Quanto può incidere sul presente il passato che sta per essere dimenticato? Cos'altro avrebbe potuto raccontarci Anne Frank se fosse sopravvissuta ai campi di concentramento? È così che iniziamo la recensione di #AnneFrank. Vite parallele, il docu film dedicato a quella ragazzina timida, dal dolce sorriso e che coltivava il sogno di diventare scrittrice.
Grazie alle parole del suo diario, specchio della sua grande intelligenza, dei suoi sogni, dei suoi sentimenti ma anche del suo linguaggio molto moderno, possiamo mantenere viva quella memoria che, mai come adesso, deve continuare ad essere alimentata e tenuta in vita per non dimenticare il passato nel nostro presente e, soprattutto, nel nostro futuro.
La storia di Anne Frank e l'intreccio con cinque vite parallele
Il diario di Anne Frank è un testo straordinario che ha fatto conoscere a milioni di persone la tragicità e le atrocità del nazismo, assumendo lo status di icona e diventando un punto di riferimento per tutte le generazioni. Eppure, è inevitabile chiedersi: cos'altro avrebbe potuto dirci Anne Frank e come sarebbe stata la sua vita se fosse sopravvissuta agli orrori di Auschwitz e Bergen Belsen? Cosa avrebbe potuto raccontarci dei campi di concentramento? Avrebbe realizzato il suo grande sogno di diventare scrittrice? Ma, più di tutto, cosa direbbe della realtà attuale, del negazionismo, del crescente antisemitismo e della banalizzazione della memoria?
Purtroppo, ciò che rimane di Anne Frank sono una manciata di fotografie, scattate prima del suo periodo di clandestinità durato ben due anni prima di essere deportata con la sua famiglia ad Auschwitz, e il celebre diario dalla copertina a quadretti bianchi e rossi, in cui ha scritto i suoi pensieri per l'ultima volta il 1° agosto del 1944. La contemporaneità delle parole di Anne Frank si intreccia alle testimonianze di chi ha potuto fare ritorno a casa: persone dotate della potenza della voce di chi può ancora ricordare. Storie parallele, ma talmente vicine da sfiorarsi: come Anne, anche Arianna Szörenyu, Sarah Montard, Doris Grozdanovičová, Helga Weiss, Fanny Hochbaum e le sorelle Tatiana e Andra Bucci hanno avuto un'infanzia negata, hanno vissuto orrori inimmaginabili e hanno perso tragicamente diversi membri delle loro famiglie.
Un progetto per parlare alle nuove generazioni
Quello di #AnneFrank. Vite parallele è un progetto concepito in maniera tale che possa parlare da vicino alle nuove generazioni, quelle che potranno continuare a condividere il racconto delle atrocità e delle follie naziste vissute dai pochi sopravvissuti che continuano a rilasciare le loro importanti testimonianze. Inevitabilmente, coloro che sono riusciti a tornare a casa dai lager nazisti hanno un'età molto avanzata e mai come oggi diventa importante mantenere viva l'attenzione e soprattutto il ricordo affinché la storia non abbia modo di ripetersi.
E, per fare ciò, possiamo utilizzare a favore le tecnologie digitali di cui siamo dotati: dal diario cartaceo di Anne Frank, che purtroppo non riuscì a tornare ad Amsterdam, possiamo traslare il ricordo nei nostri diari digitali, mezzi più immediati e di maggiore diffusione. Alimentare il ricordo è una delle azioni più importanti che possiamo fare per non restare indifferenti, per mettere in relazione le tragedie passate con il presente, cercando di trovare un antidoto che in futuro possa osteggiare tutte quelle forme di antisemitismo e razzismo che sembrano incrementarsi sempre più. Questo docu-film diventa un modo per stimolare la conoscenza e il confronto con il tempo presente, per abbattere le ignoranti barriere del negazionismo e per evitare che, a lungo andare, avvenga una banalizzazione della memoria.
Un docu film internazionale per parlare ad un pubblico universale
Il film #AnneFrank. Vite parallele è un progetto che celebra anche i 90 anni dalla nascita della ragazzina dolce e sensibile che tutti abbiamo avuto l'occasione di conoscere almeno una volta nella vita. Scritto e diretto da Sabina Fedeli e Anna Migotto, questo film è un evento cinematografico prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital, in partecipazione con Rai Cinema, in collaborazione con Anne Frank Fonds di Basilea e il Piccolo teatro di Milano - Teatro d'Europa.
Questo docu-film sarà nelle sale solo l'11, 12 e 13 novembre e che poi sarà distribuito in ben 60 paesi per portare ad un pubblico universale le testimonianze e il ricordo di chi ha vissuto gli orrori della seconda guerra mondiale e dei campi di concentramento. Il film, gode anche della presenza di Helen Mirren, grande attrice inglese, che accompagna gli spettatori nella storia di Anne dando voce alle parole del diario, contribuendo a mantenere viva la memoria, guardando al presente e, soprattutto, al futuro.
Conclusioni
In conclusione alla recensione di #AnneFrank. Vite parallele, bisogna sottolineare quanto sia potente il passato per poter guardare al futuro e, di conseguenza, quanto sia importante alimentare i ricordi e mantenerli vivi al fine di non far vincere il negazionismo o la banalizzazione della memoria. A 90 anni dalla nascita di Anne Frank, il suo diario continua a far conoscere alle nuove generazioni le tragedie generate dal nazismo e rinnova il ricordo a coloro che hanno già conosciuto il suo linguaggio, così profondo, così moderno.
Perché ci piace
- L'importanza di mantenere viva la memoria guardando alle generazioni presenti e future
- La ricerca storica, attenta e minuziosa
- La potenza dei ricordi e delle testimonianze di chi è sopravvissuto al genocidio nazista
Cosa non va
- Il doppiaggio italiano tende a penalizzare la narrazione di Helen Mirren
- Nel docu-film il coinvolgimento giovanile rimane superficiale