disillusione, al quale Giselle tenterà di porre rimedio con il proprio radioso ottimismo. Ad accompagnare questa graziosa favola di ambientazione moderna in forma di musical vi è una trascinante colonna sonora, con le canzoni composte da Alan Menken e Stephen Schwartz.
Alice in Wonderland
Nell'ambito dei rifacimenti in versione live action dei Classici Disney, uno degli esempi di maggior successo è stato, nel 2010, Alice in Wonderland, sorta di remake di Alice nel paese delle meraviglie ad opera di Tim Burton, il quale ha riproposto sullo schermo il mondo folle e variopinto nato dalla fantasia dello scrittore Lewis Carroll. Con una Alice di qualche anno più matura rispetto a quella dei romanzi di Carroll e del film Disney, e impersonata sullo schermo dalla ventenne Mia Wasikowska, la pellicola di Burton utilizza l'ausilio di stupefacenti effetti speciali, del 3D e della tecnica del motion capture per mettere in scena uno spettacolo rutilante e dallo straordinario impatto visivo, tanto da essere stato ricompensato con due premi Oscar per le magnifiche scenografie e per i costumi di Colleen Atwood. Accanto alla Wasikowska, Johnny Depp si cala nei panni del Cappellaio Matto, Anne Hathaway è la dolce Regina Bianca, mentre ad una spassosa Helena Bonham Carter è affidato il ruolo della collerica Regina Rossa. Sull'esito di Alice in Wonderland si sono divisi tanto la critica quanto i fan, ma in compenso il film di Burton ha superato il traguardo del miliardo di dollari d'incasso a livello mondiale.
Biancaneve e il cacciatore
Il 2012, come accennato in precedenza, è stato senz'altro l'annata del revival di Biancaneve, con ben tre pellicole impegnate a riportare sullo schermo, con modalità differenti, il personaggio reso celebre dai fratelli Grimm. A Hollywood, in diretta concorrenza con la commedia Biancaneve, con Lily Collins e Julia Roberts, è stata prodotta una rivisitazione in chiave decisamente cupa e dark della famosissima fiaba: Biancaneve e il cacciatore, in cui il regista Rupert Sanders ricorre a tenebrose atmosfere dal taglio fantasy per dar vita ad una vicenda avventurosa e di notevole suggestione dal punto di vista estetico. Alla giovane star in ascesa Kristen Stewart è affidata la parte di Biancaneve, costretta a una precipitosa fuga dal castello in cui è rinchiusa, mentre l'aitante Thor Chris Hemsworth impersona Eric, il prode cacciatore che si assume il compito di proteggerla. A conquistare l'attenzione del pubblico, tuttavia, è la perfida sovrana Ravenna, maestra di arti magiche e ossessionata dalla conservazione di una bellezza che il tempo non possa scalfire: una villainess memorabile alla quale presta il volto una splendida Charlize Theron. Il successo di Biancaneve e il cacciatore (quattrocento milioni di dollari) è stato tale da indurre alla produzione di un prequel, The Huntsman, in uscita nel 2016, con Chris Hemsworth e Charlize Theron affiancati questa volta da Emily Blunt e Jessica Chastain.
Blancanieves
Non soltanto Hollywood: nel 2012 è stato anche il regista spagnolo Pablo Berger a confrontarsi con la fiaba dei fratelli Grimm in Blancanieves, un film muto e in bianco e nero in cui la storia di Biancaneve è sottoposta ad una radicale ricontestualizzazione: quella di un melodramma di Eros e Thanatos sullo sfondo dell'Andalusia degli anni Venti, in cui Carmen (Macarena García), figlia del torero Antonio Villalta (Daniel Giménez Cacho), dopo essere stata cresciuta dall'affettuosa nonna Doña Concha (Ángela Molina) fa ritorno nella casa paterna, scontrandosi però con la ferocia assassina della subdola matrigna Encarna (Maribel Verdú). Fra omaggi al cinema muto e ai grandi classici del passato (tra cui Freaks di Tod Browning, a partire dalla presenza dei sette nani), Blancanieves costituisce una delle rivisitazioni più originali della nostra tradizione fiabesca.
Quando meno te lo aspetti
Una scelta un po' inusuale, per concludere la nostra classifica, ma che riteniamo quanto mai adatta: cosa ha a che fare una raffinatissima commedia francese, scritta e interpretata nel 2013 dalla regista Agnès Jaoui insieme a Jean-Pierre Bacri, con il binomio fiaba/cinema? È presto detto: Quando meno te lo aspetti, tra i film più arguti e brillanti degli ultimi anni, costituisce in realtà la perfetta dimostrazione di come gli archetipi della fiabe siano quanto mai validi ed applicabili anche alla nostra vita di tutti i giorni. E così ci ritroviamo ad assistere alle peripezie sentimentali della giovane Laura (Agathe Bonitzer), che sogna il Principe Azzurro e pensa di averlo trovato nel compositore Sandro (Arthur Dupont), almeno fino a quando non si imbatte in un minaccioso "lupo" dall'emblematico nome Maxime Wolf (Benjamin Biolay); attorno a lei un piccolo gruppo di personaggi, fra cui la maestra Marianne (Agnès Jaoui) e il cinico Pierre (Jean-Pierre Bacri), rivivono a modo loro altri elementi dell'immaginario fiabesco, con esiti spesso imprevedibili ma, in ogni caso, decisamente divertenti...