Respect: la storia di Aretha Franklin in cinque grandi canzoni

In Respect, Jennifer Hudson presta volto e voce alla regina del soul: da I Never Loved a Man a Think, ecco cinque brani leggendari per ripercorrere la vita di Aretha Franklin.

Aretha Franklin
Un ritratto di Aretha Franklin

Pochissimi artisti, negli ultimi sei decenni, possono vantare un'importanza e un'influenza paragonabili a quelle di Aretha Franklin: dalla sua voce poderosa e inconfondibile ad un repertorio che comprende una vasta quantità di classici; dall'audace contaminazione fra soul, r&b, pop e gospel al suo ruolo nella rivendicazione dei diritti degli afroamericani nel periodo a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta. Tutti aspetti che ovviamente sono posti in evidenza nell'arco delle quasi due ore e mezza di Respect, il film biografico sulla "regina del soul", insieme ai travagli familiari e privati che hanno contraddistinto l'infanzia e la giovinezza della cantante nata a Memphis, in Tennessee, il 25 marzo 1942. Diretto da Liesl Tommy, regista teatrale e televisiva al suo debutto al cinema, e previsto inizialmente per il Natale 2020, Respect ripercorre la prima fase della vita e della carriera della Franklin, scomparsa nel 2018 a settantasei anni d'età.

Respect 10
Respect: Jennifer Hudson nel ruolo di Aretha Franklin

Dal rapporto con un autoritario padre-padrone, il reverendo C.L. Franklin di Forest Whitaker, al turbolento legame sentimentale con il marito e manager Ted White (Marlon Wayans), passando per le tappe iniziali della sua scalata al successo, Respect adotta il paradigma classico del biopic per disegnare un ritratto di Aretha Franklin, interpretata dalla star di Dreamgirls Jennifer Hudson. E affida appunto alla voce della Hudson molte di quelle canzoni che hanno reso Aretha un'icona intramontabile della musica soul e r&b, adoperando alcuni di questi titolo come un vero e proprio veicolo narrativo. Dalla ricca soundtrack di Respect, che include anche un brano inedito, Here I Am (Singing My Way Home), composto per l'occasione da Carole King e Jennifer Hudson, emergono in particolare cinque pezzi, corrispondenti ad altrettanti momenti-cardine del racconto, che vi riproponiamo di seguito nelle versioni originali incise dalla Franklin.

I Never Loved a Man (The Way I Love You)

I Never Loved A Man The Way I Love You
La copertina dell'album I Never Loved a Man the Way I Love You

È la struggente ballata, scritta da Ronnie Shannon, che sancisce uno spartiacque nel percorso artistico di Aretha Franklin, nonché il passaggio dalla Columbia Records, l'etichetta che aveva prodotto i suoi primi nove album (con scarsi risultati commerciali), all'Atlantic. Nel film una ventiquattrenne Aretha, determinata ad assumere nelle proprie mani il controllo sulla sua carriera, sceglie I Never Loved a Man (The Way I Love You) come il primo tassello di questa nuova fase, con il sostegno del produttore Jerry Wexler (Marc Maron), e regala una performance da brividi in questa dichiarazione di un amore assoluto e incondizionato. Nella primavera del 1967, I Never Loved a Man (The Way I Love You) diventa il primo singolo della Franklin a penetrare nella Top 10 americana e darà il titolo al suo album capolavoro, pubblicato il 10 marzo di quell'anno.

Respect, la recensione: libertà e rispetto, il messaggio di Aretha Franklin è più attuale che mai

Respect

Respect
La copertina del singolo Respect

Fra i cavalli di battaglia della discografia di Aretha Franklin, Respect resta probabilmente il più conosciuto e amato. Composta e incisa da Otis Redding nel 1965, due anni più tardi Respect viene inclusa dalla Franklin nell'album I Never Loved a Man the Way I Love You e lanciata come secondo singolo dall'LP: nel giugno 1967 si guadagna il primo posto negli Stati Uniti e permette alla Franklin di conquistare il suo primo disco d'oro in patria. Nel film, Respect corrisponde alla consacrazione di Aretha: la conferma di un talento che la porta a riarrangiare e reinterpretare il pezzo di Redding trasformandolo in un autentico inno femminista, con quel R-E-S-P-E-C-T scandito con grinta indomabile in faccia al partner per reclamare la propria dignità. Premiata all'epoca con due Grammy Award, quest'anno Respect è stata eletta dalla rivista Rolling Stone come la più grande canzone di tutti i tempi.

Rockstar e icone del soul: quando il cinema vive di musica

Ain't No Way

Lady Soul
La copertina dell'album Lady Soul

Contenuta in un altro mitico album di Aretha Franklin, Lady Soul, Ain't No Way verrà poi pubblicata nel marzo 1968 come B-side del singolo (Sweet Sweet Baby) Since You've Been Gone. A firmare questa emozionante ballata soul è Carolyn Franklin, sorella minore di Aretha, che partecipa anche al coro del brano insieme alle Sweet Inspirations di Cissy Houston; e nel film, la canzone di Carolyn (Hailey Kilgore) servirà alla Franklin per esprimere la propria frustrazione per gli abusi del marito Ted e per un matrimonio che ormai sta affondando ("Ain't no way for me to love you/ If you won't let me", come recita l'incipit del brano). In un disco che vanta perle del calibro di (You Make Me Feel Like) A Natural Woman e Chain of Fools, Ain't No Way si attesta comunque tra le performance più intense mai registrate da Aretha.

Freddie Mercury e le star della musica al cinema: rievocarli è difficile

Think

Aretha Now
La copertina dell'album Aretha Now

Due minuti e venti secondi a dir poco travolgenti, in cui la voce di Aretha Franklin riversa sull'ascoltatore un'ondata di rabbia, di fierezza e di energia che non hanno eguali nella storia dell'r&b. Pubblicata nel 1968 come singolo di lancio dell'album Aretha Now, Think arriva al settimo posto della classifica americana, ma soprattutto si impone fra i brani più rappresentativi del periodo, con quel maestoso "Freedom" ripetuto con foga in un ritornello dall'impatto infallibile. E non a caso, in Respect, Think corrisponde al momento della rivalsa: il definitivo atto di ribellione di Aretha nei confronti di un uomo che, da lì in poi, non avrà più alcun potere su di lei. A rinverdire la fama di questa canzone strepitosa sarebbe stata, nel 1980, l'esibizione canora della Franklin nei panni della signora Murphy nel cult di John Landis The Blues Brothers.

The Blues Brothers: i 40 anni di un film cult che ha ancora molto da dire

Amazing Grace

Amazing Grace
La copertina dell'album Amazing Grace

A chiudere il film, prima dei titoli di coda sulle note di (You Make Me Feel Like) A Natural Woman, è Amazing Grace, un inno religioso risalente al diciottesimo secolo ma che ha conservato un posto di rilievo nell'immaginario musicale americano (e non solo). Rivisitato più volte anche in chiave folk a partire dagli anni Sessanta, Amazing Grace è in primo luogo una pietra miliare della tradizione gospel; e proprio al gospel, il suo primo amore musicale, Aretha Franklin avrebbe dedicato l'album Amazing Grace, inciso dal vivo al Nuovo Tempio battista di Los Angeles fra il 13 e il 14 gennaio 1972. Naturalmente, il brano eponimo non poteva mancare dalla scaletta di quello che, in Respect, viene descritto come il disco della rinascita - artistica e personale - di Aretha, e la cui genesi è testimoniata in presa diretta pure dal film-documentario girato nel 1972 da Sydney Pollack ma presentato al pubblico soltanto nel 2018.

Amazing Grace, la recensione: il gospel secondo Aretha Franklin