Quattro opere d'arte dal valore inestimabile - rispettivamente un Picasso, un Monet, un Degas e un Van Gogh - vengono scoperte a Los Angeles nella collezione privata di Otto Halzen, un noto banchiere tedesco determinato a dar vita a un Quarto Reich neonazista.
Un sindacato ebreo, facente capo a reduci dei campi di concentramento, è ossessionato dal volerle restituire ai legittimi proprietari e alla collettività e intende recuperarle a ogni costo. In Art Squad - Gli artisti del furto viene formata così una squadra di esperti ladri guidati dalla leader Annabel. Ognuno di loro ha un motivo ben preciso per prendere parte alla pericolosa missione, ma alla fine il loro obiettivo è comune: restituire al mondo quei magnifici quadri caduti nelle mani dei nazisti e ancora segretamente in loro possesso. Ma gestire delle teste così diverse non sarà semplice per Annabel, che dovrà usare tutta la sua astuzia per far sì che le cose vadano per il meglio.
Art Squad: ridateci Occhi di gatto
Sulla carta le premesse potevano anche essere ricche di spunti, ma nella gestione della sceneggiatura qualcosa deve essere andato storto e Art Squad - Gli artisti del furto palesa la sua anima da b-movie in maniera anche eccessiva, non riuscendo per altro mai a centrare la rudezza di quel cinema di genere pur preso da esempio. Ecco così che l'ora e mezzo di visione sembra un film progettato in grande che si rivela poi invece piccolo piccolo, offrendo una storia e dei personaggi anonimi e incolori che si trascinano fino al giungere dei titoli di coda. Una narrazione schematica e fin troppo netta nella distinzione tra buoni e cattivi, con tedeschi e russi quali scontate nemesi al centro di una visione eccessivamente stereotipata e ruffiana, non capace di variare la centralità dell'assunto con spunti tali da avvincere o sorprendere lo spettatore.
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Una storia che fa acqua da tutte le parti
Già dopo il breve prologo ambientato nel passato si respira un'aura di pressapochismo nell'affrontare un tema così cruciale e ricco di sfumature anche drammatiche su quei traumi legati alla Seconda Guerra Mondiale; un tema già ripreso tra gli altri da George Clooney nel ben più riuscito Monuments Men (2014). Certo qui le ambizioni non erano le stesse, a cominciare dagli evidenti limiti di budget e di casting, ma un pizzico di cura in più nella stesura dello script non avrebbe guastato. Anche perché si cade su ingenuità e forzature in serie, con personaggi di contorno che sono spinti da motivazioni improbabili - dall'amica che non può rifiutare un favore fino alla derubata con il debole per i latini - fino a quel colpo di scena finale che apre naturalmente le porte a potenziali seguiti, per adesso non ancora avvistati all'orizzonte. In questo calderone dell'assurdo si muovono spaesati attori come Cam Gigandet - lontani per lui i tempi del successo di pubblico di Twilight - e volti televisivi quali Jaina Lee Ortiz e Lisa Vidal, entrambe curiosamente provenienti da medical drama: rispettivamente Grey's Anatomy - o meglio il suo spin-off Station 19 - e E.R. - Medici in prima linea.
Nulla da salvare
Le stesse battute non brillano per lucidità e la gestione dei rapporti tra questi ladri poco complementari si affida a tradimenti di sorta o a intrallazzi romantici in sospeso, seguendo linee guida abbastanza consolidate senza un briciolo di personalità. Anche sull'anima action doveroso stendere un velo pietoso, con combattimenti a mani nude privi di coreografie degne di nota e "zero" sparatorie, per la scelta da parte dei "piani alti" di non utilizzare armi da fuoco nella messa in atto di quei piani pur così rischiosi. Art Squad - Gli artisti del furto sembra uscito da quel piccolo schermo figlio degli anni Novanta e si ha l'impressione che la vicenda sia una sorta di plot televisivo per una potenziale serie fuori tempo massimo, con la forma del lungometraggio che ne ha soltanto evidenziato ancora maggiormente le debolezze di fondo.
Conclusioni
Una banda di ladri messa insieme alla bell'e meglio, scelta che si riflette anche sulla alchimia assente tra i vari furfanti con un cast mal assortito di provenienza televisiva, deve recuperare quattro dipinti dal valore inestimabile, un tempo appartenenti a proprietari ebrei ma ora facenti parte della collezione privata di un potente banchiere neonazista. In Art Squad - Gli artisti del furto di artistico i personaggi hanno ben poco, sguazzando senza carisma in una narrazione confusa e improbabile, rigida e senza compromessi nella sua idea di partenza. Una regia fiacca anche nelle scene d'azione completa un quadro mediocre, non certo memorabile come le suddette opere al centro dell'intrigo.
Perché ci piace
- Premessa di partenza non originale ma con qualche spunto...
Cosa non va
- ...che viene sprecato da una sceneggiatura superficiale.
- Un cast dimenticabile alle prese con personaggi monodimensionali.
- Scene d'azione ai minimi storici e anch'esse ricche di risvolti inverosimili.