Dopo alcune acclamate performance in titoli di alto profilo come Star Trek, The Beaver e Charlie Bartlett, il ventiduenne originario di San Pietroburgo Anton Yelchin è considerato uno dei talenti più promettenti di Hollywood, e vanta già una lunga carriera divisa tra il cinema e la TV. Di recente ha dato la voce a Puffo Maldestro ne I puffi, un successo ai botteghini USA proprio in questi giorni, ed è stato protagonista di Like Crazy, Gran Premio della Giuria al Sundance in gennaio; oggi ci racconta la sua esperienza nel remake Fright Night - Il vampiro della porta accanto, in cui interpreta Charley Brewster, il giovane protagonista che nell'originale Ammazzavampiri dell'85 aveva le fattezze di William Ragsdale.
Cosa ti ha spinto a fare questo film?
Anton Yelchin: Due ragioni essenzialmente. La prima è stata il fatto che ho trovato la sceneggiatura ottima, con un arco di sviluppo molto credibile per il personaggio di Charley. E' un ragazzo che perde il polso di ciò che conta veramente per lui, e d'un tratto si trova a fronteggiare una minaccia che rischia di portargli via quanto di più prezioso. Deve superare il senso di colpa e il rimorso per poter proteggere le persone che ama, una situazione con cui è facile empatizzare.
Certo, e mi piace tantissimo, lo trovo intelligente e divertente. Credo anche che rappresenti il momento di transizione per quanto riguarda il genere horror dal classico hollywoodiano a un piglio più d'intrattenimento, più autoindulgente, giocoso e camp.
In Fright Night interpreti un adolescente. Che cosa ha significato questo per te?
In Like Crazy ho interpretato un architetto, e una settimana dopo ero in New Mexico per girare Fright Night. Sono felice che sia andata così, sono due film molto diversi tra di loro e anche i miei personaggi non potrebbero essere più distanti. E' una cosa che mi dà una certa soddisfazione perché è proprio quello che voglio fare con la mia carriera, mischiare un po' le carte in tavola. Altrimenti non so che senso avrebbe fare questo lavoro: bisogna sempre cercare ruoli diversi tra di loro.
Sono stato molto fortunato. Negli ultimi due film che ho fatto ho lavorato con Jennifer Lawrence, Imogen e Felicity Jones, tutte intelligenti ed estremamente talentuose, indipendentemente dalla nazionalità. Sono donne interessanti prima di tutto, ed è stato un onore lavorare al loro fianco.
Sei nato in Russia ma sei emigrato negli Stati Uniti quando avevi appena sei mesi. Ti piacerebe girare qualche film nella tua terra di origine?
Ho già partecipato a un film girato in Russia, ed è stata un'esperienza diversa; per me quel che conta sono i realizzatori, e non avrei mai fatto un film in Russia solo per fare un film in Russia. Ci sono diversi registi con cui mi piacerebbe lavorare, e se Alexander Sokurov venisse a chiedermi di recitare nel suo nuovo film, sarei lì in un attimo. Così andrei in Austria per lavorare con Michael Haneke, o in Danimarca per Lars Von Trier. Non è tanto il paese d'origine, quanto il talento del cineasta che conta.
La cosa che mi spaventa più di tutto è probabilmente la natura dell'umanità e le cose atroci che gli uomini riescono a infliggere ai loro simili. Un concetto che, tra l'altro, ha un ruolo in Fright Night.
(Un ringraziamento all'ufficio stampa 404)