Con Apartment 7A su Paramount+, il Dakota torna agli "orrori" della cronaca. Prequel di Rosemary's Baby, il film dell'australiana Natalie Erika James racconterà gli eventi precedenti al classico di Roman Polanski. Per la prima volta, saremo condotti all'interno del misterioso palazzo neogotico dove risiedono gli anziani coniugi Castevet (interpretati oggi da Dianne Wiest e Kevin McNally).
Tra le mura dello storico condominio incontreremo Terry Gionoffrio (Julia Garner), giovane affittuaria dei sinistri vecchietti, arrivata nella Grande Mela con il sogno di sfondare a Broadway. Purtroppo, nel capolavoro del 1968, l'aspirante ballerina trova la morte lanciandosi da una finestra del palazzo, non prima di aver mostrato a Rosemary (allora interpretata dall'iconica Mia Farrow) il famigerato medaglione contenente la radice di tannis, un dettaglio che i fan del film originale ricorderanno bene.
Il Dakota Building (Bramford nel film) è la star architettonica del debutto americano di Polanski, che adattò sul grande schermo il controverso romanzo di Ira Levin pubblicato l'anno prima. Rosemary's Baby racconta la storia di Rosemary, una giovane donna incinta che si trasferisce con il marito Guy, un aspirante attore (interpretato da John Cassavetes), in un antico edificio newyorkese dove vengono accolti da un'anziana coppia, Minnie e Roman Castevet (Ruth Gordon e Sidney Blackmer). Man mano che la gravidanza procede, la donna scopre che il marito e i vicini, membri di una setta satanica, l'hanno ingannata per farle concepire l'Anticristo. Alla fine, Rosemary dà alla luce il figlio del diavolo e, sebbene sconvolta, accetta di prendersi cura del mefistofelico neonato.
Il regista di origine polacca girò al Dakota le scene esterne del film, mentre gli interni degli appartamenti furono realizzati ai Paramount Studios. Icona urbana, il Dakota fu edificato nel 1884 nel cuore dell'Upper West Side di Manhattan. Primo edificio residenziale di lusso nella storia, il Dakota è uno dei palazzi più antichi di New York e uno dei pochissimi ad essere stato risparmiato dalle demolizioni. Tuttavia, l'edificio è indissolubilmente legato a due tra le più note tragedie del mondo dello spettacolo. Dalla moglie di Polanski (l'attrice Sharon Tate), uccisa poco dopo l'uscita del film, all'omicidio di John Lennon (freddato all'ingresso del Dakota).
Davanti al Dakota la morte di John Lennon
Al Dakota Building è legato uno dei fatti di cronaca nera che ha sconvolto mezzo mondo: l'assassinio di Lennon. L'8 dicembre 1980, l'artista, residente nell'edificio con la moglie Yoko Ono (che ha lasciato il palazzo nel 2003), fu ucciso davanti all'ingresso con cinque colpi di revolver. L'ex Beatles fu freddato mentre stava rientrando a casa da Mark David Chapman, un fan squilibrato. Chapman dichiarò di essere stato influenzato dal romanzo Il giovane Holden, ricordando un altro ammiratore instabile dei Fab 4 che, undici anni prima, aveva compiuto un massacro ispirato dal White Album della band. Si trattava di Charles Manson, il cui famigerato nome è legato a uno degli eventi più efferati della storia americana: l'eccidio di Cielo Drive.
Le diaboliche connessioni tra il Dakota, Polanski e i Beatles
Polanski si era trasferito in California insieme alla sua nuova fidanzata, Sharon Tate. Giovane e attraente attrice in ascesa che avrebbe dovuto interpretare Rosemary Woodhouse. La Paramount, però, impose Mia Farrow allora neo sposa di Frank Sinatra e, dunque, sulle copertine di qualsiasi rivista. Tate invece girovagava sul set apparendo, senza crediti, come un fantasma sullo sfondo nella scena del party di Rosemary.
Molti anni dopo, un amico la citò in un articolo affermando: "Il diavolo è bello". Polanski vide Sharon per l'ultima volta, ormai sua moglie e in dolce attesa, nel luglio del 1969, annotando nella sua autobiografia un pensiero grottesco avuto all'epoca: "Non la rivedrò mai più". Tate fu brutalmente uccisa l'8 agosto dalla famiglia Manson, così come il loro figlio non ancora nato, mentre Rosemary's baby - Nastro rosso a New York era ancora nei cinema. Sharon era all'ottavo mese e mezzo di gravidanza e prossima a partorire. Nella villa dei coniugi Polanski, a Cielo Drive, furono assassinate altre quattro persone.
Incapace di dare un senso a una simile tragedia e affascinati dalla figura del serial killer Charles Manson, il pubblico ha trovato nel diavolo e nelle maledizioni l'unica spiegazione. Il Dakota pare sia stato teatro di riti satanici e Anton LaVey, fondatore della Chiesa di Satana, collaborò con Polanski per rendere credibili i rituali esoterici presenti nel suo horror. Gli internauti affermano che, come Guy Woodhouse, anche Polanski sacrificò la sua giovane moglie al diavolo per affermarsi ad Hollywood. Altri sostengono che gli omicidi di Manson abbiano fatto parte di una grande cospirazione satanica messa a segno dai Beatles. Il White Album è stato scritto in gran parte durante una meditazione in India (con Mia Farrow presente); il titolo della canzone Helter Skelter è stato scarabocchiato col sangue sulla scena del crimine. E molti anni dopo, Lennon fu assassinato vicino al punto dove è stato girato il capolavoro di Roman Polanski. Coincidenze, forse. O forse... no.