Non esistono solo Twilight e After. Realizzare young adult all'italiana che mescolino humor e romanticismo si può. Basta solo procurarsi gli ingredienti necessari: una storia originale, un tono calibrato su un pubblico giovane, ma capace di rivolgersi a tutti e un cast adeguato. Come evidenzia la nostra recensione di Anni da cane, il film diretto da Fabio Mollo per Prime Video ci riesce alla perfezione. Tenero, divertente, appassionante, il lungometraggio racconta la storia di Stella, un'adolescente impacciata e problematica che monopolizza gli amici con le sue paturnie finché non incontra quello che potrebbe diventare il primo vero amore. Ma solo se Stella glielo permetterà.
Anni da Cane è interamente costruito sulla sua protagonista, Aurora Giovinazzo, astro nascente del cinema italiano che a breve vedremo in Freaks Out di Gabriele Mainetti. Fabio Mollo permette ad Aurora di fare il bello e il cattivo tempo facendola comparire praticamente in ogni scena del film, e lei ricambia la fiducia del regista dimostrando di essere in grado di reggere il peso della pellicola sulle sue spalle grazie al suo naturale carisma. Piccola e minuta, con gli occhi grandi e una massa di capelli ricci, Stella è un maschiaccio con la tendenza al vittimismo. Il suo principale talento sembra essere l'auto-sabotaggio di tutto ciò che fa, anche dell'amicizia, nonostante la pazienza dell'onnipresente Nina, la sua migliore amica, a cui si unisce Giulio, deejay omosessuale dai capelli rosa e un'innata saggezza. Insieme, i tre devono aiutare Stella a realizzare il suo progetto: una lista di cose da fare prima di morire.
Crescere a tutta velocità
E veniamo al curioso titolo scelto da Fabio Mollo per il suo Anni da cane. Come sappiamo, l'età dei cani si conta in modo diverso da quella delle persone. Stella sta per compiere sedici anni, proprio come il suo cagnolino Piedino, e proprio come lui si sente prossima alla morte. Un'insicurezza derivata dalla classica crisi adolescenziale a cui si aggiunge la mancanza della figura paterna (figura di cui scopriremo di più nel corso del film in un gustoso cameo di cui non anticipiamo niente per non rovinare la sorpresa). Stella decide perciò di stilare una lista di cose da fare prima di morire, lista in cui spicca l'attività del fare sesso per la prima volta. Il tutto senza però innamorarsi, snodo narrativo necessario per comprendere i curiosi atteggiamenti di Stella nel corso del film.
Sentendo approssimarsi il momento della morte, l'eccentrica Stella decide così di coinvolgere gli amici Nina e Giulio in una serie di improbabili imprese che culminano quasi sempre in colossali figuracce finché, dopo essersi offerta di sostituire una compagna di scuola come docente di un corso di uncinetto all'Università della Terza Età, fa la conoscenza di Matte (Federico Cesari), un ragazzo che potrebbe piacerle davvero. I comportamenti di Stella sono così eccentrici, ma anche così spontanei da rendercela subito simpatica. Quando la ragazza ammette candidamente a Matte di non sapere come comportarsi in una relazione, la mente corre alla nostra, di adolescenza, e l'effetto nostalgia diventa inevitabile grazie alla sapiente scrittura di Fabio Mollo che, a differenza di tanti prodotti young adult, usa il vero linguaggio dei giovani, magari ripulendolo qua e là dalle volgarità, senza che questo suoni mai affettato o artificioso.
Nel mondo degli adolescenti (e nello script) non c'è spazio per gli adulti
Anni da cane non è un film perfetto. Nella sceneggiatura di Alessandro Bosi e Mary Stella Brugiati saltano all'occhio varie forzature, come la scelta di far incontrare Stella e Matte a un corso di uncinetto, attività alquanto fantasiosa per un adolescente romano medio. Ma il passaggio più farraginoso riguarda il proposito di Stella di non innamorarsi, causa di varie incomprensioni con Matte, tra cui la fine precipitosa di una romantica cena a lume di candela e la crisi del prefinale. Questo espediente nasconde un tema più profondo, di cui il pubblico verrà a conoscenza nella parte finale del film, ma la "copertura" scelta per sviare l'attenzione rischia di far girare a vuoto alcuni passaggi, pericolo sventato grazie alla verve di Aurora Giovinazzo, capace di calamitare su di sé lo sguardo del pubblico anche nei momenti meno forti della storia.
E visto che la musica è parte integrante del film, e dell'adolescenza stessa, Anni da cane vanta la presenza di un cameo di Achille Lauro, relativamente a suo agio nei panni di... Achille Lauro, chiamato a eseguire alcuni suoi brani a una festa di compleanno tra cui il brano originale Io e te. Curiosamente per gli adulti sembra esserci davvero poco spazio nel film, vedasi il ruolo di Sabrina Impacciatore nei panni della madre affettuosa, ma lagnosa di Stella, fissata coi tarocchi. La presenza dell'attrice romana passa in secondo piano e altrettanto secondario è il ruolo della sorella maggiore di Stella, Ludovica (Romana Maggiora Vergano), pedante e decisamente poco complice. Figurine sbiadite in una teen comedy pop (o dovremmo dire trap) colorata e vivace come il ritmo accelerato a cui vive Stella. In fondo la vita è troppo breve per lasciarsela sfuggire.
Conclusioni
La recensione di Anni da cane evidenzia le tante qualità di una commedia romantica young adult popolata da adolescenti, ma capace di parlare a un pubblico multigenerazionale. Nel ruolo di Stella, Aurora Giovinazzo domina un film in cui compare quasi in tutte le scene. Bene il cast giovane, in cui spicca la sua spalla sentimentale Federico Cesari, mentre gli adulti fanno un po' fatica a ricavarsi uno spazio in un film che corre a ritmo di trap.
Perché ci piace
- Commedia fresca e originale che racconta l'adolescenza con originalità e humor.
- Un plauso al cast giovane dominato da Aurora Giovinazzo.
Cosa non va
- Qualche incongruenza di troppo nella trama.
- Le figure adulte faticano a ritagliarsi uno spazio e risultano spesso inconsistenti.